laR+ Parigi 2024

‘Sparando benissimo sarei stato davanti a tutti. Invece...’

A un paio d'ore dal mancato accesso alla finale nella pistola a 10 metri, Jason Solari analizza la sua gara: ‘Ho chiuso bene, ma peccato per l'inizio’

Fine del sogno olimpico Parigino
(Swiss Shooting)
27 luglio 2024
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«Jason ha indubbiamente avuto un po‘ di difficoltà all'inizio della gara, e in particolare nelle prime due serie – analizza a un paio d'ore di distanza dalla prova di qualificazione per la finale della pistola a 10 metri Mauro Biasca, l'allenatore di Jason Solari –. Non è riuscito subito a trovare il ritmo ideale e le giuste sensazioni. Questo lo ha sicuramente penalizzato. Lasciate alle spalle le prime due modeste serie, Jason ha finalmente trovato il feeling giusto, entrando definitivamente in gara. Ciò gli ha permesso di rimontare qualche posizione e riaprire il discorso per la qualificazione per la finale, arrivando fino a sfiorarla: al tirar delle somme non è mancato molto per centrare l'obiettivo... Tolte le prime due serie, il resto del percorso di Jason è comunque stato positivo, nella terza e nella quarta serie ha sì ancora commesso alcuni errori che si sono tradotti in qualche altro prezioso punticino perso per strada, ma grazie al bel finale si è comunque risollevato, fino a chiudere la sua gara con un buon ventesimo posto».

‘Mikec a parte, gara parecchio tirata’

A bocce ferme, con 573 punti, Jason Solari è arrivato a quattro punti dalla finale (il tedesco Robin Walter, ottavo e ultimo qualificato per la finale, ne ha totalizzati quattro più di lui: 577)... «Quattro punti che possono essere visti come tanti ma anche pochi... In generale, questa è stata una gara alquanto difficile e tirata: a parte il serbo Damir Mikec, autore di un buon risultato (il più preciso, dall'alto dei suoi 584 punti, tre in più del secondo classificato), gli altri hanno messo a referto un punteggio piuttosto modesto, prova ne è che dal secondo all'ottavo (come pure al nono e al decimo, esclusi dalla finale) ci sono appena 4 punti; e tutti punteggi piuttosto bassi rispetto alle serie abituali in una gara internazionale di un certo livello. In Coppa del mondo capita raramente di vedere serie di 93 o 94 punti: qui a Châteauroux invece è successo a diversi concorrenti di incappare in risultati così modesti... Evidentemente tutti erano consapevoli che la finale era alla loro portata e sicuramente l'emozione ha giocato un ruolo determinante in parecchi. Un plauso lo devo comunque fare a Jason, che malgrado il complicato inizio, fino all'ultimo ha lottato, senza mai cedere, pur nella consapevolezza che il compito di recuperare il passivo delle prime due serie, in ognuna delle quali ha lasciato 4 punti, era alquanto duro. Per esperienza, inizi così sono difficili da raddrizzare completamente: a meno di piazzare due-tre serie veramente ’pesanti‘ (di 98-99 punti) il massimo a cui puoi ambire è portare a casa un buon risultato, ma non quello che si vorrebbe, perché poi tutto diventa complicato. Jason ci ha comunque provato, riuscendoci pure, ma solo nella sua ultima serie (98)».

Mente già proiettata a Los Angeles 2028

Ed è appunto da questo finale positivo che Mauro Biasca prende spunto per guardare avanti: «Nel finale, ho visto in Jason il suo carattere, la capacità di lottare anche in situazioni difficili. Come prima esperienza su questa ribalta, è arrivato molto vicino a quello che era il suo obiettivo e questo mi lascia ben sperare per il futuro, a cominciare dalle prossime gare. Ci sarà un'altra volta: il tempo di lasciar passare le emozioni di Parigi 2024 e poi ci rimetteremo al lavoro, pensando al prossimo appuntamento con i Cinque cerchi: a soli 24 anni (uno dei più giovani in questa competizione), Jason avrà di certo altre chance per raggiungere la finale olimpica, a cominciare dal 2028 a Los Angeles, ed è per quella scadenza che inizieremo a lavorare una volta rientrati in Ticino. Con il vantaggio di aver già acquisito parecchia esperienza a questi livelli...».

‘Dopo la terza serie sapevo che le chance erano ridotte a un lumicino’

«C’è delusione, sono logicamente non contento del risultato, ma devo accettarlo, e l'ho assimilato – è l'autocritica di Jason Solari –. Se vogliamo trovare una nota positiva della mia prestazione è ovviamente il finale, col rammarico però che se avessi trovato prima quel ritmo, forse ora saremmo qui a commentare un'altra gara e a parlare di finale, chissà...». Anche perché sparando sui livelli del suo personale (585 punti) la finale era più che un'opzione considerato che Mikec, il migliore, si è fermato a 584... «Se avessi sparato benissimo sarei stato tranquillamente davanti, sparando discretamente bene mi sarei potuto giocare l'accesso alla finale, e invece ho sparato male». La serie di undici centri infilata a cavallo tra la quinta e l'ultima serie testimoniano però di un finale comunque molto positivo... «Sì, anche se non eccezionale, considerando che in allenamento mi è già capitato di infilare serie di oltre trenta centri consecutivi».

Quali sensazioni provavi alla tua postazione di tiro? «All'inizio ero logicamente emozionato, parecchio, poi, colpo dopo colpo, mi sono un po' più rilassato. Il monitor con i miei risultati l'ho guardato solo di striscio, ma unicamente per vedere dove era finito il mio colpo precedente. Perciò non avevo una visione d'assieme del mio punteggio e nemmeno di quella degli altri concorrenti. Considerato che stimavo che la soglia per accedere alla finale si sarebbe situata attorno ai 580 punti, dopo le prime tre serie ero consapevole che con buona probabilità (diciamo l'80% delle possibilità) le mie chance di qualifica per la finale erano ridotte a un lumicino; a quel punto ho solo pensato a chiudere nel miglior modo possibile, sgombrando la testa da altri pensieri».

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