L'analisi di Kostner dopo la pesante sconfitta patita alla Gottardo Arena contro i Lions (1-7): ‘È davanti alla porta che hanno fatto la differenza’
Ambrì – Poco più di un mese fa, a Zurigo, l’Ambrì Piotta aveva fatto venire i brividi ai campioni svizzeri, che solo nel finale erano riusciti a rimettere in piedi una partita che gli uomini di Marc Crawford avevano poi vinto ai supplementari. Uno smacco che i Lions hanno restituito con gli interessi ai leventinesi, usciti sconfitti dalla replica alla Gottardo Arena con un pesantissimo 1-7. Un risultato già bell’e pronto da consegnare agli archivi alla seconda sirena di una partita peraltro incanalata su una strada a senso unico alla prima pausa, quando gli ospiti potevano già amministrare un comodissimo triplo vantaggio.
Dopo il clamoroso palo colpito da Müller subito in avvio, la partita si fa infatti tutta in salita per i biancoblù. Subita la prima rete per mano di Olsson, lesto a insaccare una prima respinta di Senn, ai leventinesi basta ‘dimenticare’ una volta Andrighetto e un’altra Malgin nell’ultimo giro d’orologio per ritrovarsi già sotto di tre gol. Troppi per cercare di fare lo sgambetto a uno Zurigo così.
«Gilles (Senn, ndr) ha iniziato bene la partita, ma non siamo stati sufficientemente decisi a spazzare la porzione di ghiaccio davanti a lui – analizza a fine partita Dario Wüthrich –. Al di là di tutto abbiamo cominciato il confronto giocando in modo solido. Poi, però, ci sono bastati un paio di errori per ritrovarci già sotto di tre gol».
Al rientro dalla prima pausa gli uomini di Luca Cereda hanno comunque il merito di provare a raddrizzare il match, ‘numero’ che in questo mese di ottobre è peraltro riuscito loro in più di un’occasione. Ridisegnati i terzetti offensivi, i biancoblù si ripresentano in pista con il baricentro più alto, cercando di riaprire la contesa. Ma il Friborgo o il Losanna, per citare due delle avversarie che avevano dovuto fare i conti con il colpo di coda dei leventinesi, non sono certo una squadra completa e cinica come il complesso di Crawford, capace di monetizzare come nessun’altra ogni minima indecisione o imprecisione avversaria. Dopo una bella occasione di De Luca, neutralizzata da un Hrubec pure intrattabile, Roher, usando i gambali di Senn come... sponda, fa poker. A quel punto anche lui decide che è troppo, e si fa rilevare da Fadani. L’1-4 di Maillet è l’unico raggio di luce in una serata che più nera non si può per i biancoblù, che continuano a subire il gioco degli avversari. E le loro reti: la quinta e la sesta, entrambe di Grant, e pure la settima, siglata da Baltisberger. Gli ultimi 20’ diventano così un lungo conto alla rovescia del tempo che separa i leventinesi dalla fine di una serata da incubo.
«Sul piano difensivo è stata una partita difficile. I Lions ci hanno tenuti sotto pressione dal primo all’ultimo minuto», conclude il difensore numero 59 dell’Ambrì Piotta.
«È davanti alla porta che lo Zurigo ha fatto la differenza: hanno vinto le battaglie davanti a Senn e Fadani, costruendo così gran parte del loro bottino – gli fa eco Diego Kostner –. Gli ultimi due minuti del primo tempo ci hanno tagliato le gambe. Stasera abbiamo preso una grande lezione di come si vince una partita. Sicuramente ciò che abbiamo mostrato sul ghiaccio non era certo abbastanza per sperare in un esito diverso... Mi spiace soprattutto per i nostri tifosi».
Chissà come sarebbe andata se Miles Müller, dopo aver fatto un zizgag tra i difensori dei Lions e poi aver aggirato il portiere avversario dopo averlo fatto sedere, avesse mandato il disco oltre la linea rossa. Invece, dopo averla percorsa tutta nella sua lunghezza, quel puck è andato ad appoggiarsi sull’altro palo, prima che Zehnder lo sparasse il più lontano possibile dalla zona calda. Già, chissà... Dall’ingaggio d’apertura era passata la miseria di un minuto e 33 secondi, e la storia della partita era ancora tutta da scrivere. L’Ambrì Piotta, in quel frangente, si trovava per giunta in inferiorità numerica. Recuperato il giocatore penalizzato, però, invece che i biancoblù, a cambiare marcia sono stati gli ospiti, per una serata che da potenziale bella fiaba, per gli uomini di Luca Cereda si è trasformata cammin facendo in un incubo: 0.3 alla prima pausa (con due reti incassate nell’ultimo minuto di gioco), 1-7 al termine del periodo centrale (e altri due gol subiti negli ultimi 90”), che ha poi sancito anche il risultato finale della sconfitta più pesante patita dall’Ambrì Piotta in questa prima parte di stagione.