sci nordico

‘Senza la medaglia sarei delusa’

Nadine Fähndrich affronta lo sprint ai Mondiali di Planica nel novero delle favorite. E forte dell’esperienza delle Olimpiadi, ‘una scuola di vita’

Obiettivo dimenticare la delusione di Zhangjiakou
(Keystone)
23 febbraio 2023
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Il primo giorno dei Mondiali di sci nordico è subito quello più importante, essendo in programma lo sprint femminile, nel quale Nadine Fähndrich punta espressamente a una medaglia. Un anno fa nella gelida Zhangjiakou Fähndrich aveva colto un buon 5° posto, eppure era inconsolabile. Allora una medaglia non era attesa a tutti i costi, ma l’ambiziosa lucernese non voleva accontentarsi dell’accesso alla finale. Quello è stato però l’inizio di una nuova fase della carriera di Fähndrich: «Le Olimpiadi sono state un’ottima scuola di vita, attraverso di queste è diventata più forte» riconosce il suo allenatore Ivan Hudac.

La ventisettenne di Eigenthal, ai piedi del Pilatus, ha fatto ancora un notevole balzo in avanti per quanto concerne le prestazioni, così in Coppa del mondo sono arrivate le vittorie numero due, tre e quattro, che le hanno permesso di diventare la fondista svizzera più vincente di sempre. Per questa ragione figura anche nel novero delle favorite per la gara di oggi, ruolo che con consapevolezza dei propri mezzi Fähndrich non rifiuta: «Se devo essere sincera, non dovessi ottenere una medaglia sarei delusa».

Con queste dichiarazioni chiare la svizzero-centrale ha però una certa familiarità, due anni fa ai Mondiali di Oberstdorf il punto di partenza era infatti simile. Fähndrich e Laurien van der Graaff erano infatti le uniche vere favorite per una medaglia nello sprint a squadre, che indicarono anche come obiettivo, e infatti arrivò l’argento. «La pressione maggiore me la metto da sola, ma è anche positiva, visto che deriva dai buoni risultati».

Qualche volta tende a immaginarsi come vince le medaglie, «ma poi penso immediatamente a quello che mi rimane da fare e mi concentro sul lavoro». A questo si è dedicata in gennaio, al termine del Tour de Ski, con un allenamento in altura anticipato e intensivo. E che la forma fisica sia buona lo ha dimostrato a Dobbiaco, immediatamente al termine del periodo d’allenamento, cogliendo il 4° posto nella 10 km. Per lo sprint mancava ancora un po’ di velocità, che dovrebbe aver ritrovato nel frattempo.

L’ultima parte della preparazione l’ha invece svolta tra Allschwil (dove abita il suo compagno) ed Eigenthal, in condizioni ottimali, mentre già da sabato si trova in Slovenia per affinare gli ultimi dettagli: «La forma c’è, la testa pure, tuttavia non abbiamo dei tempi da paragonare come in altre discipline, per cui non sappiamo a che punto siamo rispetto alla concorrenza», osserva Hudac. Il vantaggio è che Hudac a Planica è quasi di casa, lo slovacco ha infatti sposato l’ex fondista (e medagliata mondiale e olimpica) slovena Petra Majdic e i due vivono nei pressi di Ljubljana con i loro due figli. «Conosco tutti sulle piste, se ho bisogno di qualcosa posso chiamare qualcuno in qualsiasi momento». Tuttavia nella lotta con le concorrenti svedesi, norvegesi e l’americana Diggins, ciò servirà a poco, conterà azzeccare la giornata giusta, per tornare a regalare alla Svizzera al femminile una medaglia in una gara individuale, per la prima volta dal 1987 (grazie a Evi Kratzer sui 5 km).

«Devo concentrarmi su me stessa» è il credo di Fähndrich, che si traduce nello sfruttare le sue doti nella tecnica classica e in salita. «In classico sono anche molto veloce sul rettilineo finale», aggiunge la lucernese. Ciò che invece non vuole è essere trascinata dalle avversarie in un’azione nervosa: «Se provo ad attaccare o a reagire troppo in fretta inizio ad annaspare e non trovo più i passi giusti. Così non sono nemmeno più veloce».

Se ciò funziona può puntare alla medaglia, il nervosismo è iniziato a emergere già due giorni prima della gara, ma non l’ha turbata particolarmente: «Penso alle situazioni in cui ero già nervosa, ma poi ha funzionato tutto per il meglio e questo mi dà una certa sicurezza». Il riferimento è agli ultimi Mondiali o alle gare di questo inverno di Coppa del mondo a Davos e in Val Monastero, poi vinte entrambe. Per cui il podio è un obiettivo realistico anche per oggi e un nuovo quinto posto sarebbe una delusione ancora maggiore.