Fallita la caccia della statunitense ad altri ori: quinta alla trave e seconda al suolo, lascia comunque Parigi con 4 medaglie
La giornata conclusiva della gara olimpica di ginnastica artistica non è andata come sperava Simone Biles: la statunitense ha dovuto infatti accontentarsi dell'argento al suolo. Dopo aver conquistato l'oro a squadre, nel concorso generale e al volteggio, Biles ha preso parte – da favorita – anche alle finali alla trave e, come detto, al corpo libero, due specialità in cui si è per una volta dimostrata ‘umana’: alla trave è infatti caduta e ha chiuso al quinto posto, mentre al suolo per due volte è uscita dal praticabile e così è stata superata dalla brasiliana Rebeca Andrade per 0,033 punti.
Per la verità, non è la prima volta che vediamo la statunitense un po‘ in crisi: ai giochi di Tokyo aveva abbandonato la finale a squadre dopo un salto fallito, e nell'unica altra finale, alla trave, aveva conquistato ’solo' il bronzo. Si giustificò dicendo che il suo copro e la sua mente non stavano più lavorando in armonia come nel passato. Fu l'inizio di una crisi depressiva, e nessuno – nemmeno Simone - in quei giorni credeva che sarebbe stata in grado di partecipare a un'altra Olimpiade: infatti impiegò ben due anni prima di tornare a gareggiare. E invece, a Parigi c'era eccome, e si è portata casa ben quattro medaglie (3 ori e 1 argento). «Ho ottenuto più di quanto avrei potuto immaginare nei più ottimisti dei miei sogni», ha detto la ginnasta, che coi suoi 27 anni è la più anziana campionessa a cinque cerchi nella ginnastica dal 1952. L'argento conquistato al suolo lunedì è la sua 41a medaglia fra Mondiali e Olimpiadi (7 ori ai giochi e 23 titoli iridati). Il suo nome è stato dato, fin qui, a ben cinque figure della ginnastica artistica, e negli esercizi al suolo si è dovuto creare un nuovo livello di difficoltà dopo aver visto il suo doppio salto mortale all'indietro con tre avvitamenti.
E non va dimenticato che una simile carriera è stata percorsa da una ragazza che certo non veniva da una facile condizione familiare: orfana di padre, aveva una madre drogata e alcolizzata. Fu adottata dal nonno materno e dalla sua seconda moglie. Senza dimenticare che è stata pure fra le vittime del famigerato medico sportivo statunitense Larry Nassar, condannato a 175 anni di prigione nel 2018 per numerose aggressioni sessuali. Quando rivelò di soffrire di depressione, divenne modello e fonte d'ispirazione per moltissime persone col suo stesso problema. E, non dimentichiamolo, non ha esitato a rispondere per le rime all'ex presidente Usa Donald Trump in occasione di una delle sue frequenti esternazioni di stampo razzista, e così è divenuta pure un simbolo nella lotta per l'emancipazione delle minoranze. La speranza di tutti gli appassionati è di rivederla ai prossimi Giochi, nel 2028, che si terranno proprio negli Stati Uniti, a Los Angeles.