Yann Sommer è fermo ormai da un mese, ma non si preoccupa troppo: ‘L’obiettivo è giocare giovedì con il Ghana’. Per Yakin ‘ci attende una sfida eccitante’
L’infortunio è più grave di quanto si pensasse in un primo momento», Yann Sommer, a pochi istanti dalla partenza per Doha non nasconde la realtà. In un primo momento infatti l’estremo difensore del Mönchengladbach, infortunatosi in Coppa lo scorso 18 ottobre contro il Darmstadt, sperava di rientrare nell’incontro di venerdì scorso contro il Borussia Dortmund, ma la sua caviglia non era ancora pronta: «Non è mai una cosa da nulla quando vengono toccati i legamenti, ho ripreso ad allenarmi da qualche giorno e questa partita è semplicemente arrivata troppo presto».
Sommer si è già allenato ieri e spera di poterlo fare nuovamente a pieno regime domani nel primo allenamento in Qatar ed è fiducioso in vista della rassegna iridata: «Spero di essere in grado di giocare giovedì contro il Ghana», tuttavia una sua titolarizzazione non è una condizione imprescindibile perché sia in campo il 24 novembre nel debutto mondiale contro il Camerun: «In fondo è solo da un mese che sono fermo, non è troppo tempo e sono lungi dall’aver perso tutte le sensazioni».
L’eroe degli scorsi Europei è però sempre rimasto sereno e concorda con la scelta di Murat Yakin di convocare quattro portieri: «Non ho mai ceduto alla paura di non poter prendere parte alla Coppa del mondo, ma un po’ di prudenza si impone visto che io sto rientrando da un infortunio, Jonas Omlin pure e Kobel era fermo in ottobre».
Anche Yakin e il suo vice Vincent Cavin non sono per nulla preoccupati per le condizioni del loro numero 1, «è nei tempi prestabiliti – così come possono essere sollevati del fatto che l’ultimo weekend sia stato privo di brutte notizie –. L’unica sostituzione, quella di Xhaka contro il Wolverhampton, non è dovuta a un infortunio, bensì a malattia, infatti per tutta la settimana un brutto virus è circolato nello spogliatoio dell’Arsenal».
Se Sommer era già il titolare della porta rossocrociata quattro anni fa e la riserva di Benaglio in Brasile, chi è al debutto è il selezionatore Murat Yakin, che nel 1994 era stato scartato da Roy Hodgson per motivi disciplinari (un’uscita al bar dell’hotel troppo tardiva), mentre nel 2006 non era più stato convocato da Köbi Kuhn dopo le prime tre partite di qualificazione contro Isole Faroe, Eire e Israele. «Sento il peso delle attese riposte su una Nazionale che negli ultimi anni ha dimostrato di poter rivaleggiare contro le migliori squadre al mondo. La sfida che ci attende in Qatar è molto eccitante».
E così come non si preoccupa delle condizioni di Sommer, Yakin è pure fiducioso del fatto che Shaqiri, nonostante l’ultima partita stagionale con i Chicago Fire disti quarantasei giorni dal debutto mondiale e abbia trascorso la seconda parte di questa inattività allenandosi con il Lugano, si presenti carico al massimo contro il Camerun: «Non ho nessun dubbio riguardo a Xherdan, che arriva da due settimane d’allenamento con il Lugano e che è un giocatore in grado di cavare il coniglio dal cilindro anche senza avere nelle gambe un minutaggio estremo». A 31 anni (e assieme allo stesso Sommer, a capitan Xhaka e ad Akanji) Shaqiri è ancora uno degli uomini chiave della selezione elvetica e la speranza è che sia nuovamente decisivo per il passaggio del turno, come accaduto quattro anni fa con il gol allo scadere contro la Serbia e otto anni fa con la tripletta all’Honduras.