Cercava il settimo successo di fila, invece la serie del Lugano si ferma contro il Losanna. ‘Ricordiamoci cosa ci aveva portato a vincere quelle partite’
Lugano – Sette, come le proverbiali vite dei gatti. O come le meraviglie del mondo antico. Non, invece, come le vittorie consecutive di un Lugano per una volta meno ispirato del solito, ma non per questo improvvisamente meno capace. Quando si dice che i dettagli fanno la differenza, è questo che s’intende: una decisione sbagliata qua e là, meno lucidità rispetto ad altre sere, e fors’anche un po’ meno energia. «Mentale, però – chiarisce Luca Gianinazzi –. Credo che il primo tempo abbiamo faticato a entrare in partita, e questa cosa alla fine l’abbiamo pagata sull’arco dell’intero incontro. Abbiamo combattuto un po’ contro noi stessi per trovare un modo di rientrare, di restare nel match, e malgrado non fosse la nostra migliore serata abbiamo lottato fino al sessantesimo, e questa è stata la cosa che più mi è piaciuta di questa partita. Cioè che siamo riusciti a trovare delle risposte per mettere in difficoltà una buona squadra. Tuttavia, credo non sia stato abbastanza per meritare di vincerla, questa partita».
E quando si parla di lucidità, almeno nella fattispecie, si pensa soprattutto ad alcune decisioni prese nella propria metà pista. «La lezione di sabato è che la base rimane la parte difensiva, e di quanto siamo solleciti nella sua applicazione. Contro il Losanna è mancato un po’ quello, e quando concedi quattro gol in casa tua poi è difficile vincere le partite. Martedì dovremo tornare a concentrarci sulla solidità di gioco e rimettere in pista la prestazione di venerdì a Zurigo. La cosa che dobbiamo imparare è che ogni sera ciascuno di noi deve poter offrire una prestazione che sia al top, perché è questo che il nostro campionato richiede. Ognuno deve imparare a prepararsi al match senza pensare a cosa sia successo il giorno prima o a cosa capiterà domani. Direi che è lì che abbiamo pagato, e quando ci sono troppi giocatori che non sono pronti ad avere il livello che dovrebbero avere, questo è il risultato».
Certo che l’ulteriore forfait in difesa di un elemento come Alatalo (tra l’altro, apparso davvero a suo agio contro lo Zsc, prima di andare rovinosamente a sbattere addosso alla balaustra) potrebbe spiegare alcune complicazioni difensive, visto che naturalmente il suo infortunio ha scombinato i piani di Gianinazzi. «Non so se lo spiega, ma non dovrebbe spiegarlo – risponde il coach –. Al mattino, quand’ho saputo che Santeri non ci sarebbe stato ovviamente non ho fatto i salti di gioia, ma comunque sul foglio partita avevamo sette difensori, e ognuno di loro dev’essere pronto a fare il suo lavoro ogni sera. Ma gli elementi che sono subentrati agli infortunati sono stati all’altezza fino a ora, quindi non credo che perché una sera non abbiano fatto così bene si debba mettere in discussione il tipo di giocatori che sono».
Tornando ad Alatalo, sulla durata della sua assenza se ne saprà di più nella giornata odierna. «Sabato mattina si è subito preoccupato di sottoporsi ai check medici, e credo che nelle prossime ore avremo le idee più chiare sulle sue condizioni».
Quanto invece alla striscia positiva, se è vero che vincere aiuta a vincere, come si suol dire, è altrettanto vero che perdere ogni tanto aiuta a tener alta l’attenzione. «Questo è chiaro. Così com’è chiaro che quando ti ritrovi in un filotto di successi, anche se non lo vorresti mai, sai che prima o poi finirà: non puoi certo immaginare di vincerle tutte sino a fine stagione. Quindi adesso ricarichiamo le batterie in vista di martedì, ripensando a cosa ci aveva portati al successo nelle sei precedenti partite per ricominciare a costruire da lì».
Lucidità, spesso, fa anche rima con errori. «Noi ne abbiamo commessi troppi, e per tutta la partita – dice, senza girarci attorno, capitan Calvin Thürkauf –. In sostanza, stavolta ci siamo allontanati da ciò che ci aveva regalato successo nelle ultime settimane, ovvero giocare in maniera semplice: ‘chip in’, ‘chip out’, e invece abbiamo concesso diverse volte dei turnover alla linea blu, su cui il Losanna ha saputo capitalizzare».
Anche con un po’ di fortuna, questo va detto, siccome i vodesi trascinati da Jiri Sekac – che s’è anche visto assegnare un rigore per un fallo d’emergenza (appunto) di Wolf, senza peraltro riuscire a trasformarlo – non solo hanno colpito nei momenti peggiori vedendola dal punto di vista del Lugano, ma in due occasioni ci sono riusciti grazie a conclusioni arrivate dal nulla. «Non so se si possa parlare di fortuna, ma in ogni caso la fortuna uno deve anche saperla provocare – aggiunge Thürkauf –. Quelli del Losanna sono stati più coerenti di noi nel gioco davanti al portiere, e pure più scaltri. Poi, è chiaro, può capitare di perdere una partita, ma è peccato quando succede in casa tua».
Come se non bastasse, proprio sull’uscio di quella che sarebbe stata la settima affermazione filata. «La volevamo sì, quella vittoria. Il problema è che all’inizio non eravamo pronti come avremmo dovuto, e poi è andata com’è andata. Le energie? Certo, saranno tre o quattro settimane che giochiamo senza la metà o quasi dei titolari, ma l’hockey è così, e non puoi mai sapere chi si farà male e chi no. Senza dimenticare, poi, che i giovani stanno lavorando davvero alla grande, e oltre a fare bene quello che fanno ci aiutano parecchio ponendo l’accento sul gioco offensivo. Ed è ciò di cui abbiamo bisogno».