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‘Ho preso al volo questa opportunità senza farmi troppe domande’

‘Questo gruppo ha talento’: le prime impressioni di Uwe Krupp, il nuovo coach del Lugano. I suoi assistenti saranno Paolo Morini e Flavien Conne

Subito al lavoro
(Ti-Press)
15 gennaio 2025
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Eccolo il nuovo uomo forte del Lugano. Colui a cui i vertici della società hanno affidato la missione (impegnativa sì, impossibile no, benché il tempo stringa) di raddrizzare una stagione che nelle ultime settimane ha assunto una brutta piega, con la squadra che partita dopo partita è sprofondata fino al penultimo posto in classifica, ora a soli sei punti dal fanalino di coda Ajoie.

Quarantotto ore dopo aver ufficializzato la fine dell’era Gianinazzi, i vertici dell’Hc Lugano hanno dato nuovamente appuntamento ai media in quegli stessi locali per presentare il suo successore sulla panchina della prima squadra. Già solo a guardarlo, dall’alto dei suoi 198 centimetri, Uwe Krupp è una di quelle persone che mette soggezione. E non è solo per la sua imponente figura: il suo curriculum, tanto da giocatore quanto da allenatore, parla infatti da sé. «Uwe ha avuto una carriera da giocatore davvero importante e di alto livello, inoltre ha disputato oltre 820 partite in National Hockey League, impreziosite da una Stanley Cup – tiene a sottolineare nel preambolo il Ceo del Lugano Marco Werder –. La sua forte personalità ci ha convinti che Uwe fosse l’uomo giusto per prendere in mano la squadra in questo delicato momento. Dal canto suo, Uwe era disponibile da subito a rimboccarsi le maniche e lavorare alla nostra causa, e questo per noi era fondamentale. La realtà in cui è stato proiettato, del resto, l’ha già vissuta due volte nella sua carriera da allenatore, una a Berlino e una a Colonia, e in entrambe le occasioni è stato capace di cambiare la situazione: due esperienze utili in tutti i sensi, e che torneranno sicuramente buone per il compito che è chiamato ad assolvere qui a Lugano. Siamo persuasi che abbia il carattere giusto per dirigere questo gruppo».

Ad assisterlo sulla panchina saranno l’ex allenatore della U20 e oggi video coach Paolo Morini e lo skill coach Flavien Conne. «Discutendo con Uwe e anche con Antti Törmänen, siamo arrivati alla conclusione che l’ideale sarebbe stato affiancargli due persone che già conoscevano la realtà della squadra».

«Sono passati diversi anni dall’ultima volta che sono stato catapultato sulla panchina di una squadra a campionato in corso, senza aver potuto conoscere il gruppo durante il campo di allenamento estivo – premette subito il 59enne tecnico nativo di Colonia –. D’altro canto quella che il Lugano mi ha offerto era una bella opportunità. Le discussioni con i vertici del club sono andate spedite. In un certo senso la chiamata mi ha lusingato, Lugano è un nome conosciuto e rispettato nella realtà dell’hockey svizzero ed europeo: è una di quelle squadre storiche, ed è un onore poterla allenare. È vero che per un po’ vivrò lontano da casa e dalla famiglia, ma personalmente la vivo come una grande sfida».

Anche impegnativa, considerando la situazione in cui si trova la squadra in classifica… «Ovviamente sono stato messo al corrente della situazione, e del fatto di come la squadra non stia attraversando un grande momento sul piano dei risultati e del gioco. Non conosco però tutti i dettagli, e sono dell’avviso che contino fino a un certo punto: ciò che conta è che la dirigenza si aspetta un cambiamento nel trend della squadra, ed è quello che è stato chiesto a me di attuare. Il passato per me importa relativamente: sono arrivato qui con l’intenzione di sfruttare al meglio questa opportunità e di preparare al meglio il gruppo per la restante parte della stagione, a cominciare dalla prossima partita (venerdì contro il Davos, ndr)».

Prima di incontrare i giornalisti, Uwe Krupp ha diretto per la prima volta la squadra nell’allenamento mattutino. E che impressione ne ha ricavato? «Sono rimasto subito impressionato dal talento di questo gruppo. Sono dell’avviso che ci siano tutte le tessere per comporre un puzzle vincente. So anche che ci sono alcuni giocatori ancora alle prese con postumi di infortuni, ma una volta ristabiliti, saremo sicuramente competitivi. Certo, anche gli avversari in questo campionato hanno talento, per cui solo dopo le prime partite del weekend potrò avere un’idea più dettagliata della situazione, anche se sono persuaso che con la molta qualità di questo gruppo, possiamo sicuramente fare di più. L’atmosfera che ho percepito mi è sembrata buona: quando c’è un cambio di allenatore c’è sempre un po’ di agitazione nello spogliatoio, è normale, e per questo ci tenevo a incontrare tutta la squadra prima di scendere sul ghiaccio, per presentare me stesso e per presentare quelli che sono i miei piani qui per le prossime settimane. E mi è sembrato che il gruppo abbia ben recepito il messaggio».

Uwe Krupp è più il tipo di allenatore che usa la carota o il proverbiale bastone, spronando il gruppo a lottare anche in allenamento? «A volte ci sono momenti in cui devi essere molto diretto e andare dritto al nocciolo del problema per poterlo correggere, altre volte capisci che non è il momento giusto per affrontare la questione, per cui usi un altro approccio».

L’accordo con il Lugano va fino al termine della corrente stagione. Anche perché la scelta dell’head coach per il prossimo campionato spetterà al nuovo direttore sportivo, carica ancora vacante in seno alla società: e, dunque, qual è l’obiettivo personale di Uwe Krupp? «In generale ho sempre preferito lavorare con un gruppo fin dall’inizio, e non arrivare a stagione in corso. Ma questa la ritenevo un’occasione troppo importante per lasciarmela scappare. Per cui non mi sono fatto troppe domande quando il Lugano si è fatto avanti: ho accettato senza pensare al futuro, con l’intenzione di godermi questa opportunità e fare esperienza».