Il Lugano supera il Berna con tre reti in powerplay nel secondo tempo, nella sera del debutto di Cjunskis: ‘Una gioia indescrivibile, ma non ero nervoso’
Lugano – Una difesa che non fa regali agli attaccanti avversari e abile a resistere a 1’42” di 3 contro 5 e a 2’ di 4 contro 6, un powerplay efficace e un portiere che infonde tranquillità ai compagni. Con questi semplici tre ingredienti la ricetta del Lugano risulta tanto squisita ai suoi tifosi, quanto indigesta al Berna, seppure nel finale si rischi di bruciare la pietanza.
Dopo l’immediato vantaggio di Thürkauf, il primo tempo è prevalentemente di marca bernese, con il palo clamoroso di Scherwey. Il pareggio al 22’ di Honka non è dunque immeritato. Poi sale in cattedra il powerplay bianconero che sfrutta tre occasioni consecutive con Arcobello (sebbene Kreis sia tornato sul ghiaccio da una manciata di secondi) e due volte con Carr. Nel terzo tempo i bianconeri sembrano poi gestire agevolmente la situazione, con la traversa che nega la tripletta personale al numero 7. Poi però tutto si complica improvvisamente: il gol di LaLeggia viene annullato per un’ostruzione di Alatalo su Wütrich, Gianinazzi chiama il challenge, che viene rigettato dagli arbitri, ricevendo una penalità. Tapola richiama il portiere in panchina e Vermin firma il 2-4. Poco dopo un retropassaggio sbagliato da Marco Müller lancia Scherwey solo contro Schlegel, che ha la meglio. È l’ultimo sussulto degli Orsi, perché a due minuti dalla sirena Arcobello firma a sua volta la doppietta personale, infilando la gabbia sguarnita.
Il successo luganese è pienamente meritato, dopo quello con il Ginevra è il secondo consecutivo in casa e permette agli uomini di Gianinazzi di riportarsi in una più rassicurante decima posizione e di affrontare l’odierna trasferta a Langnau con maggiore tranquillità. Infatti i bianconeri hanno offerto un’ottima prestazione e hanno ancora margine di miglioramento, pensando al rendimento non esaltante dei vari LaLeggia, Marco Müller e Ruotsalainen. Oltre ai già citati Schlegel, Arcobello e Carr, è da annoverare come positivo il rientro di Granlund, Mirco Müller e Joly si sono illustrati con due e tre assist a testa e al debutto tra i grandi non ha per nulla sfigurato Roberts Cjunskis, il giovane lettone buttato nella mischia al posto di Canonica, vittima di un infortunio al polso e valutato giorno per giorno. «Incredibile, è arrivato il giorno che aspettavo da sempre ed è stata una gioia indescrivibile – racconta il numero 75, schierato per 8’15” e che ha vinto i tre ingaggi svolti –. In questi mesi ho lavorato tanto per poter scendere in pista con la prima squadra. Ho continuato, anche giocando con gli U20, a spingere al massimo e questa settimana è arrivata la chiamata. Se ero nervoso? Sinceramente non tanto, in testa mi ero immaginato questa sera e ora si è avverata. Ringrazio tutti coloro che mi hanno aiutato a fare questo salto di qualità. Giocare davanti a questo pubblico è fantastico e penso che abbiamo proprio disputato una bella partita, adesso è importante dare continuità a questa vittoria».
La chiusura è con Schlegel: «Sono contento della vittoria, ma non tutto è filato liscio e abbiamo ancora margine per poter migliorare. Dopo aver fatto il primo passo con il Berna, stasera a Langnau vogliamo la seconda vittoria consecutiva. La scala da salire è lunga, ma gradino dopo gradino riusciremo ad arrivare in cima. A livello personale volevo assolutamente fornire una bella prestazione, dopo quella poco esaltante con il Rapperswil. Non è stato facile, i primi minuti sono stati fondamentali, la nostra prima rete e le prime parate, mi hanno dato tranquillità e fiducia».
Uno dei momenti chiave della partita è sicuramente la doppia inferiorità numerica di 1’42” superata dal Lugano, nelle battute iniziali del confronto. In parte è il triangolo bianconero a muoversi molto bene, in parte è la circolazione del disco dei bernesi a essere troppo macchinosa. Allo scadere della seconda penalità però Scherwey ha sul bastone il disco del potenziale 1-1, che francamente appare più difficile da sbagliare che da realizzare. Tanto che ad alcuni giocatori ospiti il tiro del numero 10 dà l’impressione del gol e la panchina vorrebbe che gli arbitri verificassero la scena al video, cosa che non avviene, scatenando l’ira in particolare del video coach Vehviläinen in tribuna stampa. Per fortuna che effettivamente il tiro di Scherwey viene ribattuto dal palo, perché non osiamo immaginare cosa sarebbe successo se fosse emerso a posteriori che il disco era finito in rete. Insomma il gol fantasma non c’è, ma il controllo fantasma sì.