Orfano di Calvin Thürkauf, il Lugano comincia da Zugo. Aebischer: ‘Ci vuole tempo per capire i meccanismi di una nuova realtà, ma sono sulla buona strada’
Lugano – Che si aprano le danze: l’appuntamento con l’ingaggio d’apertura della stagione 2024/25 è fissato per domani sera. E vedrà impegnato il Lugano in trasferta, a Zugo, contro un avversario non facile. Soprattutto perché, reduce da un campionato per certi versi deludente, chiuso con l’eliminazione in semifinale per mano dello Zurigo in sole quattro partite, davanti al proprio pubblico, in una pista tradizionalmente ‘calda’ vorrà far di tutto per lasciarsi alle spalle lo scorso campionato inaugurando quello nuovo nel migliore dei modi. Tra chi vorrà cominciare al meglio la sua inedita avventura c’è però anche David Aebischer, uno dei volti nuovi del Lugano versione 2024/25. Cresciuto nella sezione giovanile del Gottéron, e con alle spalle una stagione oltre Atlantico, in Canada, dove ha giocato nelle file del Gatineau Olympique (Wmjhl, la lega giovanile canadese), il difensore 24enne nato a Heitenried (nel Canton Friborgo) è approdato alla Cornèr Arena in provenienza da Rapperswil, dove ha giocato gli ultimi tre campionati. A Lugano s’appresta a vestire i panni di ‘regista’ dei powerplay bianconeri.
Dopo una lunga preparazione, come tutti i suoi compagni di squadra freme per scendere in pista: la voglia di tuffarsi nel nuovo campionato è grande. «Sono contento di poter finalmente iniziare – tiene subito a sottolineare il nazionale svizzero –. L’attesa è sempre lunga, ma è anche importante prepararsi al meglio. Personalmente, poi, questo campionato rappresenta una svolta significativa nella mia carriera. Gioco in una squadra nuova e con la prospettiva di avere un ruolo diverso sul ghiaccio: oltre che a costituire una sfida accattivante, direi che a tutti gli effetti si tratta di un cambiamento di spessore; non ne vedo l’ora. Mi sono ambientato molto bene in questa nuova realtà. Fuori dal ghiaccio ho trovato un ambiente non molto diverso da quello che già conosco. Mia mamma è sudamericana, di origini peruviane e argentine: trovo ci siano molte similitudini con questa mia nuova realtà, e senza dubbio questo ha facilitato il mio approccio con il Ticino. Senza dimenticare che parlo lo spagnolo, e quindi ci sono buone probabilità che possa imparare più velocemente l’italiano. Anche sul piano sportivo sinora le cose sono andate spedite: logicamente ci vuole un po’ di tempo per capire tutti i meccanismi quando ti trovi catapultato in una realtà nuova, che sinora avevo conosciuto solo nei panni di avversario, ma sono sulla buona strada, e fiducioso di poter dare il mio contributo alla squadra».
Per molti addetti ai lavori, il campionato 2024/25 si presenta sulla falsariga di quello precedenti, con forse ancora più equilibrio rispetto a dodici mesi fa, e dunque con la prospettiva di un’aspra lotta per un posto nei playoff, in cui nessuno parte favorito o sfavorito... «Ogni anno diventa sempre più difficile fare pronostici: ogni squadra sulla carta si è rinforzata. Non ci sono squadre faro; tutti possono aspirare a un posto nelle prime sei della classifica e qualificarsi direttamente per la volata per il titolo, ragion per cui ogni punto sarà fondamentale. Ogni partita verrà giocata fino all’ultimo secondo di gioco, e i dettagli saranno determinanti. Dovremo essere molto costanti».
Questa estate, Aebischer ha vissuto un cambiamento per certi versi radicale nella sua carriera: «Non posso negare di essermi sentito catapultato in un’esperienza tutta diversa da quella in cui vivevo prima. Diverse cose sono cambiate, a cominciare dai compagni di gioco e dalla filosofia del gruppo, come pure le infrastrutture e non da ultimo la lingua... È stato un piccolo terremoto nella mia vita, che non ho completamente assimilato, come è normale che sia. È logico che ci sia un periodo di ambientamento, ma resto positivo e ottimista. Il nuovo allenatore? Molto bravo: ha sfruttato a pieno l’opportunità che ha avuto. È molto ’smart’, intelligente, aperto e pronto ad aiutare tutti. È bello che spesso si intrattenga a parlare con noi giocatori, scambiando le proprie idee: lo reputo un coach moderno e all’avanguardia».
Da diverse stagioni a questa parte, Aebischer fa parte del roster della Nazionale. Benché Patrick Fischer l’abbia escluso all’ultimo dalla spedizione iridata di Praga, il giovane non dispera. «Sono sempre lusingato quando vengo chiamato a vestire la maglia rossocrociata: i Mondiali per me rimangono un obiettivo importante, che conto di raggiungere passo dopo passo. Ma il mio attuale focus rimane il Lugano, senza dimenticare che se non giochi ben nel tuo club, difficilmente puoi sperare in una convocazione in Nazionale».
Morini a parte (che dovrebbe rientrare nei ranghi dopo metà novembre), l’infermeria bianconera è vuota. Per il debutto stagionale a Zugo l’unica altra assenza è quella dello squalificato Calvin Thürkauf, il cui posto nel terzetto completato da Joly e Carr sarà rilevato da Marco Müller. Rimane aperta la questione del portiere, a capire chi sarà il titolare tra Schlegel e Van Pottelberghe. Nell’allenamento della vigilia, con la prima squadra è sceso sul ghiaccio anche il 20enne difensore Nick Meile, ma il suo trasferimento dal Berna al Lugano non è stato ancora ufficializzato.
«Il primo impatto con il campionato sarà uno di quelli molto impegnativi – tiene a rimarcare coach Luca Gianinazzi –. Dopo tanto allenamento non vediamo l’ora di iniziare: cominciare con lo Zugo significa essere subito confrontati con una sfida molto impegnativa per noi. Loro sono reduci da una preseason molto interessante: sappiamo che avremo davanti a noi una squadra pronta a iniziare, dotata di uno stile di gioco molto difficile da affrontare e capace di applicare un fore-checking asfissiante. Per noi sarà un test importantissimo. Non potremo contare su Thürkauf, ma d’altro canto sull’arco della stagione ci sarà sempre qualche assenza: fa parte del gioco, come è parte del mio ruolo trovare il modo di ovviare a queste defezioni. Anche se non nascondo che sono contento che Calvin torneremo ad averlo a disposizione dalla seconda partita di campionato. In generale sono soddisfatto di come sia andata la preparazione, soprattutto di quanto realizzato in allenamento: i giocatori hanno risposto molto bene alle sollecitazioni. Era uno dei nostri obiettivi, stiamo andando nella giusta. La partita contro lo Zugo sarà un test molto indicativo per noi».
Gianinazzi si sofferma poi sull’organico a sua disposizione: «Alla squadra, negli ultimi giorni si sono aggregati Reichle e Meile: sono ragazzi molto giovani, dal potenziale molto alto, che fino a oggi non sono riusciti a esprimere in National League. Con Hnat (Domenichelli, ndr) e lo staff tecnico abbiamo riconosciuto questo potenziale: vediamo se con loro riusciremo a imbastire un progetto a lungo termine. Non mi aspetto che domani saranno i salvatori del Lugano: con questi ragazzi ci vuole pazienza, bisogna lavorarci assieme. Dipenderà da loro se giocheranno tanto: gioca chi dimostra di avere fame di ghiaccio e di poter aiutare la squadra a vincere».