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Il Rapperswil al debutto europeo, in una pista simbolica

I Lakers, dopo anni di grandi miglioramenti, affrontano domani il Monaco, lì dove lo Zurigo sollevò il trofeo nel 2009, sorprendendo il Magnitogorsk

Jan Mosimann ha appena segnato il gol-promozione, da lì in avanti i progressi saranno continui
(Keystone)
31 agosto 2022
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Inizia domani la Champions Hockey League, giunta alla sua nona edizione, che vede in lizza sul fronte svizzero Zugo, Zurigo, Davos, Friborgo e Rapperswil-Jona, quest’ultimo al debutto nella manifestazione, diventando la dodicesima compagine svizzera a prendervi parte. Un numero decisamente alto che dimostra come nel campionato svizzero chi lavora con serietà può togliersi delle buone soddisfazioni.

Ascesa rapida

E sotto questo aspetto il Rapperswil è forse l’esempio più eclatante, visto che soli quattro anni dopo la promozione dalla Swiss League i sangallesi si sono qualificati per la coppa europea. La loro è stata un’ascesa piuttosto rapida: nella stagione 2018-2019 finiscono all’ultimo posto con soli 32 punti e la salvezza ottenuta grazie alla rinuncia del Langenthal, campione di B allo spareggio; l’anno seguente i punti raccolti aumentano di 20, pur rimanendo insufficienti ad abbandonare l’ultima posizione. Con l’annullamento dei playout causa Covid, la salvezza è in ogni caso garantita. La svolta avviene nella stagione 2020-21, con la regular season chiusa al decimo posto con 56 punti, sinonimo di qualificazione ai preplayoff. A quel punto nessuno oserebbe pronosticare la continuazione della stagione dei Lakers, che però eliminano in due partite il Bienne e si ripetono ai quarti di finale, eliminando il Lugano in cinque. In semifinale lo Zugo si rivela essere troppo ostico, ma i biancorossi hanno capito di poter competere anche con le migliori squadre del campionato.


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Mentre i giocatori del Bienne abbandonano il ghiaccio, quelli del Rapperswil festeggiano l’accesso ai quarti di finale. E non si fermeranno lì.

Quella fiducia viene portata nella nuova stagione, nonostante il cambio di allenatore, dall’eroe della promozione Jeff Tomlinson al semisconosciuto Stefan Hedlund, che fino a quel momento vantava due sole esperienze come head coach, una stagione all’Academy di Zugo e una in Svezia allo Skellefteå (Svezia). Trascinato dal Top scorer ed Mvp della lega Roman Cervenka, il Rapperswil chiude il campionato al quarto posto e nei quarti di finale si porta sul 3-0 nella serie contro il Davos, anche se poi i grigionesi ribaltano la situazione. La stagione si chiude così su una nota amara, ma ciò basta per garantirsi l’accesso alla Champions.

I superstiti

In squadra ci sono peraltro ancora quattro giocatori già presenti nell’ultima stagione in lega cadetta: il portiere Melvin Nyffeler e i difensori Leandro Profico, Rajan Sataric (che nel mezzo ha avuto una parentesi a Bienne) e Fabian Maier, inoltre Sven Berger, difensore all’epoca, è ora assistente di Hedlund. Sataric e Profico erano tra l’altro già presenti nella stagione 2014-2015, quando i Lakers furono relegati nello spareggio contro il Langnau.

Da lì in avanti in riva al lago di Zurigo si è cambiata la rotta (innanzitutto a livello cromatico, togliendo l’azzurino dalle maglie e dal logo per una combinazione di rosso, bianco e blu, più canonica e guardabile), sia a livello sportivo, con una gestione che ha già dato i suoi frutti – ricordiamo a questo proposito anche la Coppa Svizzera vinta nel 2018, sia a livello societario, settore in cui i risultati si stanno vedendo ora. Per la stagione 2022-23 i Lakers potranno infatti contare su un aumento del 20% di abbonamenti venduti e un aumento del budget da 11,5 milioni di franchi a 12 milioni.


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Melvin Nyffeler, uno dei più longevi in rosa con la Coppa svizzera vinta nel 2018

Un precedente fortunato

Se il Rapperswil non si era finora ancora esibito sul palcoscenico continentale, la sua pista, la St. Galler Kantonalbank Arena (ma all’epoca chiamata ancora Diners Club Arena), è stata teatro di una delle pagine più gloriose dell’hockey svizzero. È il 28 gennaio 2009, data della partita di ritorno della finale della prima Champions Hockey League. All’andata a Magnitogorsk gli Zsc Lions hanno strappato un buon pareggio per 2-2 e si apprestano a giocare il ritorno in casa. L’Hallenstadion è però occupato, allora il club zurighese (così come già fatto per l’andata della semifinale vinta contro i finlandesi dell’Espoo Blues) decide di traslocare nella vicina Rapperswil. La distanza è breve, ma sufficiente per disorientare i giocatori del Metallurg, che soccombono senza appello per 5-0.

Lo Zurigo festeggia così a qualche chilometro da casa, mentre in tribuna dopo la terza rete dei Lions, Alexander Medvedev, direttore della Khl russa, si strappa di dosso la sua maglia del Magnitogorsk orripilato da quanto sta vedendo. Pochi giorni dopo lo sponsor principale (la russa Gazprom) e i club della Khl decisero di lasciare la competizione, che di conseguenza non venne più organizzata fino alla stagione 2014-15, senza la partecipazione del campionato della Russia e dintorni.

A ricevere la coppa dalle mani del presidente dell’Iihf René Fasel fu peraltro l’allora capitano dei Lions Mathias Seger, che proprio a Rapperswil aveva debuttato in Lega Nazionale A, nella stagione 1996-97. Seger in quell’incontro realizzò pure quella terza rete in superiorità numerica (gli altri marcatori furono Blaine Down, Peter Sejna, Jan Alston e Jean-Guy Trudel), che tagliò definitivamente le gambe ai russi.


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L’allora Diners Club Arena, 28 gennaio 2009: gli Zsc Lions si laureano campioni europei

Per le squadre elvetiche è ora di cambiare rotta

Per i Lakers ripetere l’impresa dello Zsc è molto arduo, innanzitutto perché già nella fase a gruppi Cervenka e compagni si trovano di fronte tre avversari di grande qualità, iniziando dal Tappara Tampere, finalista della scorsa edizione (dopo aver incontrato il Lugano nella fase a gruppi) e campione in carica della Liiga finlandese. C’è poi il Red Bull Monaco, finalista della scorsa Del e della Champions 2018-19 e infine lo Slovan Bratislava, neocampione slovacco. Si tratta peraltro di tre club che vantano plurime esperienze nel panorama europeo. In amichevole poi gli uomini di Hedlund non hanno brillato, con due vittorie ai danni di Lugano e Villacher e altrettante sconfitte, piuttosto nette, contro Schwenninger e Davos.

Oltretutto dalla sua reintroduzione nella stagione 2014-15 il torneo è appannaggio quasi esclusivo dei club svedesi, impostisi in sei circostanze (quattro con il Frölunda e una a testa con Lulea e Rögle), con una sola eccezione, il successo dei finlandesi dello Jyp Jyväskylä nel 2018.

Anche quest’anno Frölunda, Lulea e Rögle appartengono alla schiera dei favoriti, assieme ai campioni nazionali del Färjestad ai finlandesi del Tappara e del Tps Turku. Attenzioni anche alle finaliste del campionato ceco, Ocelari Trinec e Sparta Praga. Al vincitore andrà la somma di mezzo milione di euro, mentre ogni partecipante si porterà a casa almeno 65’000 euro.


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Gli svedesi del Rögle, campioni in carica

Teoricamente anche le migliori squadre svizzere (soprattutto ora che dispongono di sei stranieri ciascuna) come Zugo e Zurigo hanno le carte in regola per andare fino in fondo, tuttavia la "nuova" Champions Hockey League sembra proprio non andare giù ai club svizzeri, visto che il miglior risultato raggiunto è la semifinale, dal Davos nella stagione 2015-16 e dal Friborgo, l’anno successivo.

Chissà che allora non serva la pista di Rapperswil, che domani sera accoglie il Monaco e sabato il Tappara, per portare fortuna ai club svizzeri.