Il conflitto è stato anche al centro del discorso del presidente del Comitato internazionale paralimpico Andrew Parsons
Giochi in tempo di guerra, Giochi "per la pace e per un mondo unito", perché come recita il claim, "il cambiamento parte dallo sport". Dopo l’aggressione dell’Ucraina da parte della Russia, prendono il via le Paralimpiadi invernali di Pechino 2022 in pieno conflitto e con la violazione della stessa tregua olimpica da parte di Vladimir Putin, che solo un mese fa era seduto nello stesso stadio al fianco del leader comunista Xi Jinping.
E il conflitto che sta tenendo col fiato sospeso il mondo, è stato anche al centro della marcia d‘avvicinamento alla cerimonia d’apertura e dell’accorato discorso del presidente del Comitato internazionale paralimpico Andrew Parsons, dopo la decisione di fare dietrofront a seguito della pressione di diversi comitati paralimpici nazionali di escludere dai Giochi invernali cinesi gli atleti russi e bielorussi. "Pace", ha urlato forte un accorato Parsons al termine del suo discorso in cui, a differenza di quello del presidente del Comitato organizzatore dei giochi Cai Qi che prima del via ufficiale si era limitato a sottolineare che "questi giochi ci dimostrano che ci possiamo unire per un futuro condiviso per l’umanità" ma senza mai parlare di ‘pace’, al centro del discorso di Parsons c’è proprio il conflitto armato tra Russia e Ucraina: "Sono inorridito da ciò che sta accadendo nel mondo in questo momento. Il 21esimo Secolo è tempo di dialogo e diplomazia, non di guerra e odio. La tregua olimpica è un diktat e una risoluzione delle Nazioni Unite adottata per consenso da tutti i membri dell’assemblea generale e deve essere rispettata, non violata", ha sottolineato rivolgendosi anche agli atleti e auspicando "un mondo più inclusivo, libero dalla discriminazione, dall’odio, dall’ignoranza e dai conflitti. Qui a Pechino gli atleti competeranno tra loro, non l’uno contro l’altro. Qui verrà dimostrato il meglio dell’umanità".
Poco prima, lo stesso Parsons si era alzato in piedi solo per applaudire il passaggio degli atleti ucraini durante la cerimonia. Protagonista della sfilata, la lanterna cinese, segno di ospitalità e inclusione, il nome che fonde diversità in un’unità forte e accogliente. Lo stesso scrosciante applauso agli ucraini era stato dedicato dallo stadio Nazionale di Pechino, quasi al pari degli eroi nazionali sfilati per ultimi.
Allo stadio Nazionale di Pechino hanno sfilato 564 atleti eguagliando comunque il record di presenze di PyeongChang 2018 nonostante le assenze di russi e bielorussi, oltre al più alto numero di donne di sempre (138 contro le 133 del 2018), in rappresentanza di 46 Comitati paralimpici nazionali provenienti da tutto il mondo. Tra le nazioni al debutto assoluto alle Paralimpiadi invernali, figurano Israele e Porto Rico presenti nello sci alpino rispettivamente con Sheyne Vaspi e Orlando Perez, e l’Azerbaigian che farà il suo debutto con Mehman Ramazanzade nel Para Cross-Country Skiing.