Nel due di coppia con Andrin Gulich, il lucernese, al suo terzo gettone olimpico, cerca la finale nel due di coppia
Il terzo tentativo sarà la volta buona per Roman Röösli? Settimo nel 2016 nel quattro di coppia e quinto nel 2021 nel due di coppia, il lucernese, in coppia con Andrin Gulich nel due senza timoniere spera finalmente di mettere le mani su una medaglia a Parigi 2024.
Per un attimo è stato tentato di unirsi ad Alinghi come Barnabé Delarze, poi, però, Roman Röösli non se l’è sentita di compromettere la sua passione per il canottaggio, una passione che a 30 anni è coinvolgente come i primi anni. «Mi piace allenarmi a Sarnen. Mi piace molto l'ambiente che c’è qui», dice Röösli, tornato al Centro nazionale nel 2022 dopo aver completato con successo i suoi studi a Oxford.
Campioni del mondo e d'Europa nel 2023, Röösli e Gulich formano un duo vincente dallo scorso anno. «Il due senza timoniere mi permette di sfruttare tutte le mie qualità», dice, sorridendo, Röösli. La tecnica ha la precedenza sul fisico e questo mi si addice. Soprattutto, è necessario distribuire bene lo sforzo». L'intesa con Andrin Gulich, di cinque anni più giovane, è ovviamente una delle chiavi del suo recente successo. «A 25 anni, Andrin mi ha insegnato a non prendere tutto così sul serio».
Roman Röösli è ben consapevole di quanto debba al suo sport: «Il canottaggio è una straordinaria scuola di vita». Bisogna sempre cercare di progredire, spingersi al limite, rispettare un livello di disciplina molto alto e, alla fine della giornata, far parte della squadra». Il lucernese è anche consapevole che nel grande giorno tutto deve essere perfetto per ottenere un grande risultato. Non è stato esattamente così negli spareggi di domenica, dove un quarto posto ha costretto Roman Röösli e Andrin Gulich alla fase di ripescaggio. «Ma il ripescaggio che siamo riusciti a superare è stato forse una benedizione», conclude Roman Röösli in vista delle semifinali di mercoledì.