L’Ambrì a Friborgo parte bene, ma dopo averci provato e a lungo anche creduto si deve arrendere. ‘Non puoi giocartela qui se passi tanto tempo in boxplay’
Sei gol sono tanti, anche sul ghiaccio della seconda della classe. Soprattutto, però, sono troppi dopo un venerdì del genere, in una sfida più aperta di quanto il risultato vorrebbe far credere. E se è vero che in uno sport veloce e complesso come l’hockey spesso sono i dettagli a far la differenza, un buon esempio (o cattivo, dipende dai punti di vista) lo si è avuto alla Bcf Arena, dove il Friborgo è imbattibile o quasi – tanto da aver vinto ben 15 volte su 19 – ma l’Ambrì se ne infischia, scendendo sul ghiaccio con la sua solita determinazione in un match che nelle primissime battute sembra tutto di marca ticinese, pur se a passare per primi – al primo tiro in porta – sono gli uomini di Dubé, con lo sfortunato Juvonen (per il resto assolutamente perfetto) che confeziona da solo l’1-0, buttandosi alle spalle un tiro di Jecker fors’anche sporcato da un biancoblù.
Nonostante il gol a freddo, la squadra di Cereda tiene bene il ghiaccio, creandosi diverse buone occasioni davanti a Berra e sul fronte delle occasioni con l’uomo in più, per merito di un Inti Pestoni in versione topscorer – infatti stavolta il sacrificato tra gli stranieri è nientemeno che Spacek – che, da solo, si procura ben tre superiorità numeriche, in una partita in cui è lui, tra i suoi, il giocatore in maggior evidenza. E la seconda di quelle due penalità (di Streule, al 24’20”) porterà al meritato pareggio di Bürgler, nonostante Berra tenti di farla da furbo, spostando la gabbia col piede mentre effettua lo spostamento di lato: la porta a quel punto è fuori dai ritti, ma dalle immagini gli arbitri s’accorgono che la conclusione del numero 87 (liberato, tra l’altro, da un illuminante taglio di Pestoni) sarebbe arrivata in porta se la gabbia fosse rimasta al suo posto.
Tuttavia, l’Ambrì non fa neppure in tempo a crederci che il Friborgo s’è già riportato avanti: infatti tra l’1-1 di Bürgler e il nuovo vantaggio dei Dragoni passano appena 21 secondi, con i biancoblù che dapprima si fanno sorprendere da un disco profondo di Gunderson, per poi farsi trovare mal posizionati al momento in cui sbuca De la Rose, che fa secco Juvonen da due passi. Come detto, saranno proprio i dettagli all’origine della resa biancoblù: basti pensare al bastone caduto dalle mani di Borgman ingenuamente allontanato dietro la porta da Dauphin, gesto che costa 2’ per ostruzione al canadese mentre i suoi si trovano sul ghiaccio in situazione di superiorità numerica. Oppure l’aggancio di Zaccheo Dotti a Bertschy a 9” dalla fine della citata penalità inflitta a Dauphin, che darà origine al 3-1 firmato proprio da Borgman, neanche a farlo apposta.
Soprattutto, però, peserà come un macigno la penalità di partita a Dauphin per uno ‘slow footing’ subito intuito dagli arbitri, ma che nessuna delle telecamere è riuscita a immortalare. Il problema, oltretutto, è che in quel preciso momento sulla panchina dei cattivi già si trova Pestoni – e nemmeno per colpa sua, siccome tocca a lui scontare una penalità per cambio scorretto (a proposito di dettagli) – e in meno di due minuti, tra il 49’44” e il 51’46”, il Friborgo lancia i titoli di coda segnando ben tre gol. «Penso che a un certo momento abbiamo perso un po’ la testa. Ogni tanto succede, quando le cose non funzionano come vorresti e ognuno ci mette del suo invece di fare le cose semplici per il bene della squadra – spiega Bürgler ai microfoni di Rsi –. Ogni tanto sarà anche sfortuna, ma queste penalità perché ci ritroviamo in sei sul ghiaccio non possono succedere. Vale anche per i 5’ di Dauphin, e lo sa anche lui: la frustrazione è comprensibile, ma non puoi pensare di venire a Friborgo a giocartela se passi così tanto tempo in pista con un uomo in meno».