Gli elvetici dominano la discesa di Kitzbühel: per il bernese è il terzo successo sull’Hahnenkamm, per il nidvaldese il primo podio nella prova regina
Fenomeni. Straordinari. Campioni. Presente e futuro dello sci rossocrociato, Beat Feuz e Marco Odermatt a Kitzbühel hanno dato l’ennesima prova del loro incontenibile talento dominando la mitica discesa della Streif, imponendosi per distacco su tutti gli avversari. Per la precisione è stato il 34enne bernese a precedere il connazionale di dieci anni più giovane, ma di soli 21 centesimi. Firmando così una doppietta elvetica che mancava dal 1992, quando Franz Heinzer, Daniel Mahrer e Xavier Gigandet avevano occupato addirittura tutti e tre i gradini del podio. L’ultima volta che due svizzeri avevano occupato i primi due posti in una discesa di Coppa del mondo, risaliva invece al novembre 2018, con Feuz davanti a Mauro Caviezel a Beaver Creek.
Il primo degli “altri”, l’austriaco Daniel Hemetsberger, è terzo a quasi un secondo da Feuz (+0”90). Il grande favorito, il norvegese Kilde – leader della Coppa del mondo della specialità –, solo sesto ad addirittura 1”23 dalla vetta, giusto davanti all’italiano Paris (trionfatore quattro volte nelle gare dell’Hahnenkamm, tre volte in discesa e una in superG, ma staccato di 1”27) e al rossocrociato Niels Hintermann, ottimo ottavo a 52 centesimi dal terzo rango.
Chi invece è ormai un habitué del podio è proprio Beat Feuz (da pochi giorni diventato per la seconda volta papà), che dopo aver inseguito per anni un successo sulla Streif che sembrava maledetto e che continuava a negarsi al campione di Schangnau in maniera anche beffarda – quattro volte secondo tra il 2016 e il 2020, con in particolare nel 2018 la vittoria negatagli inaspettatamente dal semisconosciuto Thomas Dressen –, l’anno scorso si è sbloccato trionfando due volte in 48 ore. E oggi, dopo la parziale delusione dell’ottavo posto conquistato nella discesa accorciata di venerdì, ha calato il tris, tornando al successo in Cdm dopo quasi un anno d’attesa (l’ultimo era proprio quello di “Kitz”) e raggiungendo nell’albo d’oro gente come lo stesso Paris, ma anche i connazionali Pirmin Zurbriggen e Franz Heinzer. E mettendo nel mirino mostri sacri come gli austriaci Franz Klammer e Karl Schranz (4 successi a testa), secondi solo al neocastellano Didier Cuche, unico sciatore della storia a imporsi cinque volte (tra il 1998 e il 2012) in quella che è forse la discesa più spettacolare e iconica del Circo Bianco.
«Partire più in alto mi aiuta e nella parte centrale, dove avevo sbagliato venerdì, sono riuscito a prendere la velocità giusta per affrontare la Hausbergkante – ha analizzato il detentore degli ultimi quattro globi della disciplina regina –. L’arrivo di Marco (Odermatt, ndr) ha fatto bene anche a me, è un giovane “insolente” che affronta la Streif senza pensarci troppo, mentre io sono più riflessivo, per cui ci completiamo e siamo sulla stessa lunghezza d’onda».
E sulla buona strada per accumulare successi anche sui pendii più veloci e difficili del circuito è sicuramente Marco Odermatt. Il secondo posto di oggi è infatti solo l’ultimo di una serie di risultati straordinari ottenuti dal 24enne di Buochs anche nelle discipline veloci e che confermano come lo specialista del gigante – una definizione ormai decisamente riduttiva – sia a tutti gli effetti lo sciatore più completo del lotto. Già venerdì nella sorta di discesa sprint sulla Streif aveva ottenuto un ottimo quinto posto, per non parlare del secondo rango conquistato la settimana prima nella libera di Wengen (preceduta di 24 ore dal successo in superG) o ancora della vittoria sfiorata (battuto solo da un grande Paris) sempre in discesa a fine dicembre a Bormio. Il tutto senza perdere colpi nella sua disciplina, il gigante, che sta letteralmente dominando. Un’evoluzione quella del cinque volte campione mondiale juniores nel 2018 a Davos – all’undicesimo podio stagionale su 17 gare disputate – confermata anche dal chiaro primato nella classifica generale di Coppa del mondo (sono ben 375 i punti di vantaggio sul primo inseguitore, Kilde). Come dire che alle imminenti Olimpiadi, Odermatt sarà decisamente l’uomo da battere.