Il Davos di Michael Fora vuole imitare l’Ambrì dello scorso anno e far rimanere la Spengler in Svizzera: ‘Fin dall’inizio avevo visto una buona energia’
Davos – Un infortunio gli ha permesso di disputare solo sedici partite nelle quali ha totalizzato cinque punti (un gol e quattro assist), un bottino perlomeno discreto per un difensore. Ma Michael Fora non è uno che si accontenta: «Beh almeno essendo stato ‘a riposo’ ora sono fresco – commenta il ventottenne di Giubiasco –. Sto cercando di ritornare al livello della scorsa stagione, visto che nella corrente le mie prestazioni sono state insufficienti, con qualche alto e diversi bassi. Adesso sto dunque cercando di far sì che il mio gioco torni a essere un aiuto per la squadra».
Ciononostante sei comunque stato convocato da Patrick Fischer per i recenti Swiss Hockey Games di Zurigo, sintomo del fatto che anche il selezionatore rossocrociato voglia aiutarti a tornare al meglio…
Certamente, so che lui ha molta fiducia in me e conosce bene che giocatore sono quando sono al 100%. Sicuramente la chiamata in Nazionale mi ha fatto molto bene. Ho avuto una settimana di durissimo e buon lavoro e anche nella partita contro la Svezia mi sono sentito bene e ho potuto mantenere alto il ritmo. Quindi adesso cercherò di continuare su questa linea.
In campionato il Davos si trova nel gruppone di centroclassifica, in nona posizione con 48 punti. Come valuti la vostra stagione finora?
Secondo me stiamo giocando al di sotto delle nostre potenzialità, stiamo comunque lavorando quotidianamente su ciò che dobbiamo migliorare. Si tratta di avere pazienza, non dimentichiamo che quest’anno abbiamo inaugurato un nuovo progetto sotto la guida di Josh Holden. Dobbiamo ancora perfezionare la chimica tutti assieme, ma sono sicuro che presto o tardi arriveranno anche i risultati. A questo proposito le ultime partite, in particolare quella contro il Rapperswil (una vittoria esterna per 5-1, ndr), sono indubbiamente un buon segnale.
Adesso però l’attenzione è rivolta sulla Coppa Spengler. L’anno scorso i risultati, con due vittorie e due sconfitte non erano stati malvagi. Ma i pesanti rovesci contro lo Sparta Praga per 9-2 e contro l’Ambrì Piotta in semifinale per 5-0 gridano vendetta…
Sicuramente, sappiamo di avere un buon gruppo di giocatori e non vogliamo più giocare quattro partite in altrettanti giorni, come era stato il caso un anno fa. L’obiettivo per noi è lo stesso che abbiamo in campionato, vale a dire trovare la continuità sui sessanta minuti, così come tra una partita e l’altra.
Intanto però il Davos non alza il trofeo del torneo di casa dal 2011. Si inizia a sentire una certa pressione in città?
Pressione oserei dire di no, piuttosto c’è voglia di far restare finalmente la coppa qui a Davos. C’è tanto entusiasmo e andremo sul ghiaccio con l’obiettivo di far di tutto per rivincere questa coppa.
L’anno scorso avevi già partecipato con i colori gialloblù, mentre nel 2019 eri presente con l’Ambrì. Quali differenze hai notato tra le due esperienze?
Potendo stare a casa sei un po’ più tranquillo, ma devo dire che quella dell’anno scorso è stata più particolare, visto che con quattro partite consecutive non ho visto praticamente nessuno. Praticamente passavo le mie giornate tra casa e pista. Disputare la Spengler con la squadra di casa è sicuramente un’esperienza particolare, che avrei sempre voluto provare e adesso il prossimo passo è riuscire a vincerla.
Invece lo scorso 31 dicembre avevi dovuto guardare i tuoi ex compagni leventinesi festeggiare, che effetto aveva fatto?
Devo dire che fin dalla prima partita ho notato che c’era una buona energia e che giravano bene e con l’andare del torneo si è vista anche la costanza tra una partita e l’altra e che i giocatori si divertivano sul ghiaccio. Alla fine hanno meritato il successo.
Intanto siete partiti con il piede giusto, sconfiggendo con autorità il Frölunda per 4-1 (doppietta di Rasmussen e reti di Dahlbeck e Knak). Delle altre partite, invece, che idea ti sei fatto?
Ho guardato un po’ qua e là e ho subito notato che il livello è alto e che ci sono davvero delle buone squadre. Saranno tutte partite difficili e dure, in cui saranno i dettagli a fare la differenza. Si vedrà sicuramente un bell’hockey e ci sarà molto divertimento.
A fine stagione saluterete il portiere Gilles Senn, in procinto di accasarsi alla Gottardo Arena, ne hai parlato con lui?
Ogni tanto ne abbiamo parlato, ma neanche troppo. In fondo è normale che durante la carriera ci si sposti da diverse parti. Sono contento per lui che potrà affrontare una nuova avventura, sono sicuro che la sua carriera ne gioverà.