Hockey

Champions League, i Lions vogliono imitare le Aquile

Un anno dopo il trionfo continentale del Ginevra Servette, è lo Zurigo a inseguire il trono europeo. Färjestad permettendo...

I Lions sognano una notte di gloria europea
(Keystone)
17 febbraio 2025
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A un anno di distanza dal trionfo del Ginevra Servette, gli Zsc Lions hanno l'opportunità di regalare alla Svizzera la sua seconda Champions League consecutiva. Per riuscirci, i campioni svizzeri in carica dovranno però superare gli svedesi del Färjestad nella finale di domani sera (con ingaggio d'apertura alle 20.15).

Come un anno fa, a contendere a una compagine elvetica il titolo continentale sarà dunque una formazione svedese: un anno fa, alle Vernets, nell'ultimo atto del torneo il Ginevra Servette aveva infatti piegato lo Skelleftea con il punteggio di 3-2.

Vincitori in semifinale del derby rossocrociato proprio con i detentori del trofeo del Ginevra Servette – che nel torneo continentale aveva riposto molte speranze per rilanciare una stagione che in campionato si sta rivelando particolarmente tribolata –, grazie in particolare a una partita d'andata alle Vernets praticamente a senso unico (e chiusa con il punteggio di 1-6), Andrighetto e compagni avranno il vantaggio di giocare l'ultimo atto del torneo continentale 2024/25 nella loro Swiss Life Arena.

Malgrado questo vantaggio, la finale s'annuncia particolarmente equilibrata, tra uno Zurigo che cerca la sua seconda consacrazione continentale dopo quella centrata nel 2009 (quando la Continental Cup si disputava con un altro formato e soprattutto comprendeva anche formazioni russe) e un Färjestad che dal canto suo, pur figurando regolarmente nel ristretto gruppo delle squadre più competitive del Vecchio Continente, sinora non è ancora riuscito a iscrivere il suo nome nell'albo d'oro della competizione.

Statistiche alla mano, le due finaliste si presentano all'appuntamento più o meno con i medesimi numeri: nelle dodici tappe del torneo che hanno fatto da preludio alla sfida della Swiss Life Arena hanno entrambe messo a referto 49 reti, mentre alla voce gol incassati la differenza è pressoché minima: 24 quelli subiti dai Lions contro i 22 del Färjestad.

Dopo essersi inchinato all'overtime venerdì sera a Friborgo, sabato, nella ‘prova generale’ alla Vaudoise Arena, lo Zurigo era riuscito ad avere la meglio sul Losanna nello scontro al vertice del massimo campionato imponendosi ai rigori. Pur dovendo fare a meno di un pezzo da novanta come Sven Andrighetto, annunciato come malato, ma che per la finale continentale dovrebbe essere recuperato per buona pace dei tifosi zurighesi.

Andrighetto pedina indispensabile di Bayer

Andrighetto resta senza dubbio una delle pedine indispensabili sullo scacchiere di Marco Bayer in questa edizione della Champions League, che con un bottino personale di 20 punti (frutto di 8 reti e 12 assist) lo vede guardare tutti dall'alto nella classifica dei migliori realizzatori del torneo. E poco distante da lui c’è pure Denis Malgin, a quota 17 punti sulla ribalta continentale, e solo a una ‘tacchetta’ in meno del miglior realizzatore con la maglia del Färjestad, Oskar Steen.

La nota negativa, sul fronte degli svedesi, arriva invece dall'attuale rendimento in campionato della compagine basata a Karlstad. Il Färjestad infatti è reduce da quattro sconfitte consecutive in campionato, per un bilancio che dalla qualificazione alla finale continentale (a spese dello Sparta Praga) in poi parla di solo due vittorie in otto partite. Non certo il trampolino di lancio idilliaco per andare a caccia della Champions League.

Se la semifinale contro i cechi era andata tutto sommato in modo spedito per gli svedesi, con una grossa ipoteca sulla qualifica all'ultimo atto già seriamente ipotecata dopo la partita d'andata, giocata per giunta in trasferta, il Färjestad, dopo una prima fase del torneo a trazione anteriore, ha corso due grossi pericoli nella fase a eliminazione diretta, rischiando addirittura di salutare il torneo già agli ottavi di finale, contro il Tampere, poi battuto grazie a una rete nel supplementare. Poi, nel turno successivo, contro il Salisburgo, gli svedesi nella partita di ritorno avevano dovuto rimediare allo scivolone dell'andata sul ghiaccio degli austriaci.

Lo Zurigo, per contro, ha conosciuto qualche patema in più nella prima fase del torneo, dove a fronte di 4 successi ‘pieni’ ne aveva pure ottenuto uno solo ai rigori contro lo Sheffield e subìto una sconfitta al cospetto del Klagenfurt. Ma poi, dagli ottavi in poi, aveva marciato in modo più spedito. E solo quando l'esito complessivo della doppia sfida di semifinale con il Ginevra Servette era ormai acquisito ha smesso di spingere sull'acceleratore.