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‘Ci siamo fatti sentire e vedere come ticinesi’

Mattia Croci-Torti ha approfittato della pausa del suo Fc Lugano, per seguire l'Ambrì a Davos: ‘Fino a Capodanno è fondamentale staccare completamente’

In modalità osservatore: ‘Mi interessa il linguaggio del corpo degli allenatori’
(Ti-Press/Crinari)
27 dicembre 2023
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La Coppa Spengler è sempre un ricettacolo di personaggi legati allo sport a trecentosessanta gradi, ancora di più con la presenza di una squadra ticinese, come l’Ambrì Piotta. E se a premiare Alex Formenton quale miglior biancoblù nella sconfitta contro il Pardubice c’era il triplice campione europeo di nuoto Noè Ponti, in tribuna ad assistere alla partita con le figlie c’era anche il Mister dell’Fc Lugano Mattia Croci-Torti, che sta approfittando della pausa invernale del campionato di calcio: «Sono solo dieci giorni che abbiamo finito e più che tirare il fiato abbiamo avuto per altri pensieri, dopo un periodo fin troppo intenso, che ci ha portato anche nell’ultima settimana a Zurigo e Ginevra. Le mie bambine sono tifosissime dell’Ambrì Piotta e ci tenevano moltissimo a essere qui ieri. Ero venuto già l’anno scorso e c’è sempre un’atmosfera speciale, anche se è arrivata una sconfitta. Sono delle sensazioni diverse dal solito».

Per un allenatore è indubbiamente sempre interessante osservare anche delle discipline diverse dalla propria…

È sempre bello quando c’è dell’agonismo in queste competizioni. Da allenatore si cerca di guardare il linguaggio del corpo dei propri ‘colleghi’, come preparano queste sfide e come gestiscono i diversi momenti delle sfide. C’è sempre da imparare, ogni volta che si ha la fortuna di assistere a un incontro dal vivo.

Qual è allora l’aspetto che più ti ha colpito di questa partita?

La perseveranza nella rimonta degli avversari dell’Ambrì Piotta, che, nonostante Juvonen abbia a tratti abbassato la saracinesca, non si sono mai sbilanciati troppo e concesso occasioni in contropiede. Come si dice in dialetto, ‘i ga dai, ga dai, ga dai, fin che i la fai’.

Lo stadio era quasi interamente votato alla causa leventinese, c’è magari un po’ di gelosia nel vedere questo seguito anche fuori Cantone?

No, anzi mi fa molto piacere. Come ticinese – lo dico sempre – vedere le diverse squadre venire seguite in Svizzera e all’estero è bello. Sono sempre felicissimo quando alla finale di Coppa, per esempio, non ci sono solo tifosi del Lugano, ma di tutto il Ticino che vengono a sostenerci. E vedere l’Eishalle piena come ieri è sempre bello, ci siamo fatti sentire e vedere come ticinesi.

In generale il tuo rapporto con l’hockey com’è?

Sono sempre stato tifoso dell’Ambrì. Da adolescente riuscivo anche a seguirlo un po’, poi negli anni non ho più potuto. Adesso cerco di rimanere aggiornato grazie alla tivù, inoltre la mia famiglia è legatissima alla squadra, per cui ci informiamo sempre sui risultati.

Tra una settimana circa ricomincerete già a lavorare in vista della ripresa della Super League (e beninteso pure della Coppa Svizzera), come trascorrerai questi ultimi giorni liberi?

Per ora abbiamo programmato le prossime settimane sotto il punto di vista della condizione fisica, poi vedremo, a seconda di quanti giocatori avremo, una volta partiti per il campo d’allenamento in Spagna cosa fare giorno per giorno. L’idea di massima c’è già, restano da definire i dettagli. Ma fino a Capodanno è fondamentale staccare completamente, visto che poi ci attendono degli obiettivi importanti e non potremo più rilassarci. Adesso quindi, come tutti gli anni, ci divideremo tra Balerna e San Bernardino, sperando ovviamente in una nuova qualificazione alla finale da parte dell’Ambrì, per tornare a Davos.