Sci

Figini e Gut-Behrami: 'Doris un esempio per noi'

Le due sciatrici che hanno seguito le orme della De Agostini facendo la storia dello sport ticinese raccontano il loro rapporto con la campionessa scomparsa

22 novembre 2020
|

Se Doris De Agostini è per certi versi stata un'apripista per lo sci ticinese, Michela Figini ne ha seguito a meraviglia la scia. Partita dalla Leventina pure lei, è arrivata a conquistare un oro (un anno dopo il ritiro della De Agostini, nella discesa delle Olimpiadi di Sarajevo del 1984) e un argento (a Calgary 1988 in supergigante) olimpici, tre medaglie mondiali (di cui una d'oro a Bormio nel 1985), sei coppe del mondo di specialità (4 in discesa, una in gigante e una in super-G) e due generali, nel 1985 e nel 1988. Prima di appendere gli sci al chiodo pure lei molto presto, a soli 24 anni.

«Conquistare una medaglia è il sogno di ogni sciatrice ed è stato bello vedere Doris riuscire a realizzarlo nel 1978 – ha affermato alla Rsi Figini riferendosi al bronzo mondiale in discesa –. Ho gareggiato con Doris per un anno, io ero agli inizi mentre lei a fine carriera ed è subito stata un grande esempio per me. Io forse avevo qualcosa in più tecnicamente, certe cose mi riuscivano più facilmente, ma proprio per questo soprattutto dal punto di vista del carattere mi ha dato tanto, ogni suo consiglio è stato prezioso. Per quel che riguarda invece l'approccio al contorno mediatico che ruota attorno al Circo Bianco eravamo molto simili, sapevamo che era utile e necessario, ma lo vivevamo a fatica: a noi importava gareggiare».

Lara Gut-Behrami: 'C'era nelle vittorie come nei momenti difficili, sono stata fortunata'

Nasceva invece un anno dopo il ritiro di "Michi" la terza atleta che ha finora riscritto la storia dello sci alpino ticinese, Lara Gut-Behrami, vincitrice a sua volta del grande globo di cristallo nel 2016, oltre a due coppe di specialità (super-G nel 2014 e 2016), un bronzo olimpico (in discesa a Sochi 2014) e cinque medaglie mondiali (3 argenti e 2 bronzi).

«Non ho vissuto Doris da atleta ma ho avuto la fortuna di conoscerla come persona e di scoprire l'incredibile persona che c'era dietro alla campionessa – ha dichiarato la 29enne in diretta Skype –. Quando ero bambina e mi allenavo con mio papà lei era sulle piste con i suoi figli e sono cresciuta un po' con lei e con Michela (Figini, ndr), visto che entrambe sciavano con mio padre e mio zio. Più volte al termine delle mie gare l'ho ritrovata al traguardo pronta ad abbracciarmi con il suo splendido sorriso, era quasi più felice di me. E anche quando le cose non andavano bene, trovava sempre il modo di essere presente, magari scrivendo a mio papà e facendo sentire la sua presenza con dolcezza. E io mi sentivo molto fortunata».

Resta connesso con la tua comunità leggendo laRegione: ora siamo anche su Whatsapp! Clicca qui e ricorda di attivare le notifiche 🔔