In Engadina doppietta rossocrociata grazie al bernese (vincitore dopo una finale molto movimentata) e la vodese, dominatrice incontrastata
Nel ‘super friday’ dei Mondiali engadinesi, skicross e slopestyle hanno assunto i colori rossocrociati: Ryan Regez, Fanny Smith e Mathilde Gramaud hanno conquistato la medaglia d'oro nel giro di poche ore. Un risultato possibile (solo) grazie alla neve prevista nel weekend, che ha persuaso il comitato a modificare il programma concentrando alcune competizioni in programma nel fine settimana. Tre medaglie che hanno riscattato i due piazzamenti ai piedi del podio ottenuti giovedì nello snowboard alpino.
È la prima volta che la Svizzera conquista entrambe le medaglie d'oro nello skicross: se il successo della romanda è arrivato al termine di una discesa dominata da capo a piedi, quello del campione olimpico in carica ha dovuto essere certificata dalla giuria, a capo di diversi minuti d'attesa. Il rossocrociato, al suo primo titolo iridato, ha chiuso con oltre 3” sul francese Youri Duplessis Kergomard, mentre molto più attardati sono arrivati il tedesco Tobias Müller e il giapponese Ryo Sugai. Il perché di tanto distacco è subito spiegato. Sugai, immediatamente dopo la partenza ha perso uno sci su uno dei primi denti del percorso e ha chiuso con notevole ritardo. A metà tracciato, nel tentativo di attaccare la prima posizione di Regez, il transalpino è entrato in contatto con gli sci dell'elvetico, si è sbilanciato e ha mandato fuori pista anche il tedesco. Un incidente che ha dato via libera all'elvetico, involatosi verso la medaglia d'oro. Al secondo posto ha chiuso Duplessis Kergomard, seguito da Müller, risalito per recuperare la porta saltata nel contatto con il francese, mentre Sugai, rimesso lo sci al piede, ha raggiunto il traguardo in tutta tranquillità. Tuttavia, la giuria ha ritenuto punibile di squalifica l'attacco del francese a Regez e ha dunque promosso Müller all'argento e Sugai al bronzo. «Non posso crederci – ha commentato Regez –. Negli ottavi di finale e poi anche nei quarti ho pensato di non farcela, tanti erano i contatti. Ma sapevo di essere veloce su questa pista. È pazzesco. Sono riuscito a rientrare vincendo in Val di Fassa e ora arriva questo titolo...». Il bernese ha salvato l'onore dello skicross elvetico al maschile, dopo l'eliminazione di Alex Fiva (estromesso dal canadese Kevin Drury) già nei quarti di finale. Per Romain Détraz, impegnato nella prima batteria degli ottavi, i sogni di gloria sono durati ancora meno: nella prima curva a sinistra, ha toccato gli sci di un avversario ed è caduto.
In campo femminile, come detto, quello di Fanny Smith è stato un trionfo. Già in forma smagliante sulle nevi canadesi, in occasione delle ultime due tappe di Coppa del mondo, e capace di realizzare il miglior tempo nelle qualificazioni, la 32enne ha condotto dall'inizio alla fine. A dodici anni di distanza dal primo titolo iridato conquistato a Voss, in Norvegia, la vodese ha costruito il suo successo già dai blocchi di partenza, dai quali è sempre uscita in testa. Nella finale ha preceduto la canadese Courtney Hoffos e la tedesca Daniela Maier. «È una sensazione incredibile – ha commentato la vodese dopo aver ammesso di essersi trovata confrontata con un grande nervosismo –. Sto vivendo tante emozioni, negli ultimi anni ne ho passate di ogni, ma sono ancora qui e questa medaglia d'oro me la voglio godere». Si tratta della settima medaglia iridata: oltre alle due medaglie d'oro, ha vinto anche tre argenti e due bronzi.
Regez e Smith hanno raggiunto di nuovo la vetta, senza mai farsi scoraggiare dalle battute d'arresto. L'ultimo punto basso del bernese risale a due anni or sono: dieci mesi dopo il trionfo olimpico in quel di Pechino, ha subito la rottura del legamento crociato e altre lesioni al ginocchio sinistro nella gara di Coppa del Mondo ad Arosa lottando a lungo per tornare in pista. Non è stato il timore di un nuovo infortunio a condizionarlo, bensì la ricerca di leggerezza e fiducia in sé stesso. La tensione psicologica era grande, ma nel corso di questa stagione ha ritrovato il sorriso. Il grande riscatto è giunto in Val di Fassa, in cui ha riassaporato il successo dopo ben tre anni. È stato l'ultimo grande passo verso la normalità. Una sensazione che ben conosce la romanda, fermata ripetutamente da infortuni e messa a dura prova a livello mentale. Una carriera, che l'ha vista debuttare sul circuito maggiore 17 anni fa, sedicenne, ispirata dal pensiero che nella vita tutto torna. Eccome. Sì, perché Smith vanta tre generali, 34 vittorie individuali e due medaglie di bronzo olimpiche. Smith era la favorita a St. Moritz, tanto più che due delle sue maggiori rivali non hanno potuto gareggiare. La campionessa olimpica e tre volte campionessa del mondo, Sandra Näslund, e la canadese Marielle Thompson, anch'essa campionessa olimpica e mondiale sei anni fa. La romanda ha confermato il suo ruolo, resistendo alla pressione e alle grandi aspettative che si respiravano ovunque in vista della sua più importante apparizione dell'inverno. È riuscita nell'impresa di conquistare la settima medaglia consecutiva, brillando ancora una volta d'oro.
Nello slopestyle la Nazionale rossocrociata ha cullato a lungo il sogno di una doppietta: Mathilde Gremaud ha confermato il titolo colto due anni or sono a Bakuriani, mentre Andri Ragettli ha masticato amaro conquistando la medaglia di legno. La friborghese non ha avuto la preparazione che immaginava prima di gareggiare in quello che è certamente il momento clou della sua stagione. A gennaio, la nativa di Gruyère ha deciso di prendersi una pausa. Poi, subito dopo i Mondiali di sci alpino di Saalbach, si è infortunata in allenamento. Ma questa prestazione non proprio ideale non le ha impedito di trionfare in Engadina con una fantastica prima manche valsa 85,65 punti.
Senza le sue grandi rivali Eileen Gu e Tess Ledeux, questo risultato è stato più che sufficiente, dato che la seconda classificata, l'austriaca Lara Wolf, ha ottenuto solo 73,33 punti. A completare il podio è stata la canadese Megan Oldham. «È fantastico vincere sul suolo di casa: penso che sia la prima e l'ultima volta che accadrà una cosa del genere. All'inizio non sapevo se sarei stato in grado di gareggiare, ma ho fatto una buona gara in qualifica e ho potuto godermi ogni secondo della mia corsa davanti alla mia famiglia. È davvero un grande sollievo e una gratificazione essere qui», ha commentato la 25enne, che aveva già vinto l'oro olimpico (2022) e l'argento (2018).
In campo maschile Ragettli ha invece dovuto accontentarsi di una medaglia di cioccolato. Il 26enne grigionese, che era in testa dopo la prima manche con 83,79 punti, ha visto tre rivali superarlo nella seconda manche. Il norvegese Birk Ruud ha fatto una corsa pazzesca per vincere con 89,10 punti. L'americano Mac Forehand lo ha seguito con 85,53 e un secondo americano, il campione olimpico Alex Hall, ha completato il podio con 84,72.
Per la sua seconda manche, Ragettli ha dovuto limare i piccoli errori e non appena è atterrato su uno dei salti più grandi, ha capito che il suo atterraggio gli sarebbe costato troppi punti di penalità. Anche Bösch era in corsa per una medaglia, al terzo posto a metà gara. Alla fine, il campione del mondo 2015 (slopestyle) e 2019 (big air) è riuscito a concludere solo al 9° posto. “Probabilmente mi è sfuggito qualcosa sui rail, ma non posso rimproverarmi nulla. Insieme agli X-Games, questa era probabilmente la competizione di più alto livello della stagione”, ha dichiarato il 27enne di Engelberg.
Enea Buzzi e Martino Conedera non sono riusciti a riscattarsi nel dual moguls. Il 20enne di Pollegio ha superato il ceco Marek Gajdecka, prima di arrendersi al re indiscusso della specialità, il canadese Mikael Kingsbury, mentre il 22enne si è inchinato subito a Louis-David Chalifoux. A conquistare il titolo è stato appunto Kingsbury, capace di collezionare il nono titolo totale fra le gobbe), mentre in campo femminile ha messo tutte in riga l'americana Jaelin Kauf. Nello slopestyle, snowboard, Andrina Salis non è stata capace di ultimare le sue due manche chiudendo undicesima. L'oro è finito nelle mani della neozelandese Zoi Sadowski Synnott, che ha preceduto tre giapponesi, mentre in campo maschile si è imposto il canadese Liam Brearly.