Il presidente della Fis, Johan Eliasch, parla della strategia futura della federazione internazionale e delle tensioni con le nazioni alpine
In un’intervista rilasciata a Keystone-Ats, il presidente della Fis, lo svedese Johan Eliasch, ha definito i Campionati mondiali di sci alpino appena conclusi a Courchevel e Méribel "i migliori di sempre". Il numero uno dello sci mondiale si è soffermato su quelle che sono le priorità per il futuro, vale a dire rendere più globale il movimento e rompere il dominio delle nazioni alpine come Svizzera e Austria.
Johan Eliasch, qual è il suo giudizio sui Campionati del mondo di Courchevel e Méribel?
Sono i migliori Campionati del mondo nella storia della Fis. Ho avuto la sensazione che la gente fosse molto, molto contenta, fossero atleti, allenatori o spettatori. Non sarebbe potuta andare meglio, anche gli ascolti televisivi sono stati eccellenti.
Sì, l’ho sentito dire. La cosa interessante è che i molti spettatori presenti e gli atleti abbiano apprezzato le gare. Questo non rende la decisione più facile.
È una discussione che va avanti da tempo. Qui a Méribel abbiamo visto che il Team Event e i paralleli sono stati eventi popolari e hanno attirato un folto pubblico. Ora dobbiamo capire come muoverci in futuro.
Se ci fossero atleti competitivi sia in slalom, sia in superG, la combinata sarebbe un’eccellente disciplina. Purtroppo, nelle liste di partenza c’era uno scarso numero di atleti, tant’è che nella seconda manche la gara si è decisa già dopo soli cinque atleti. Se vogliamo dare un futuro alla combinata è necessario trovare il format giusto.
Si sta discutendo della possibile organizzazione di una combinata a squadre (con un corridore per il superG e un altro per lo slalom, come è già stato fatto ai Campionati mondiali juniores, ndr). Una soluzione che dovremo ulteriormente testare in futuro.
No. È attualmente in discussione negli organi competenti.
È proprio per questo motivo che sto cercando di ulteriormente globalizzare lo sci. Non solo nell’area alpina, in Austria o in Svizzera, dove tutti sciano. In questi due Paesi, ad esempio, il margine di crescita del nostro sport è piuttosto contenuto, proprio perché già praticato in massa. Dobbiamo quindi generare crescita altrove.
In Asia. In Paesi come la Cina. Ma anche negli Stati Uniti. Lì la gente scia, ma non è interessata agli eventi di Coppa del mondo.
Dobbiamo provarci. Perché siamo minacciati anche in Paesi chiave, come Germania, Svizzera e Austria, dove a livello di pubblico ci troviamo a competere con altre discipline. Dobbiamo e vogliamo vincere questa battaglia.
Si tratta di far interagire tra di loro diverse situazioni. Prendiamo ad esempio le trasmissioni televisive: devono diventare più emozionanti. Ecco perché ora si utilizzano i droni e un numero maggiore di dati, telemetria compresa. In breve, gadget che possono attirare l’interesse dei telespettatori. Vogliamo essere più interattivi con lo spettatore davanti alla tivù. Ed è nostra intenzione essere maggiormente attraenti per i fan sul posto, in modo da favorire la loro presenza alle competizioni.
Dobbiamo anche investire di più nelle federazioni nazionali di tutto il mondo, per aiutarle a garantire lo sviluppo dello sci nei loro Paesi. La Fis ha 142 associazioni affiliate.
Non è importante. In generale, noi della Fis dobbiamo preoccuparci di poter mettere a disposizione dei nostri membri un quantitativo di risorse maggiore rispetto agli scorsi decenni.
Solo apparentemente. Grazie allo sport siamo più in forma e in salute, e mangiamo anche in modo più sano. Un’alimentazione sana ha un impatto enorme sulla nostra impronta di carbonio complessiva. Quindi, più persone riusciamo a convincere a praticare sport, meglio è.
In effetti, dobbiamo cercare di organizzare il calendario nel modo più efficiente possibile, così da non doverci spostare inutilmente. Dobbiamo anche mettere in discussione i nostri piani con molta attenzione, in modo da sapere quando andremo dove.
Ci sono tre federazioni, ovvero Svizzera, Austria e Germania, che hanno una visione diversa della direzione in cui la Fis dovrebbe evolversi.
Forse qualcuna in più. Ma sappiamo che la stragrande maggioranza dei membri è d’accordo con la direzione in cui sta andando la federazione internazionale. E molti mi chiedono: perché ci sono dei ritardi e perché non ci muoviamo più velocemente?
Che in ogni democrazia sana ci sono opinioni diverse. Ma una volta che la maggioranza ha deciso la direzione da prendere, anche gli altri devono partecipare e seguire. Purtroppo, al momento non è così. Ma alla Fis dobbiamo fare ciò che è meglio per lo sport, non ciò che è meglio per certe persone o certe federazioni.
A conti fatti non importa quante federazioni formino delle sotto-organizzazioni. Ciò che conta è la visione maggioritaria dei membri della Fis, visione che determina la direzione da prendere. Chiunque voglia partecipare ai Campionati del mondo, alla Coppa del mondo o ai Giochi olimpici deve essere membro della Fis.
In un’organizzazione come la Fis, ci si aspetta che qualcuno contribuisca a far progredire le cose. È deludente vedere che Urs Lehmann non lo fa.
Mi spiego: questi diritti appartengono alla Fis. È la Fis che li trasmette – anno dopo anno – a Swiss Ski, per esempio. Se la Fis decide, qui e ora, che in futuro non debba più essere il caso, queste federazioni non avranno più alcun diritto di trasmissione.
Esiste già una sentenza del tribunale di Zugo a sostegno della nostra opinione. Ciò significa che con i diritti la Fis è libera di fare ciò che desidera.