SCI ALPINO

‘Le critiche mi hanno ferito, ma oggi sono sereno’

A pochi giorni dall'esordio stagionale a Gurgl, Ramon Zenhäusern si rallegra per un'ultima stagione che lo ha reinserito nell'élite dello slalom

15 novembre 2023
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Ramon Zenhäusern è tornato alla ribalta durante la Coppa del mondo 2022/23, nella quale ha compiuto un salto di qualità, ottenendo due vittorie, tra cui quella nella finale di Andorra. «Sono diventato più sereno», ha dichiarato il vallesano a Keystone-Ats, in un'intervista in vista del primo slalom invernale di sabato a Gurgl.

Cosa ti fa supporre di poter riprendere da dove avevi lasciato lo scorso inverno?

Sono in buona forma, non ho problemi fisici e la preparazione è andata bene come mi aspettavo. E sono ben lontano dall'aver perso il piacere di sciare.

Nella classifica di Coppa del mondo di slalom, il terzo posto di tre anni fa era stato seguito da una caduta al 25° posto, per motivi che ben conosciamo, poi da un ritorno al terzo posto la scorsa stagione. Il Ramon Zenhäusern che si appresta all’esordio a Gurgl è lo stesso di quello dell'inverno 2020/21?

Un confronto è certamente possibile, ma io sono un corridore diverso. E sotto diversi aspetti.

In che misura?

Ovviamente mi sono evoluto. Questo è vero in termini di tecnica. Il modo in cui conduco gli sci è diverso da quello di allora, ma lo stesso vale per il mio atteggiamento mentale.

Cosa è cambiato in particolare per quel che riguarda la tecnica?

Dopo la penultima stagione, che era andata male e durante la quale erano successe, una dopo l'altra, una serie di cose spiacevoli (infortunio alla spalla, problemi alla schiena, difficoltà nel trovare la regolazione ottimale dell'attrezzatura, infezione da Covid-19, ndr), ho analizzato tutto e messo in discussione molte cose. Sono arrivato alla conclusione che la mia tecnica non funzionava più. La mia posizione sugli sci era diventata sempre più bassa e quindi poco pulita. Per questo motivo, in allenamento mi sono concentrato di nuovo sulla tecnica. Ho effettuato prove cronometrate solo verso la fine della preparazione, a novembre.

All'inizio della scorsa stagione, ti sei trovato nella stessa situazione di sei o sette anni fa, quando pochi credevano nel tuo potenziale. In particolare, molti ritenevano che fosse iniziata la parabola discendente.

Questo dimostra quanto velocemente evolva lo sport di alto livello. Ha sorpreso anche me. Prima dell'inverno 2021-22, ero stato tra i primi sette slalomisti per quattro stagioni consecutive.

Che peso hanno avuto tutte le critiche ricevute e la mancanza di fiducia nei tuoi confronti?

Le ho trovate piuttosto divertenti e simpatiche. Come atleta, devi essere capace di rimanere al di sopra di queste cose.

Non ne sei rimasto ferito?

Nel profondo, sì. I commenti sul fatto che non sarei mai riuscito a sfondare a causa della mia statura, devo averli sentiti fin dai miei primi paletti. In quanto atleta, ritengo che nel ridurre tutto a un mero fattore fisico vi sia qualcosa di discriminatorio. Uno sciatore più piccolo al quale fosse capitato ciò che è capitato a me sarebbe stato messo da parte così in fretta? Non ne sono sicuro.

Siccome non tutti i mali vengono per nuocere, dal difficile inverno 2021-22 hai saputo trarre anche qualche aspetto positivo...

Tutto quello che è successo durante quei mesi mi ha fatto riflettere. Ho messo in discussione l'intero sistema e ciò che faccio come sciatore. In ogni caso, ho imparato più da quell’inverno che dai quattro precedenti. Ma soprattutto, queste critiche mi hanno motivato.

La motivazione deve essere stata molto forte. Lo scorso inverno hai raggiunto rapidamente i migliori. Ti sei sorpreso?

Era mia intenzione fare un passo alla volta. Essere tornato a vincere nel finale di stagione mi ha un po' stupito. La mia esperienza mi ha sicuramente aiutato in questo processo.

Quest’anno si parte sin dal primo appuntamento con l’obiettivo della vittoria. Una bella differenza rispetto alla passata stagione…

Sì, ma il livello dello slalom è straordinariamente alto. In Coppa del mondo, i primi 25 della lista di partenza sono già saliti quasi tutti sul podio. Tutto si gioca in un fazzoletto di centesimi, per cui partire tra i primi sette non significa avere un effettivo vantaggio. L'importante è dimostrare di saper sciare al meglio e sfruttare il proprio potenziale. Nello slalom tutto scivola via sul filo del rasoio, quindi nulla è prevedibile. Senza rischio non si vince.

Le critiche al calendario gonfiato sono costanti. Ma di certo non storcerai il naso sapendo che in programma ci sono 13 slalom…

Anche molti altri slalomisti puri pensano la stessa cosa, perché qui la specializzazione è più diffusa che in altre discipline. Per quanto riguarda il calendario, sarei il primo a essere favorevole ad allungare la stagione, perché per anni sono stato sugli sci fino a fine aprile, inizio maggio.

Anche il cambiamento climatico è un tema importante…

Cerco di fare la mia parte per l'ambiente. Non voglio espormi. Non mi piace prendere posizione in pubblico o fare la morale alla gente. Come sciatore, con tutti i miei viaggi, non posso essere un modello da seguire. Per questo preferisco rimanere fuori dalle discussioni.