I biancoblù si arrendono nuovamente all’Ajoie, pur costruendo di più in attacco. Zaccheo Dotti: ‘Questi sono tre punti buttati’
Da una parte c’è un Ajoie quadrato e concreto, dall’altra un Ambrì poco reattivo, autore di molti errori, disattenzioni e scelte sbagliate. Non può dunque che finire per 5-3 per i giurassiani, esattamente come accadde lo scorso 28 ottobre alla Gottardo Arena. Tra l’altro da quella sera l’Ajoie ha disputato quattordici partite senza vincerne una e nel frattempo ha cambiato allenatore. In tre partite con l’Ambrì, l’Ajoie ha inoltre conquistato sette dei suoi 23 punti e si è assicurato la vittoria negli scontri diretti stagionali.
Eppure a provare più insistentemente a segnare sono stati i ticinesi, che nel primo tempo si creano un paio di occasioni con Virtanen, Pestoni e Trisconi. Tuttavia basta un errore di posizionamento per permettere a Brennan di aprire lo score al 17’. Ma tutta la partita si è sviluppata in una lunga rincorsa ai giurassiani, che alla fine si sono imposti tutto sommato meritatamente, grazie alla rete di Schmutz al 56’, quando per rimediare non c’era semplicemente più tempo.
Nel secondo tempo infatti McMillan pareggia (con un’azione individuale) in superiorità numerica al 24’, ma appena 62" dopo Schmutz riporta nuovamente in vantaggio i suoi. E così ancora al 38’ è Pestoni a trovare il pareggio e 1’53" dopo Asselin firma il 3-2. Nel terzo tempo l’Ambrì attacca, seppure in maniera piuttosto confusionaria, fino al 52’ e al nuovo pareggio di Pestoni. Poi però ancora una volta la difesa biancoblù si fa sorprendere in un due contro uno (già tutte e tre le precedenti reti giallonere erano state favorite da errori di posizionamento della difesa) e Schmutz, come detto, realizza il gol decisivo, anche perché appena Juvonen viene richiamato in panchina Asselin chiude definitivamente i conti.
Ai microfoni dell’Rsi Zaccheo Dotti esprime tutta la sua rabbia: «Abbiamo rincorso tutta la partita, recuperando sempre, ma dopo il 3-3 dovevamo essere più attenti. Così abbiamo buttato via tre punti».
Ma quali sono gli aspetti che hanno tradito maggiormente la squadra di Luca Cereda? «È mancato il cuore, la voglia di usare il fisico, magari pensavamo di poter mettere il 5 o il 10% in meno, ma non è così. Di fioretto non si porta a casa niente. Non dobbiamo cascare in questa mentalità sbagliata, questo rilassamento non è accettabile».
Un grosso problema dell’Ambrì è anche stato l’incapacità di sfruttare le fasi a proprio favore, per l’incapacità, tra il resto, di vincere gli ingaggi. Solo un terzo del totale infatti sono andati nelle mani degli ospiti e anche le percentuali individuali parlano chiarissimo, con Grassi il migliore con il 40% di riuscita, seguito dal 37% di Heim, dal 33% di McMillan e dal 21% di Spacek. Così (e anche per le troppe circostanze in cui si è scelto il passaggio di troppo al posto del tiro) anche il powerplay ha faticato e gli ospiti hanno sprecato tre di queste situazioni, sfruttandone una con uno spunto individuale.
È anche comprensibile che dopo una partita intensa come quella di martedì contro lo Zugo e il lungo viaggio in direzione di Porrentruy, le energie possano non essere al massimo, tuttavia considerando che stasera c’è un nuovo incontro, con i temibili Zsc Lions e che da lunedì sarà tempo di Spengler, con (almeno) un altro blocco di tre partite in quattro giorni, è sicuramente legittimo preoccuparsi. Nel terzo tempo Cereda ha provato a dare la scossa modificando le linee d’attacco, ma in una giornata in cui tutti si sono, più o meno, prodigati, è mancato il gioco corale e i cambiamenti non hanno sicuramente giovato. V.B.