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Il Lugano non molla. ‘Vorrà dire che vinceremo la prossima’

Gara 5 viene decisa da DiDomenico, non bastano le parate di Schlegel: ‘Dobbiamo aiutarlo di più ed evitare turnover e contropiede’

I burgundi festeggiano, ma non è ancora detta l’ultima parola
(Keystone)

Friborgo – È una domenica amara quella vissuta dal Lugano alla Bcf Arena, visto che i bianconeri tornano in svantaggio nella serie e sono ora costretti a vincere entrambe le rimanenti sfide. Per la quinta volta consecutiva a festeggiare è la compagine che ha realizzato il primo gol. Anzi di più, stavolta il punto di DiDomenico in powerplay al 23’42” rimane l’unica segnatura della serata. Il merito di quella rete il canadese lo deve però condividere con Lucas Wallmark, colui che si guadagna la superiorità numerica e poi si mette a disturbare la visuale a Schlegel.

Per la quinta volta il Friborgo si fa preferire nel periodo centrale, mentre i rimpianti ticinesi riguardano soprattutto i primi venti minuti, molto equilibrati. Poi nel terzo tempo Gianinazzi prova a rimescolare le linee per rientrare in partita (Patry viene promosso in prima linea, Kempe in seconda e Carr finisce in terza, mentre non si vedono più Zanetti, Canonica e Verboon). La più grossa opportunità per agguantare il pareggio se la crea Michael Joly – indubbiamente il più pericoloso tra i suoi – al 53’. Reto Berra altrimenti non deve compiere interventi dal coefficiente di difficoltà particolarmente alto e al 60’ può festeggiare energicamente quello shutout che proprio il québecois gli aveva negato nel finale di gara 2. Qualche buona occasione da rete il Lugano se l’è comunque creata, con il citato Joly nel primo e nel secondo periodo, così come con Thürkauf a metà partita e Alatalo nei minuti iniziali. Niklas Schlegel è invece particolarmente bravo a tenere in partita il Lugano con un paio di autentici miracoli (al 15’ su Jacob De la Rose, al 25’30” su Nathan Marchon e al 41’40” su Wallmark), sicché si può tranquillamente affermare che ad aver vinto è stata la compagine che ha cercato maggiormente il successo. Anche se dopo una prestazione del genere del proprio portiere, il Lugano può essere rammaricato per non aver sfruttato l’aiuto dell’estremo difensore: «Dobbiamo fare i complimenti a Schlegel, è vero – esordisce Stéphane Patry –, ma dovremmo dargli una mano, evitando di concedere certi ‘turnover’ o delle situazioni in due contro uno, non concedendo tiri dallo slot e facilitandogli il compito bloccando più tiri. Ed è quello che faremo domani sera in gara 6 a Lugano».

In negativo, sul fronte ticinese si è invece illustrato Calle Andersson, autore del fallo costato il gol decisivo, dopo essersi fatto soffiare il disco dal topscorer avversario, e che pochi minuti prima aveva inaugurato il periodo centrale con uno sciagurato assist a Jörg, fortunatamente non sfruttato dall’ex di turno.

Un altro merito dei burgundi è quello di concedere agli avversari soltanto una superiorità numerica, nel finale di primo periodo (dopo che nei primi quattro incontri avevano incassato complessivamente 75 minuti di penalità), superata agevolmente dai Dragoni, al pari degli ultimi cento secondi in cinque contro sei. «Il Friborgo ha fatto una bella partita, ma noi non abbiamo fatto abbastanza, e non siamo riusciti a contenerli. Dobbiamo essere più presenti davanti alla porta: bisogna attaccare con maggior decisione l’interno dello slot, bisogna andare più in profondità. Alla fine, è stato un solo tiro del Friborgo a decidere tutto».

Se dopo i due primi confronti la compagine di Gianinazzi era già in una situazione critica, adesso si ritrova per davvero sull’orlo del baratro. In gara 3 aveva reagito alla grande, arrivando di fatto ad annullare la differenza presente fino a lì, quindi chissà che ancora una volta il livello della prestazione non possa venir alzato all’ultimo momento utile. Del resto, sul tabellone della Bcf Arena un paio di minuti prima del termine del confronto un messaggio dava appuntamento ai tifosi per gara 7 giovedì: una ‘gaffe’ di buon auspicio per i ticinesi? Per arrivarci a gara 7, tuttavia, il Lugano dovrà cambiare marcia, cosa che non gli riesce stavolta, nemmeno quando il numero 78 prende il posto di Carr al fianco di Thürkauf e Joly. «Se l’allenatore ha cambiato le linee è perché ha visto che non riuscivamo a creare abbastanza pericoli davanti a Berra, modificando qualcosa per vedere se c’erano dei risultati, ma sfortunatamente non siamo riusciti a trovare il pareggio. Alla fine a decidere le partite sono i dettagli: capita di giocare delle ottime partite e perderle, e altre volte invece giochi meno bene e alla fine vinci. Quindi è inutile disperarsi: le cose stanno così e siamo sotto 3-2 nella serie, vorrà dire che vinceremo la prossima partita».

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