Nonostante la qualità del Pardubice Peter Mueller è deluso: ‘Dobbiamo creare più occasioni in attacco’
La doppietta nel primo tempo di Formenton illude un Ambrì che poi si difende con le unghie e con i denti (non prima di aver sfiorato il 3-0 con il palo di Eggenberger), grazie soprattutto alle numerose parate di Juvonen e ai ferri che fermano Kaut e Kousal. Recuperato da Paulovic e Zohorna, finisce però poi per arrendersi al supplementare a Sedlak. Dopo due debutti vincenti, nel 2019 contro l’Ufa e lo scorso anno contro l’Örebrö, stavolta l’Eishalle colorata di biancoblù deve masticare amaro. «Il Pardubice è una squadra forte e dobbiamo riconoscerlo, ma noi avremmo potuto giocare molto meglio di così – commenta lo statunitense Peter Mueller, schierato con Spacek e Lilja –. Abbiamo un buon gruppo, inoltre volevamo veramente regalare un successo ai tifosi presenti».
Il punto conquistato vi tiene comunque in gioco per l’accesso diretto alle semifinali, obiettivo per il quale è però imperativo vincere questo pomeriggio contro il KalPa Kuopio: «Speravamo nei tre punti, ma ci prendiamo questo. Volevamo uscire più forti nel periodo centrale per costruire sul ‘momentum’ acquisito nel primo periodo. Era la prima partita di questo torneo, che genera sempre molta attesa, adesso si tratta di elaborare ciò che non ha funzionato e rimediarvi domani (oggi per chi legge, ndr). In particolare dobbiamo riuscire a creare molte più occasioni offensive, rispetto a quelle avute ieri. La chiave è applicare il nostro tipico gioco e portarci in avanti».
Dopo aver iniziato il campionato proprio in Repubblica Ceca (con il Vitkovice) hai rescisso il contratto e sei tornato in Svizzera, dove avevi già militato dieci anni fa, con il Kloten… «È veramente bello essere di nuovo qui. È stato un bel gesto da parte del club di accogliermi in anticipo per conoscere i compagni e prepararmi per la Coppa. Nelle ultime settimane ho cercato di assorbire più informazioni possibili sui compagni e sul sistema di gioco, ma quando giochi con gente di questo livello è facile creare una buona chimica. Detto ciò speravamo in un effetto migliore, per cui dobbiamo fare ancora di più oggi».
Lo staff tecnico ti ha chiesto qualche informazione sugli avversari? «Abbiamo parlato un attimo prima della partita. La grossa responsabilità di preparare noi giocatori spetta comunque agli allenatori, io mi sono limitato a fornire qualche piccola informazione».
Come vedi invece il tuo futuro dopo la Spengler? «Non guardo ancora così in là, per ora mi godo questo ritorno in Svizzera e la possibilità di prendere parte a un torneo che ha una risonanza globale e al quale partecipo per la prima volta». V.B.