I bianconeri di scena stasera a Friborgo ancora alla ricerca di quella scintilla che accenda i loro playoff e per evitare di ritrovarsi spalle al muro
Lugano – Anche quando la situazione pare disperata e senza via d’uscita, basta una piccola scintilla per stravolgere la situazione. Ci vuole però qualcuno che questa scintilla sia in grado di innescarla ed è proprio una figura del genere che il Lugano sta incessantemente e per ora infruttuosamente cercando. In gara 2 i bianconeri hanno sì saputo tenere testa al Friborgo più di quanto fatto in gara 1, salvo venir puniti per ogni minima concessione fatta ai burgundi, che una volta guadagnato il vantaggio hanno gestito con sicurezza la situazione. «Sappiamo di non essere al punto in cui volevamo e di trovarci in una situazione complicata, ma possiamo sicuramente ribaltare la storia, imparando dagli errori commessi lunedì – sostiene Matt Tennyson –. Complessivamente il nostro secondo incontro è stato molto migliore del primo, possiamo costruire su quanto fatto, ma l’abbiamo perso nel periodo centrale, iniziato con il gol del Friborgo, che dispone di ottimi giocatori, in powerplay e che poi ha sfruttato due nostri dischi persi».
In fondo i tre gol di differenza non rispecchiano quanto visto sul ghiaccio, visto che gli ospiti hanno saputo sfruttare con grande cinismo le occasioni create, ma pure che il Lugano, soprattutto nei primi quaranta minuti ha avuto le sue chance. «Il vero problema è che non siamo riusciti a segnare, la rete a diciotto secondi dalla fine a mio modo di vedere è irrilevante. A questo punto non cambia nulla se i nostri avversari segnano una o dieci volte. I rimbalzi sono stati dalla parte del Friborgo, abbiamo avuto la possibilità di andare in vantaggio nel primo tempo e la partita sarebbe potuta andare nella nostra direzione, ma anche noi siamo stati salvati dai pali».
Ancora una volta però la buona volontà si è infranta su un powerplay che non solo non è riuscito a scalfire Berra (se non nell’assalto a sei contro quattro), ma ha pure subito il fatale 0-3. Preceduto oltretutto da una scena davvero curiosa, con Raphael Diaz che mentre sta andando al cambio alza già le braccia in segno di giubilo ben prima che il numero 73 scagli il disco alle spalle dell’incolpevole Koskinen... «Sappiamo quanto siano fondamentali gli special team nei playoff e subire un gol con l’uomo in più è sempre un duro colpo. Ma dobbiamo migliorare in tutte le situazioni».
Secondo il difensore statunitense la ricetta per espugnare la Bcf Arena stasera è «trascorrere più tempo in zona offensiva, tenere le posizioni in difesa e creare più occasioni da rete. Segnando solo a diciotto secondi dalla fine non vai da nessuna parte. Tutti devono contribuire maggiormente, non possiamo basarci su una linea o un giocatore. Ne abbiamo diversi che possono fare la differenza».
Proprio a questo proposito, il Friborgo ha trovato in Sandro Schmid – autore di una doppietta – l’inatteso eroe di serata: «Ma alla fine non conta se segna lui, Sörensen o chiunque altro, conta solo il risultato sul tabellone».
Dal secondo tempo via la partita si è fatta nervosa e spigolosa, con un metro arbitrale permissivo che ha favorito il gioco fisico dei burgundi: «Per me però questo è il normale hockey dei playoff, soprattutto per uno come me abituato al gioco nordamericano, anche se so che in Europa le regole sono più severe. A nostra volta abbiamo cercato di portare il nostro gioco fisico, ma il Friborgo è stato più bravo a vincere le battaglie».
Il tecnico bianconero Luca Gianinazzi riassume così gara 2: «Dopo il buon primo periodo, anche nel secondo tempo, molto equilibrato, ci sono state delle situazioni in cui abbiamo spinto bene, ma pure alcune in cui siamo stati ingenui e siamo stati puniti dal cinismo e dalla miglior gestione dei momenti chiave del Friborgo. Non è stata una partita ricca di occasioni, ma i nostri avversari sono stati bravi a sfruttare quelle che si sono creati, a differenza nostra. Il 2-0 è arrivato in un momento di confusione sul ghiaccio, con occasioni e scontri fisici da ambo i lati della pista e poi loro hanno sfruttato un rimbalzo fortunato. Decisivo è però stato il 3-0, subito in ripartenza e in powerplay. Nel terzo tempo il Friborgo ci ha chiusi molto bene, mentre noi ci siamo allungati troppo, finendo per non raccogliere nulla».
In vista della trasferta odierna non è comunque la convinzione di poter ribaltare la situazione a fare difetto al coach: «Se c’è qualcosa che non posso rimproverare ai ragazzi è la voglia di competere, l’agonismo e l’ingaggio fisico. In questo senso abbiamo fatto il primo passo nella giusta direzione, riducendo notevolmente la differenza tra le due squadre che si era vista in gara 1. Adesso dobbiamo trovare la costanza sull’arco dei sessanta minuti. Giocando ogni due giorni c’è poco tempo per trovare delle soluzioni, dobbiamo rimanere uniti e rimanere convinti dei nostri mezzi. In questo momento non è facile descrivere le mie emozioni, ma di sicuro dopo una sconfitta casalinga non sono positive. Sappiamo che il Friborgo è molto forte e ha posto l’asticella molto in alto, dobbiamo ancora alzare il nostro livello di una tacca, cosa che siamo in grado di fare».
Per sapere se ci saranno delle novità nella formazione è troppo presto, ciò che è certo è che l’innesto di Ruotsalainen al posto di Quenneville non ha spostato gli equilibri, mentre il ritorno di Samuel Guerra in difesa è indubbiamente una buona notizia. Il ticinese ha preso il posto di Maxime Montandon, venendo schierato per otto minuti. «Ha giocato una buona partita», conclude il trentunenne.