Nella combinata femminile la 28enne si conferma campionessa olimpica, precedendo Wendy Holdener. ‘Lo stress fra le due discese mi ha fatto bene’
Come a Pyeongchang. Anzi meglio che a Pyeongchang, considerando che in Corea tra Gisin e Holdener si era inserita Mikaela Shiffrin. Questa volta invece la doppietta nella combinata femminile è stata perfetta, con Michelle Gisin che ha confermato la sua medaglia d’oro, mentre Holdener è salita di uno scalino dal bronzo all’argento. Terza si è invece classificata l’italiana Federica Brignone.
Gisin e Holdener potranno così fare rientro in Svizzera con due medaglie individuali al collo, giacché entrambe avevano conquistato un bronzo, rispettivamente in SuperG e in slalom speciale, mentre Gisin diventa anche la terza atleta (consecutiva) a firmare la doppietta in combinata già riuscita a Janica Kostelic (2002 e 2006) e Maria Höfl-Riesch (2010 e 2014). Non è però stato facile per la sorella minore di Dominique e Marc confermarsi, in quanto in estate aveva dovuto fare i conti con la mononucleosi. «Quest’estate non avrei mai pensato che mi sarei ritrovata in questa situazione oggi. Il fatto che durante la gara stesse nevicando mi ha portato fortuna, secondo i miei genitori», ha dichiarato alla Rsi la campionessa obvaldese.
Alla fine il distacco fra le due rossocrociate è stato di 1"05, mentre dopo la discesa Holdener (undicesima) precedeva la sua compagna (dodicesima) di un centesimo. Dal canto suo Priska Nufer (decima dopo la discesa) è uscita nello slalom, stesso destino della grande favorita Mikaela Shiffrin, nella cui Olimpiade nulla è andato per il verso giusto. Con grande lucidità e sportività l’americana ha commentato la sua Olimpiade così: «Non mi spiego questa uscita, perché la sciata c’era, ma in questo momento non provo nessuna emozione. Ai Giochi la sola cosa che ti rende felice è vincere, ma se ripenso alla mia carriera i trionfi sono stati tanti, per cui va bene così, ho avuto delusioni peggiori nella mia vita». Brignone è invece stata staccata di 1’85" dalla vincitrice, mentre la capofila dopo la discesa, l’austriaca Christine Scheyer, ha chiuso al sesto posto a tre secondi e mezzo.
In particolare la manche fra i paletti stretti di Gisin è stata di altissimo livello: «È stata una delle migliori manche di slalom della mia carriera ed è incredibile che mi sia successo proprio oggi, dopo che in discesa in un punto avevo rischiato troppo. Questa disciplina non è facile, perché bisogna essere al top in due discipline diverse, ciò che spiega l’esiguo numero di atlete al via. Non è facile cambiare stile e passare dagli sci lunghi agli sci corti in così poco tempo. Con anche le ricognizioni da fare c’era un po’ di stress ma potrebbe essere stato benefico per me».
Difficoltà confermata dall’eliminazione di Shiffrin: «Ho avuto una botta d’adrenalina quando l’ho vista uscire, ma avrei preferito combattere con lei sul tracciato. Sono fiera di aver difeso il titolo, è una cosa folle, ma ho realizzato cosa significasse soltanto fra le due discese. Ho spinto a tutta e ho dato gas da cima in fondo. La sensazione è diversa rispetto a quattro anni fa, allora avevo ipotecato la vittoria in discesa. È comunque tutta la mia squadra che ha meritato questa vittoria, dal mio ragazzo Luca De Aliprandini alla mia famiglia».
Come sempre Gisin riserva parole d’elogio anche per la sua compagna: «È fantastico che anche Wendy abbia portato il livello della sua prestazione al massimo, in particolare con una discesa sensazionale. Lì è migliorata tantissimo rispetto al primo allenamento. Nei grandi appuntamenti siamo davvero state ben ripagate dalla combinata visto che è la seconda doppietta che festeggiamo assieme, dopo quella dei Mondiali di St. Moritz del 2017 (quella volta però a ranghi invertiti, ndr)».
Wendy Holdener non è invece riuscita a completare il suo palmarès con l’oro olimpico individuale: «Sono felice del risultato in quanto il primo allenamento di discesa era stato complicato, mentre oggi sono volata; nello slalom non sono però riuscita a trovare il limite come Michelle che ha sciato in una maniera incredibile. La mia prestazione è stata buona, la sua ancora di più. Nella parte alta dello slalom sono andata a tutto gas, poi ho fatto più fatica, ma non poteva praticamente andare meglio di così. Sono soddisfatta di questa quinta medaglia olimpica, è comunque dura essere così vicina all’oro. È bello essere in queste posizioni in eventi del genere e non vedo l’ora del Team event, nel quale vogliamo ripetere il successo di quattro anni fa». Il Team event è in programma per sabato, al quale Holdener (secondo quanto riportato dalla Rsi) dovrebbe competere in squadra con Andrea Ellenberger, Justin Murisier e Gino Caviezel.
Intanto Holdener diventa la terza atleta svizzera a conquistare cinque medaglie ai giochi olimpici invernali dopo la collega Vreni Schneider e il bobbista Fritz Feierabend, mentre Gisin entra a fare parte dell’ottetto di pluricampioni olimpici invernali elvetici.
Ma è il risultato di tutta la squadra femminile dello sci alpino a Pechino a essere memorabile, infatti è solo la seconda volta dal 1988 (anno in cui il SuperG fece la sua comparsa nel programma olimpico) in cui almeno una svizzera è salita sul podio di ogni gara. Anche a Calgary erano arrivate sette medaglie, ma di cui solo due d’oro, contro le tre raccolte a Pechino. Pure a livello complessivo, i cinque ori raccolti dagli sciatori svizzeri (per quanto riguarda il settore alpino) rappresentano un traguardo mai raggiunto da nessun’altra nazione finora.