L’Ambrì celebra una Spengler che ha voluto più di tutte le altre squadre e che dev’essere un insegnamento per il campionato. ‘Ecco cosa fare per vincere’
Davos – Un successo meritato, fortemente voluto e che allo stato attuale è forse il massimo traguardo raggiungibile dall’Ambrì Piotta e che come tale va celebrato. I biancoblù nei sei giorni di Davos sono infatti stati capaci di disputare quattro partite di egualmente alto livello e di sconfiggere avversari di notevole livello come lo Sparta Praga e l’Örebro e di non lasciare la minima possibilità ai due avversari, Ifk Helsinki e Davos, che per motivi diversi non sono stati all’altezza di Pestoni e compagni. E fin dall’inizio di questa seconda avventura leventinese alla Spengler, si è percepito come la squadra fosse matura, determinata e nello stato di forma ideale.
Ora per la squadra di Cereda la nuova "missione" è quella di approfittare di questo evento per costruire una mentalità vincente che si rifletta anche in campionato, nel quale tra l’altro la squadra biancoblù ha fatto difetto finora proprio di quella costanza di rendimento vista alla Spengler. Non è certamente cosa per oggi a Berna, né per venerdì a Friborgo o sabato con il Bienne, anzi un iniziale contraccolpo fisico e mentale è facilmente pronosticabile e comprensibile, ma a lungo termine sarebbe veramente un peccato che quest’attitudine rimanesse lettera morta.
Più difficile invece valutare al momento quale sia l’effetto sul contesto non prettamente sportivo. È pur vero che vincere è un sicuro incentivo per gli investimenti da parte degli sponsor e che l’interesse globale che suscita la kermesse grigionese permette oggi all’Ambrì Piotta di essere sulla bocca di tutti gli appassionati di hockey. Lo dimostra anche il sito specializzato di statistiche EliteProspect, che segnala che il quinto giocatore più cercato nelle ultime ore è l’attaccante dell’Ambrì Alex Formenton.
E, sebbene non sia ancora ufficiale, la presenza dei biancoblù alla prossima Spengler è ormai praticamente scontata.
Per il momento però, ed è giusto che sia così, squadra e staff tecnico si godono il successo in una finale difficile e combattuta contro lo Sparta Praga, in cui il successo leventinese è in fondo meritato. Formenton ha portato avanti i suoi due volte (al 6’ in superiorità numerica e al 24’ in inferiorità numerica), poi i leventinesi sono stati bravi a reagire ai due pareggi dei cechi (al 7’ con Tomasek e al 54’ con Horak), creandosi ancora qualche occasione prima dell’apoteosi dei rigori, con le trasformazioni di Bürgler e Pestoni e le parate decisive di Juvonen. «È stato bello vincere così, anche se non ci sarebbe nemmeno dispiaciuto riuscirci prima – commenta il tecnico Luca Cereda –. Dopo il loro 2-2 i ragazzi sono stati bravi a non lasciarsi prendere dal panico o dalla paura di perdere, bensì ho percepito la voglia di andare sino in fondo per completare la missione per la quale eravamo venuti a Davos. È stata una partita equilibrata, che entrambe le squadre avrebbero potuto vincere, la differenza l’ha fatta probabilmente la determinazione».
È stato insomma un mezzogiorno intenso e ricco di emozioni, tra ferri e festeggiamenti anticipati: «Alla prima pausa avevo l’impressione che tutti, me compreso, fossimo quasi impazienti di vincere, quindi ci siamo detti di rimanere calmi e di andare avanti passo dopo passo, poi ai rigori ho detto a Zwerger di sedersi accanto a me e di non saltare più in pista».
La costanza di rendimento è un fattore che sottolinea anche l’allenatore di Sementina: «Abbiamo disputato quattro partite solide, abbiamo trovato subito una buona chimica con tutte le linee, di difesa e d’attacco e penso che questo sia stato il segreto di questa settimana e che dovremo portare anche in campionato».
Ora il compito è quello di ripartire in campionato, sfruttando la fiducia accumulata per contrastare l’inevitabile calo di energie: «A corto termine rimarrà un po’ di euforia, ma poi usciranno anche le tossine emotive, visto che abbiamo vissuto molte emozioni, ma a medio-lungo termine di solito chi va avanti a lungo alla Spengler arriva a fine campionato in buona forma, quindi dopo esserci goduti questa vittoria, da oggi ci ributtiamo sul campionato. Non è mai facile vincere, il fatto di vedere che ci sono delle piccole cose che si possono fare per riuscirci, andrà portato anche in campionato. Uscendo dalla Spengler c’è sempre un periodo in cui è necessario smaltire le emozioni vissute, vedremo di pianificare bene assieme ai ragazzi il lavoro, ma per ora ci godiamo questa vittoria».
A questo proposito potrà sicuramente aiutare l’innesto di Alex Formenton (sino a fine stagione) e di Nando Eggenberger, in prestito dal Rapperswil sino a fine gennaio e che ha destato un’ottima impressione: «Qua abbiamo giocato sempre a quattro linee, penso anche nell’overtime decisivo, questa è la chiave, quando si gioca così tanto. Speriamo di avere Nando sino alla fine, visto che il Rapperswil lo può richiamare in qualsiasi momento. Sono due elementi solidi, che sanno giocare a hockey e che siamo molto contenti di avere con noi».
Luca Cereda aveva vissuto i precedenti successi dell’Ambrì da ragazzino che si stava affacciando in prima squadra, mentre questa volta da allenatore ne è probabilmente il principale artefice. Come ha vissuto questo momento? «Ho vissuto bene la giornata, che era comunque piuttosto corta, dopo la semifinale con il Davos siamo andati a dormire tardi e la sveglia era presto, ero quasi in trance, tanto che la mia prima preoccupazione per dopo la partita è stata capire dove sia finita la mia valigia».
A sottolineare come l’avversario fosse decisamente ostico ci pensa Dario Bürgler, che il torneo l’aveva già vinto nel 2011 con il Davos: Nel primo tempo abbiamo giocato bene i primi minuti, poi loro hanno gestito più il disco, ma noi c’eravamo. Peccato per il 2-2, ma non importa come si vince, l’importante è che ci siamo riusciti. All’overtime ci abbiamo provato con due contropiedi e alla fine è una bella storia che il rigore decisivo l’abbia segnato Inti».
Per celebrare non c’è però troppo tempo, visto anche che il calendario da questo punto di vista non aiuta certo i biancoblù (a titolo di confronto il Davos ospita domani il Ginevra e venerdì il Rapperswil): «Dopo una giornata di festa è subito tempo, già da ieri, di riconcentrarsi sulla trasferta a Berna».