SCI ALPINO

‘Io come Federer? Ne ho ancora di strada da fare...’

Marco Odermatt si confida all’indomani della conquista del titolo mondiale in discesa. ‘Con Kilde rivalità cool e profondo rispetto reciproco’

13 febbraio 2023
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Dopo essersi laureato campione del mondo di discesa, Marco Odermatt ha parlato di Roger Federer, dei nervi, del duello tra giganti con Aleksander Aamodt Kilde e della gara perfetta... «Non ho mai provato emozioni simili», ha detto.

Cosa si prova a essere campione del mondo di discesa libera?

È fantastico, soprattutto perché gli ultimi giorni non sono stati dei più facili. Dopo un superG perfettibile (4°, ndr), sapevo di potermi giocare qualcosa anche in discesa. Ma non mi aspettavo che andasse così bene. Con i postumi dell’infortunio al ginocchio e il fatto che tutte le curve difficili dovevano essere tirate con il piede sinistro, avevo perso un po’ di fiducia nelle mie possibilità. Durante la gara, ho sentito che stavo andando bene. Avevo buone sensazioni, una buona velocità e ho spinto fino all’ultima porta. È stata sicuramente la mia corsa migliore. Un vero magic moment.

Non solo la libera migliore, ma pure la tua migliore gara in assoluto, giusto?

È possibile. Non avendo ancora analizzato la prova, non posso sbilanciarmi. Ma, onestamente, non so dove avrei potuto essere ancora più veloce. Sono partito bene in cima e non ho ceduto nemmeno un centimetro nella parte bassa. È esattamente ciò di cui avevo bisogno. Quando ho tagliato il traguardo, ho capito che avevo fatto qualcosa di buono. Perché, a differenza del superG, ho lasciato da parte un po’ di prudenza.

Sapevi di dover correre più rischi...

Esattamente. Sapevo di dover fare una gara perfetta, soprattutto dopo le difficoltà incontrate in allenamento. Sapevo che se non l’avessi fatto, non sarebbe stato possibile lottare per una medaglia: dovevo fare qualcosa di speciale, dovevo andare "all-in". Questa è una delle grandi differenze rispetto al superG. Il fatto di non essere il favorito nella discesa mi ha aiutato, ho potuto decidere senza remore di assumermi dei rischi.

Questo titolo iridato, conquistato al cospetto di un folto pubblico, ha un sapore diverso da quello ottenuto in gigante a Pechino nel clima ovattato della bolla anti-Covid?

Metto le due gare sullo stesso piano, sono entrambe molto speciali. Ma sì, al traguardo non ho mai provato emozioni come oggi (domenica, ndr). Quando Kilde, il miglior discesista del mondo, stava scendendo, tremavo con tutto il corpo. Non sono mai stato così nervoso.

Johan Clarey ti ha definito il Roger Federer dello sci...

Diciamo che Roger ha raggiunto traguardi più importanti dei miei. Ma un grande grazie a Johan per le belle parole. Come Roger, per me è importante rimanere umile e non perdere mai il rispetto per gli altri atleti.

Campione del mondo, campione olimpico e vincitore della generale di Coppa del mondo. E poi…?

È ancora troppo presto per rispondere a questa domanda. Ora ho vinto tutto ciò che conta nel nostro sport. Ma quando si vince una volta, si vuole continuare a farlo.

Ancora una volta, tu e Kilde siete ai primi due posti. Come vivi questo duello?

Direi esattamente la stessa cosa di Aleksander. L’ha descritto perfettamente: il duello tra noi è estremamente "cool", abbiamo un buon rapporto e un profondo rispetto reciproco. Possiamo anche godere sinceramente dei successi dell’altro. Il bello del nostro sport è che funziona in modo così semplice: vince chi fa il tempo migliore. Non dobbiamo combattere e non dipendiamo dall’opinione di una giuria. Chi è il più veloce, merita di vincere. Più semplice non potrebbe essere.