L’Ambrì cala il settebello e, dopo aver battuto il Berna venerdì, sabato si ripete contro l’Ajoie, difendendo il quarto posto in un match combattuto
Un paio di settimane fa, al termine della vittoria di Davos, ci si chiedeva se la pausa arrivasse per una volta al momento sbagliato. Sarebbe riuscito l’Ambrì a prolungare la propria permanenza sulla classica ‘nuvoletta’ che ogni sportivo sogna? Ebbene, il weekend ha dato le sue risposte. Sì, questo Ambrì non sembra volersi più fermare. Contro Berna e Ajoie sono arrivate altre due vittorie, a portare a sette (!) il numero di affermazioni consecutive. E, una volta di più, i leventinesi hanno trovato la posta piena in due incontri molto diversi fra loro.
Venerdì in casa i biancoblù hanno messo sotto un Berna che ha avuto ben poco da dire. Sabato invece la partita è stata molto più combattuta di quanto la classifica potesse suggerire. Ma ad avvicinare i due match vi è un fattore comune: il primo tempo in cui si sono sfruttate praticamente tutte le grandi occasioni ottenute. Se contro gli orsi erano arrivate addirittura 3 reti nei primi 6’ e mezzo, nel Giura ce ne sono voluti poco meno di 23 per portarsi avanti sullo stesso punteggio. Ma la sostanza non cambia: l’Ambrì ha sin da subito imposto il proprio gioco ed è riuscito a punire cinicamente gli avversari ogni volta che ne ha avuto l’occasione, che fosse per le imprecisioni del portiere avversario o per invenzione propria.
E poi? E poi è stato necessario anche gestire e resistere ad alcuni momenti di sofferenza. L’Ajoie infatti, sostenuto da oltre 5’000 spettatori, non è rimasto a guardare, confermando di essere una squadra mai doma soprattutto in casa e, sgomitando, ha riaperto la contesa portandosi fin sul 2-3. Ed ecco che in quei momenti delicati è uscita da un lato la fiducia accumulata in quest’ultimo periodo estremamente positivo, e dall’altro quella maturità e quella calma che finalmente sembrano essersi accasate in Leventina. Sono stati questi i fattori che hanno permesso di stringere le maglie della difesa nel momento in cui la pressione dei vari Timashov (grande partita la sua, salvo quell’errore che ha portato al punto di Lilja a porta vuota), Hazen e Gauthier è aumentata dalle parti di Juvonen (anche lui autore di una buona prestazione in cui ha in particolare vinto il personale duello ingaggiato con Audette). Per il resto gli ingredienti biancoblù sono noti.
Della maturità e della fiducia abbiamo già detto. C’è poi un’ottima costanza di prestazione che accomuna gli incontri di quest’ultimo periodo. Ma anche il “solito” equilibrio fra le varie linee, in cui anche la quarta continua a dare il proprio contributo (Eggenberger ha siglato 3 reti nel weekend) nonostante l’arrocco fra Grassi e Kostner. E aggiungiamo pure una buona gestione della rosa: per esempio sabato si è rinunciato a Formenton, autore di una doppietta la sera prima. Va comunque detto che il finale di partita l’Ambrì se l’è in parte complicato da solo, rimediando alcune penalità evitabili, su tutte quelle fischiate contro Kneubuehler, che avrebbero anche potuto costare caro. In sostanza è questo l’unico punto meno buono della serata. «Effettivamente nel secondo tempo l’Ajoie ha cominciato a spingere, noi l’abbiamo sentito e forse per questo siamo diventati un po’ troppo nervosi e abbiamo concesso troppo – commenta Rocco Pezzullo, a caldo, ai microfoni di Rsi –. Tuttavia la maturità ci ha permesso di tenere duro durante il periodo conclusivo». Come sempre, qualche fattore da migliorare lo si trova, ma intanto quello che conta sono i punti: in fondo chi vince ha sempre ragione.¬ G.B.