Hockey

È un Lugano in crescendo, ma s'arrende allo Zugo

Bianconeri costretti alla sconfitta all'esordio in campionato alla BossardArena, dopo un'entrata in materia difficile e 3 gol concesse nei primi 14 minuti

Fabrice Herzog prova a liberarsi davanti a Niklas Schlegel
(Keystone)
17 settembre 2024
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Si apre con una sconfitta sul ghiaccio della BossardArena la stagione di un Lugano che non può contare sull'apporto del suo capitano Calvin Thürkauf, che sconta la squalifica per il fallo su Chris DiDomenico in gara 7 con il Friborgo, nel mese di marzo.

Pronti, via, e al suo primo cambio la linea dei cechi lascia subito il segno, ma in negativo: Sekac infatti si fa buttar fuori per una trattenuta, e qualche istante dopo Dario Simion apre le marcature già al 2'09‘’, diventando tra l’altro il primo realizzatore della nuova stagione di National League. La risposta del Lugano è un tentativo di Guerra respinto da un difensore e poi il primo tiro in porta di Reichle, l’ultimo arrivato, in prestito, dal Bienne, che però non crea problemi a Tim Wolf, schierato a difesa della porta dello Zugo vista l’assenza dell’infortunato Genoni. E lo stesso Sekac al 9’29’’ si ripete, stavolta centrando Bengtsson con una bastonata al volto: purtroppo per il Lugano, si ripete anche il powerplay dello Zugo, con Künzle che in seconda battuta mette il puck alle spalle di Schlegel: 2-0 al 9’59’’

La reazione bianconera si materializza sotto forma di uno slap dalla blu di Mirco Müller, che firma il 2-1 all’11’51’’, ma passa appena un minuto e mezzo e Martschini ristabilisce il doppio vantaggio per i Tori, con una conclusione micidiale che s’infila all’incrocio dei pali, e su cui Schlegel nulla può. Al di là delle reti, lo Zugo è indubbiamente la squadra più reattiva, più aggressiva, e riesce a sfruttare bene la propria velocità, con Senteler che poco dopo ha sul bastone il disco del 4-1, ma Schlegel nell’occasione riesce a vincere il duello ravvicinato. Lo stesso Schlegel che a pochi secondi dalla pausa si rende autore di una parata miracolosa sul tentativo ancora di Martschini, di nuovo in inferiorità numerica, stavolta sul conto di Marco Müller, reo di aver probabilmente detto qualche parolina di troppo agli arbitri.

Alla ripresa delle ostilità, è sempre lo Zugo la squadra più attiva, con il Lugano che soffre la pressione avversaria anche in occasione del powerplay causato da Bengtsson, per uno sgambetto. Per capire quanto possano essere incisive le accelerazioni degli uomini di Tangnes, basta vedere cosa capita al ventottesimo, quando i ticinesi si fanno cogliere impreparati sull'affondo di Martschini, che arriva tutto solo davanti a Schlegel, e poi lo stesso Martschini mette un disco velenossimo per Herzog, con il portiere bianconero che è nuovamente costretto a superarsi. Quello per gli uomini di Gianinazzi è il momento più duro della partita, con Hofmann e Simion che poco dopo fanno nuovamente venire i brividi alla retroguardia del Lugano. Tuttavia il risultato non cambia, e al 33‘ arriva l'occasione più ghiotta per gli ospiti arriva al 33’, quando Arcobello si libera benissimo davanti a Wolf, e prova a mettere il puck sotto la traversa, invano. Da quel momento in poi è il Lugano a farsi preferire, finché a poco meno di due minuti dalla seconda pausa, la prima linea bianconera riesce a riaprire il match, grazie a Michael Joly, che recupera un disco nel terzo offensivo, e dopo uno scambio con Carr infila il disco sul primo palo, mettendolo sotto il braccio dell'incolpevole Wolf.

Lo stesso Joly, al terzo minuto del terzo periodo s'inventa uno slalom tra quattro avversari, costringendo Kovar al fallo, ma nemmeno la terza superiorità numerica di serata è quella buona. La partita, in ogni caso, è più che mai aperta. Anzi, semmai è il Lugano a spingere, tanto che a otto minuti dal sessantesimo Dan Tangnes è costretto a chiamare il timeout. La mossa dà i suoi frutti, perché lo Zugo si rimette a macinare gioco, e gli uomini di Gianinazzi non hanno più lo stesso impatto sul match. Poi, a due minuti dal termine il coach ticinese decide di richiamare il portiere in panchina, a caccia di un gol del pareggio che però non arriverà.

Zugo - Lugano (3-1 0-1 0-0) 3-2
Reti:
2'09‘’ Simion (Olofsson/esp. Sekac) 1-0. 9'59‘’ Künzle (Vozenilek, Kovar/esp. Sekac) 2-0. 11'51‘’ Mirco Müller (Zohorna, Fazzini) 2-1. 13'29‘’ Martschini (Olofsson) 3-1. 38'12‘’ Joly (Carr) 3-2.
Zugo: Wolf; Geisser, Bengtsson; Carlsson, Hansson; Riva, Schlumpf; Stadler, Balestra; Hofmann, Kovar, Vozenilek; Herzog, Olofsson, Martschini; Künzle, Senteler, Biasca; Eggenberger, Leuenberger, Simion.
Lugano: Schlegel; Dahlström, Hausheer; Mirco Müller, Aebischer; Alatalo, Jesper Peltonen; Guerra; Carr, Marco Müller, Joly; Patry, Arcobello, Zanetti; Sekac, Zohorna, Fazzini; Verboon, Canonica, Reichle.
Arbitri: Ströbel, Fonselius (Sve); Humair, Francey.
Note: 7'053 spettatori. Penalità: 3 x 2’ contro entrambe le squadre. Tiri in porta: 21-23 (8-9, 9-9, 4-5). Zugo senza Genoni (infortunato) e Wingerli (straniero in soprannumero); Lugano privo di Thürkauf (squalificato), Morini (infortunato), Andersson e Cormier (entrambi in soprannumero).Timeout: 51'05‘’ Zugo, 58'13‘’ Lugano. Lugano senza portiere dal 57'46‘’ e fino al termine. Premiati a fine partita, quali migliori giocatori in pista, Fredrik Olofsson e Luca Fazzini.