La francese fa gara a sé e precede Batten e Rissveds. Solo settima l'elvetica, addirittura 21a Sina Frei. E domani occhi puntati su Schurter e Flückiger
Ennesima delusione per lo sport rossocrociato in un primo weekend olimpico senza lo straccio di una soddisfazione vera. Nella prova di mountain bike, il titolo è andato alla francese Pauline Ferrand-Prévot, la quale si è inventata una nuova disciplina: la cronometro di cross-country. La grande favorita della vigilia, infatti, è partita in solitaria nel corso del primo dei sette giri in programma e nessuno l’ha più vista fino al traguardo. Alle sue spalle, con un distacco di 2’57” si è piazzata la statunitense Haley Batten, mentre il bronzo è andato al collo della svedese Jenny Rissveds (a 3’02”). Sono trascorsi tre anni dalla clamorosa tripletta rossocrociata a Tokyo e dal facile (troppo facile) percorso parigino la Svizzera esce ridimensionata. Alessandra Keller, capofila stagionale di Coppa del mondo, si è infatti dovuta accontentare del settimo posto, con l’abissale ritardo di 4’41”, mentre Sina Frei è passata dall’argento del 2021 al deludentissimo 21° posto a 9’32”, complice un guaio meccanico che l'ha costretta a ricorrere alla zona tecnica già nel corso del primo giro. La nidvaldese ha provato a tenere il passo delle migliori, ma fin dalle prime battute si è capito che difficilmente sarebbe stata una giornata di gloria. Ha spesso fatto l’elastico con le posizioni a ridosso del podio (nel corso dei primi giri sembravano assegnate a Ferrand-Prévot, all’olandese Puck Pieterse e all’altra francese Loana Lecomte), ma ogni volta in cui riusciva a ricucire il ritardo, una nuova accelerazione la rimetteva al gancio. Nel corso dell’ultimo giro l’elvetica è andata alla deriva, complice una foratura, passando dalla quarta alla settima posizione.
Se Ferrand-Prévot ha fatto gara a sé, alle sue spalle non sono mancati i colpi di scena. Come quello che nel corso del quarto giro ha costretto Lecomte al ritiro, quando si trovava in terza posizione. Per lei una bruttissima caduta su uno dei pochi rock-garden di un tracciato estremamente filante e poco tecnico: la giovane transalpina ha dovuto essere trasportata all’ospedale in barella. Nel corso del quinto giro, la malasorte ha colpito anche Puck Pieterse, la quale già assaporava la medaglia d’argento, ma che d’improvviso si è ritrovata con la gomma posteriore afflosciata ed ha perso una trentina di secondi nel cambio ruota. Ciò nonostante, l’olandese è riuscita a risalire fino al quarto posto, con un distacco dalla Rissveds fissatosi comunque in 21”.
Per quanto riguarda Pauline Ferrand-Prévot, la transalpina era alla sua ultima Olimpiade, per lo meno in sella a una mountain-bike, e ha centrato quel risultato sempre sfuggitole, a Londra (21ª), a Rio de Janeiro (ritiro) e a Tokyo (10ª). Per una delle più grandi interpreti dello sport delle due ruote, è arrivata la ciliegina sulla torta dopo i cinque titoli mondiali nel cross-country, ai quali se ne sono aggiunti uno nel ciclocross, uno nel gravel e uno su strada. E la carriera della transalpina ripartirà proprio dalla strada, disciplina sulla quale intende concentrarsi a partire dalla prossima stagione, in seno alla corazzata Ineos.
Dalla delusione in campo femminile, alle speranze in campo maschile di smuovere finalmente un medagliere che rispetto a Tokyo ha già perso ben quattro medaglie (le tre delle biker e quella di Nina Christen nella carabina 10 metri). Nino Schurter e Matthias Flückiger puntano a un posto sul podio nella prova di lunedì. La concorrenza, tuttavia, sarà particolarmente agguerrita. Tre anni fa, Flückiger aveva chiuso al secondo posto alle spalle dell’inglese Tom Pidcock, mentre il dieci volte campione del mondo Schurter si era dovuto accontentare dell’amarissimo quarto posto, a completare una collezione davvero straordinaria fatta dell’oro di Rio 2016, dell’argento di Londra 2012 e del bronzo di Pechino 2008. In stagione il grigionese si è dimostrato all'altezza della situazione, con la vittoria in Val di Sole e il secondo posto a Nove Mesto, mentre Flückiger è apparso in progresso nelle ultime uscite, con il secondo posto sia a Crans-Montana (sul tracciato dei Mondiali 2025), sia nell’ultima uscita di Coppa a Les Gets. Il favorito della prova rimane comunque il campione olimpico in carica, il britannico Pidcock, a maggior ragione su un percorso come quello parigino che favorisce gli stradisti abituati a ritmi e velocità elevate. Attenzione pure ai francesi Jordan Sarrou e Victor Koretzky – di sicuro galvanizzati dal trionfo di Ferrand-Prévot –, così come al sudafricano Alan Hatherly, attuale leader di Coppa del mondo. Tra i papabili a una medaglia, da annoverare pure il tedesco Schwarzbauer, lo statunitense Blevins, l’italiano Braidot, il danese Andreassen e il neozelandese Gaze. Per Schurter e Flückiger, insomma, la concorrenza non manca: per salire sul podio sarà necessaria una gara pressoché perfetta.