A Bienne i biancoblù danno battaglia e galleggiano nel mucchio selvaggio della classifica, dopo un sabato intenso. ‘Rüfenacht? Esempio per i giovani’
Bienne – Quante volte dopo un evento sportivo si è visto parafrasato il testo di "Emozioni" di Lucio Battisti? Molte. E allora chiamatele, se volete, emozioni. Sì, perché queste sono la chiave del weekend e in generale della settimana dell’Ambrì: dapprima nelle due partite contro Berna e Friborgo non se ne sono viste molte, e i risultati sono sotto gli occhi di tutti; poi è arrivata la trasferta di Bienne, e per il match della Tissot Arena il discorso cambia diametralmente. Sabato è stata partita vera, intensa, combattuta, e infine i leventinesi ne sono usciti vincitori.
Colpiti a freddo e al primo tiro in porta, i ticinesi hanno avuto il merito di non disunirsi, di trovare il pareggio ancora durante il primo periodo e poi di mantenere la giusta attenzione durante i momenti di pressione. La vittoria è stata meritata, ma se anche solo una delle inferiorità numeriche fosse confluita in un gol incassato la serata avrebbe anche potuto risolversi diversamente. Luca Cereda conferma le sue buone sensazioni. «Abbiamo ritrovato le emozioni. Nelle prime due partite casalinghe dopo la pausa avevamo giocato a tratti anche bene, ma ci è mancata quella determinazione per riuscire a vincere che invece stasera (sabato per chi legge, ndr) abbiamo mostrato».
A protagonisti della serata, oltre ai soliti noti, si sono eretti due giocatori che ultimamente apparivano spesso nelle discussioni. «Parlando alla squadra ho nominato Conz e Rüfenacht – continua Cereda –. ‘Benji’ ci ha permesso di vincere una partita importantissima dopo un periodo che non è stato per nulla semplice per lui. Mentre il secondo a mio avviso è un ottimo esempio per dimostrare ai giovani come e quanto si riesca a combattere contro il proprio destino. Due anni fa Thomas si è infortunato al ginocchio, ha combattuto per ritornare sul ghiaccio e appena arrivato da noi si è rotto la mascella. Dopo l’operazione, al primo allenamento, una discata gli ha provocato un nuovo taglio. Durante questa partita ha pure perso un dente. È un ottimo esempio della determinazione che una persona può dimostrare: se lo si vuole, la propria strada si può sempre trovare».
Per comprendere quanto accesa sia stata la sfida di Bienne, basta guardare agli attimi successivi alla terza sirena: durante la premiazione ci sono infatti state scintille fra i due migliori in pista Chlapik e Grossmann, che battibeccano platealmente in una scena a dir poco insolita in simili frangenti, diatriba continuata anche oltre la cerimonia della stretta di mano fra i giocatori. Per non parlare poi del momento del rientro negli spogliatoi, quando dagli spalti sembrerebbe sia partito uno sputo verso la panchina (e a quanto pare, l’autore del gesto è stato immediatamente identificato dalle telecamere dello stadio). Insomma, ambiente e partita elettrici, come osserva Noele Trisconi. «Una bella differenza rispetto alle partite precedenti. A livello d’intensità la situazione è cambiata: è stata una partita da playoff».
Serviva una vittoria per continuare la corsa alla fase che conta del campionato, oltre che per mantenere a distanza le inseguitrici, e i tre punti sono arrivati. La lotta si fa sempre più furibonda e nulla è ancora scritto. «Giunti a questo punto guardare la classifica serve sì e no – continua l’attaccante ticinese –. Dalla settima alla tredicesima nella graduatoria tutti sono distaccati di pochi punti. Quando si vince una partita ci si ritrova in alto, poi perdendone un’altra si è risucchiati nuovamente verso il basso: in questo senso tutto può ancora succedere. Ci aspetteranno altri cinque incontri da giocare come se fossero delle gara-7».
Una vittoria in quel di Bienne è cosa più unica che rara negli ultimi campionati, tanto che bisogna risalire al 1° novembre 2019 per trovare un’altra affermazione biancoblù. «Sapevamo che era da qualche anno che non vincevamo più qui – conclude il tenace numero 18 –, e come se non bastasse abbiamo anche rimediato diverse scoppole. Questa volta invece siamo riusciti a mantenere la mentalità giusta, da playoff, ben consci che siamo in un periodo da ‘o tutto o niente’. Toccherà a noi continuare così indipendentemente dall’avversario e dalla pista in cui giocheremo».
Già, perché sabato è arrivata la sesta vittoria consecutiva in trasferta. Al contempo, però, alla Gottardo Arena non si vince da cinque partite. Il calendario indica che all’appello mancano ancora tre match lontani dalle mura amiche e due casalinghi, fra cui il derby in cartellone alla penultima giornata. Ecco allora che sarà importante confermarsi squadra da trasferta ma anche riuscire a riportare le emozioni pure dinanzi al proprio pubblico.