Come capitato a fine ottobre, alla Gottardo Arena, al supplementare i biancoblù cedono il passo allo Zugo. Kodie Curran: ‘Sconfitta dura da digerire’
Ambrì – Tre su tre per l’Ambrì Piotta. Che per la terza volta in stagione va a punti con lo Zugo. Ma, come era già successo il 29 ottobre scorso, alla Gottardo Arena a vincere, al supplementare (e dunque a intascare il secondo punto in palio), sono gli uomini di Dan Tangnes. Contro gli svizzerocentrali non è dunque bastata ai biancoblù una prova generosa, con la squadra di Cereda che in diversi frangenti ha anche dettato il ritmo del confronto. Come non sono bastate le due volte in cui i leventinesi si sono portati in vantaggio (una prima con Landry e dopo nemmeno 3 minuti di gioco e poi, poco dopo metà partita, con Grassi). Perché in entrambe le occasioni si sono visti riprendere a stretto giro di posta dall’avversario: il primo vantaggio è durato poco più un minuto, il secondo a malapena due. Ed è in questa mancata gestione del momentum che va ricercata la chiave della sconfitta ratificata dal punto di Kovar dopo 25 secondi di prolungamento.
A concorrere nell’esito finale del confronto ci hanno però pensato anche altri fattori. In primis un powerplay dalle polveri bagnate, incapace di capitalizzare ben 4 minuti quasi consecutivi giocati con l’uomo in più nel finale del periodo centrale. E incassando pure, tra la prima e la seconda penalità, il punto del 2-2, dopo aver già corso un grosso rischio ancora in regime di superiorità numerica. «Sì, col senno di poi, avremmo dovuto raccogliere di più dai nostri powerplay, trovando magari anche la chiave per vincere la partita entro il sessantesimo – si rammarica Dominic Zwerger –. Eravamo partiti bene, decisamente meglio delle nostre ultime partite... Peccato però non essere riusciti a mantenere il vantaggio. Cerchiamo allora di vedere il bicchiere mezzo pieno: abbiamo mostrato carattere. Proprio quello che ci servirà per andare a cercare il risultato venerdì nella tana degli Zsc Lions, dove dovremo tutti dare il 100 per cento».
«Abbiamo giocato in modo solido, portando in pista le emozioni, e a tratti li abbiamo anche dominati, limitando lo spazio di manovra dei loro attaccanti, ma non è bastato – gli fa eco Kodie Curran –. Questa sconfitta è dura da digerire. Anche perché globalmente abbiamo disputato una buona partita. Possiamo e dobbiamo però migliorare, soprattutto marcando più presenza davanti alla porta avversaria e cercando i gol sporchi».
Stadler in pista ci è rimasto un cambio o poco più: 1’02” per la precisione. A gettare la spugna quasi assieme a lui sono stati Leuenberger (in pista per 1’32”) e Schlumpf (accreditato di 2’50” di ghiaccio). Hofmann ha alzato bandiera bianca nel secondo tempo. Tutti alle prese con problemi gastrici, capogiri e palpitazioni accelerate, tanto dal richiedere una visita da parte del servizio sanitario presente alla Gottardo Arena. A provocarli sarebbe stata una bevanda energetica assunta dai giocatori prima della partita.
Vaudoise Arena, sabato 19 ottobre. Luca Cereda, in sede di analisi, nel commentare la rocambolesca sconfitta dei biancoblù sul ghiaccio del Losanna aveva (anche) messo l’accento sull’operato dei direttori di gara. In quanto umani, nemmeno loro infallibili, aveva detto in quell’occasione il tecnico dell’Ambrì Piotta, ma incapaci, a suo dire «di ammettere i loro errori». Chissà, forse le sue parole sono arrivate all’orecchio di Hungerbühler che, accortosi di aver preso un granchio, nel finale di un primo tempo combattuto e spettacolare, ma con contrasti che restano al di sotto delle righe, decide di tornare sui suoi passi. Capita al 16’45” quando, in un contrasto tra Kostner e Senteler alle assi alle spalle di Genoni, l’attaccante degli svizzerocentrali finisce gambe all’aria. Il direttore di gara, che è lì a due passi, alza il braccio a indicare una penalità. Fischi dalle gradinate e proteste del numero 22, sul cui volto si leggono stupore e disappunto per la decisione. Prova a spiegargli che l’avversario ha fatto tutto da sé, semplicemente inciampando, e senza il suo ‘aiuto’. La porta della panchina dei penalizzati biancoblù intanto è già aperta: ma Kostner quella porta non la varcherà perché, per fortuna sua e dell’Ambrì, Hungerbühler fa retromarcia.