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I contratti? Purtroppo valgono sempre meno

Gli sportivi interessati a seguire in tv le partite del campionato italiano hanno ricevuto quest'anno una brutta sorpresa

20 agosto 2024
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Immaginate di acquistare una bicicletta, usarla con soddisfazione per un certo periodo per svago o per lavoro, e poi un bel giorno veder spuntare nel vostro garage il negoziante che ve l’aveva venduta, munito di attrezzi, con ogni probabilità da scasso, vista la faccia poco rassicurante della personcina. Questo pedale, vi informa il tizio, ora lo smonto per bene e me lo riprendo. Se vuoi tornare a montare in sella, vedi di cacciare un bel po’ di grana, così domani torno ad avvitartelo, altrimenti ti arrangi.

Il paragone immagino che reggerebbe pure nell’ambito della ristorazione: ti siedi al tavolo munito di sano appetito, scegli con cura dal menu, e infine ordini le tue belle trenette al pesto. Posso incassare subito, chiede l’oste. Sa, è per comodità. Pronti, dici tu allungandogli il contante o la carta di credito. Nell’attesa, magari butti giù un bianchino ghiacciato per preparare al meglio la bocca. Poi la pasta arriva, ne ingolli un paio di forchettate e, sul più bello, rispunta il cameriere, ti scippa il piatto da sotto gli occhi e se ne torna in cucina. Poi, un paio di minuti dopo, il filibustiere si ripresenta reggendo una fondina di trofie in bianco e pronto a sfoderare il suo ricatto: se rivuoi indietro una mestolata di pesto – per il quale fra l’altro hai già sganciato la grana – apri immediatamente il portafoglio e infilami nel taschino almeno mezz’etto di banconote, in caso contrario sei pregato di alzare le chiappe e cambiare aria insieme alla tua fame.

Potrei inventarmi altri esempi dello stesso tenore, ma a questo punto immagino che l’antifona sia stata ormai da tutti recepita: la sensazione che molti di noi hanno provato nel corso del weekend appena trascorso è molto simile a quella che ricaverebbero il ciclista privato di un pedale e l’avventore della bettola messo a dieta contro la sua volontà, in entrambi i casi – beninteso – raggirati attraverso modalità che paiono tutto fuorché corrette.

Da una vita cliente del fornitore di servizi di telecomunicazione che nei tempi andati rientrava nel novero delle assai rimpiante regie federali, come molti altri abbonati nei giorni scorsi ho scoperto con sommo stupore di non poter più fruire, tramite il mio abituale pacchetto di prodotti previsto dal contratto sottoscritto, della visione delle partite del massimo campionato italiano di calcio. In realtà, ho poi saputo, della novità avrei dovuto essere al corrente già dallo scorso mese. Pare infatti che la società di cui parliamo abbia provveduto a informarmi del cambiamento tramite una mail, che probabilmente io ho subito eliminato senza nemmeno aprirla, dato che dallo stesso mittente ricevo una quantità inimmaginabile di messaggi per lo più inutili.

Il problema, ad ogni modo, non sta nel fatto che io, come chissà quanti altri utenti, abbia ‘bucato’ l’informazione: l’oggetto del contendere è naturalmente un altro, ed è il seguente. Pare che il fornitore non sia stato in grado di assicurarsi i diritti per la trasmissione televisiva della Serie A per la stagione agonistica testé iniziata – accaparrati da un’altra compagnia – e quindi ne risulta che io vengo a perdere un prodotto a cui, avendo regolarmente pagato, avevo invece diritto; e trattasi, en passant, di un servizio che negli ultimi anni aveva già subito un notevole aumento di prezzo.

Di questioni commerciali ed economiche non m’intendo punto, e infatti sono sempre a bolletta, però, così a occhio, mi pare che una ditta sia tenuta a tener fede ai contratti che sottoscrive. E che – se invece non è più in grado di fornire quanto promesso – debba provvedere a rimborsare il cliente. Invece, ovviamente non avverrà nulla di simile: non soltanto non verrò risarcito, ma per ottenere quanto mi spetta mi toccherebbe sborsare 35 franchi al mese a un altro fornitore, che fra l’altro in questi anni si è fatto notare più per i frequenti disservizi che per la qualità dei suoi prodotti. Non ci penso nemmeno: finché non mi porteranno via anche quella, guarderò la Bundesliga, che è anche più divertente della Serie A. E Genoa-Como, quando sarà il giorno, andrò a spararmela in pizzeria.