‘Lasciamo un messaggio di pace’. Da Parigi uno show memorabile e un appello al mondo intero, col gran finale e un Tom Cruise in stile Mission Impossible
‘L’amor che move il sole e l’altre stelle’. Cerimonia di chiusura in grande stile alle Olimpiadi di Parigi 2024, con Imane Khelif che sventola la bandiera algerina e morde il suo oro davanti agli 80mila spettatori dello Stade de France, dove stavolta la bandiera rossocrociata è affidata a Roman Mityukov e Julie Derron, vincitore di uno spettacolare bronzo nei 200 metri dorso il primo, autrice di uno straordinario exploit la seconda, mettendosi al collo un argento nel triathlon che era del tutto inatteso. «Lo spirito di pace è il messaggio che le Olimpiadi lasciano in eredità al mondo» ha detto il presidente Cio Thomas Bach, prima che la bandiera olimpica passasse nelle mani di coloro che le organizzeranno a Los Angeles, dal 14 al 30 luglio del 2028, e che i trentatreesimi Giochi fossero dichiarati chiusi.
Nello Stade de France gremito, la cerimonia di chiusura è cominciata puntuale, alle 21, con il presidente Emmanuel Macron e la moglie Brigitte, che hanno fatto gli onori di casa in tribuna autorità insieme al presidente del Cio, che ha resto omaggio alla Ville Lumière, che ha vibrato al ritmo olimpico e che a fine agosto continuerà a farlo con i Giochi Paralimpici. Stavolta, rispetto alla cerimonia d’apertura, non c’è stato alcun problema di pioggia a rovinare lo show. Anzi. La serata è cominciata con uno dei brani più celebri di Edith Piaff, ‘Sous le Ciel de Paris’, appunto, interpretato sotto alla mongolfiera dorata con la fiamma olimpica che per sedici giorni ha brillato nei Giardini delle Tuileries, conquistando autoctoni e turisti. Più breve della mega-sfilata sulla Senna coronata dall’Inno all’amore di Céline Dion sulla Tour Eiffel, il 26 luglio, il gran finale è cominciato con il ritorno degli atleti allo stadio, seguito da uno show di quaranta minuti, che ha reso omaggio alla Grecia classica, poi conclusosi con un festeggiamento in musica. Per una strana ironia della sorte, più o meno nello stesso momento, le autorità elleniche ordinavano l’evacuazione della storica città di Maratona, vicino ad Atene, minacciata dagli incendi.
Nel palco da 2’800 metri quadrati, in una cerimonia stavolta nel segno della tradizione e senza trasgressioni, i padroni di casa sono stati Air e Phoenix, le due band punte di diamante della cosiddetta ‘French Touch’, la corrente electro-pop d’Otralpe che assieme agli ormai disciolti Daft Punk ha conquistato il pianeta. Fulcro dello show nella nuova Atene di Francia, una specie di opera battezzata ‘Records’ (che in inglese significa anche archivi), misto di rievocazioni passate e immaginario futurista. Sono seguiti i discorsi di ringraziamento di Bach e del presidente del comitato organizzativo dei Giochi, Thomas Estanguet. Poi il passaggio di testimone a Los Angeles, come un omaggio ai due Paesi. Fu infatti il marchese di La Fayette a combattere per l’indipendenza a stelle e strisce e lungo la Senna, ancora oggi, svetta una copia in miniatura della Statua della Libertà, concepita dallo scultore e patriota francese Frédéric-Auguste Bartholdi.
Così, per tutti l’appuntamento è per il 2028 in California. Con ‘l’hollywoodiano’ Tom Cruise che fa da simbolico ponte tra Parigi e gli States, calandosi dall’alto nello Stade de France come farebbe in Mission Impossible, per il più inatteso tra i possibili colpi di scena finali.