Al termine di un'altra partita spettacolare, la Nazionale mette sotto anche la Repubblica Ceca e si garantisce il primato al termine della prima fase
Le emozioni continuano a fluire sul ghiaccio di Riga. E vanno di pari passo con i risultati, in un'altra serata di grande hockey, contro una Repubblica Ceca che è l'avversario più forte affrontato fin qui dai rossocrociati, in una domenica in cui Patrick Fischer decide di rivedere il piazzamento delle sue stelle Nhl nel top six, piazzando Hischier al centro tra Niederreiter e un Enzo Corvi nell'inedito ruolo di ala, rimettendo Malgin in mezzo a Fiala e Ambühl (e, a conti fatti, scelta più azzeccata non potrebbe esserci).
Anche se il primo, grosso pericoloso è per i rossocrociati, nel corso del terzo minuto, quando Jakub Flek, attaccante del Kometa Brno, prende in velocità Robert Mayer, il quale si salva in qualche modo anche grazie all’ottima lettura del gioco davanti a lui da parte di Gaëtan Haas. La terza conclusione di serata, però, finisce alle spalle del portiere del Ginevra Servette, con la complicità di un Dario Simion che involontariamente mette in mezzo un disco suicida, e da posizione simile uno come Roman Cervenka non puo sbagliare: è l’1-0 per i cechi al 6’47’’. E le cose per la Svizzera non migliorano certo al 9’18, quando Miranda pur senza volerlo manda lungo e disteso Vozenilek, regalando al micidiale powerplay di Kari Jalonen la prima superiorità numerica di serata. Nell’occasione, però, e per fortuna, i rossocrociati si salvano, e poco dopo guadagnano a loro volta una penalità, con Hischier vittima di un’ostruzione da parte di Lenc. Il primo, modificato quartetto degli special team (stavolta, assieme a Fiala, Hischier e Niederreiter ci sono Haas e Loeffel) va a segno, grazie a una bordata dell’ex difensore bianconero, che buca Langhamer con un tiro al volo dei suoi, per l’1-1 al 12’41’’. Dopo un pericoloso tentativo di Kubalik intuito da Mayer, la Svizzera si rende nuovamente molto minacciosa nel terzo ceco, con Malgin prima, ed Herzog poi. Ma i veri protagonisti sono i portieri: prima quello elvetico bersagliato ancora da Kubalik e Sobotka, poi Marek Langhamer è costretto agli straordinari su Miranda e Senteler.
Quanto pesino davvero i dettagli, lo si evince da ciò che succede in avvio di un secondo periodo in cui la Svizzera parte subito a tutta, quando Gaëtan Haas non solo riesce a rubare a Michael Spacek un disco che sembrava ormai perso, ma guadagna pure una penalità. Se nell’occasione il powerplay rossocrociato non riesce a pungere, un solo secondo dopo il rientro in pista del biancoblù l’inossidabile Andres Ambühl fulmina l’incolpevole Langhamer, deviando nel “sette” un appoggio dalla destra di Corvi, per il gol del 2-1 al 23’59’’. Inossidabile e inesauribile, Ambühl: infatti non passano che cinque minuti e il trentanovenne grigionese si fa nuovamente trovare prontissimo all’appuntamento con il gol, al termine di un’altra insistita azione nel terzo dei cechi, con l’assist al bacio di Kevin Fiala che il recordman rossocrociato trasforma in oro tra i gambali di un attonito Langhamer. E la pressione offensiva di una Svizzera esemplare non arresta a diminuire, tanto che in pochi secondi, tra il 34’58’’ e il 35’19’’, Senteler e Richard fanno venire i brividi a Cervenka e compagni, colpendo addirittura per due volte il palo. E i cechi? Appena possono si rendono minaccioso, e a due minuti dalla fine più che i brividi a Robert Mayer vengono i sudori freddi, dopo quel disco scagliato da Cernok e toccato da Beranek, salvato praticamente sulla linea di porta da un miracolato Dean Kukan.
A quel punto, naturalmete sono Kubalik e compagni a dover spingere nel tentativo di rientrare, e la Svizzera deve saper far fronte alla pressione. Il primo pericolo per Mayer nel terzo tempo è proprio un affondo del ventisettenne dei Detroit Red Wings, che per fortuna non va a buon fine. Una reazione di Malgin dopo un check di Chernoch a gioco quasi fermo costa la seconda inferiorità numerica di serata, ma su una nuova sassata dell'ala che fu già dell'Ambrì, stavolta, il numero 29 nulla può: è il 3-2 al 52'14‘’. E lo stesso Kubalik al cinque minuti dalla fine avrebbe sul bastone il puck del pareggio, ma Robert Mayer gli chiude nuovamente la porta in faccia. Col senno del poi, è forse quello il momento decisivo del confronto, visto che sul capovolgimento di fronte Riat tiene vivo il disco e serve l'ispiratissimo Janis Moser, che dà scacco matto alla retroguardia avversaria, smarcando Richard per il punto del sospirato 4-2. Per la sesta vittoria di fila, sinonimo di primo posto del Girone B al termine di una fase preliminare davvero da incorniciare.
Repubblica Ceca - Svizzera (1-1 0-2 1-1) 2-4
Reti: 6’47’’ Cervenka 1-0. 12’41’’ Loeffel (Hischier, Fiala/esp. Lenc) 1-1. 23’59’’ Ambühl (Corvi, Kukan/esp. Spacek) 1-2. 28’37’’ Ambühl (Fiala, Malgin) 1-3. 52’14’’ Kubalik (Cervenka/esp. Malgin) 2-3. 55’40’’ Richard (Moser, Riat) 2-4.
Repubblica Ceca: Langhamer; Kondratek, Kempny; Kostalek, Dvorak; Zboril, Jordan; Nemecek; Kubalik, Sobotka, Cervenka; Beranek, Cernoch, Flek; Tomasek, Spacek, Smejkal; Lenc, Zohorna, Vozenilek; Kaut.
Svizzera: Mayer; Kukan, Siegenthaler; Moser, Fora; Loeffel, Marti; Geisser; Corvi, Hischier, Niederreiter; Ambühl, Malgin, Fiala; Simion, Haas, Miranda, Riat, Richard, Herzog; Senteler.
Arbitri: Kaukokari, MacFarlane; Hautamäki, Wyonzek.
Note: 7‘150 spettatori. Penalità: 2 x 2’ contro entrambe le squadre. Tiri in porta: 22-27 (12-11, 5-13, 5-3). Svizzera senza Genoni, Glauser e Bertschy (in soprannumero). Pali: 34’58’’ Senteler, 35’19’’ Richard, 58’00’’ Haas. Cechia senza portiere dal 57’48’’ al 60’. Migliori in pista Kempny e Ambühl.