Il club del presidente Mottis escluso di un nulla dai pre-playoff, ma con delle buone prospettive per il futuro. ‘A livello formativo obiettivi raggiunti’
La stagione dei Ticino Rockets si è conclusa sabato con la sconfitta per 2-1 a Visp che ha condannato i biaschesi all’undicesimo e ultimo posto, dunque fuori dai pre-playoff. Sarebbe servito invece un successo, anche solo al supplementare, per superare il Winterthur e qualificarsi per il turno di qualificazione per il secondo anno consecutivo. Al passo indietro a livello di classifica, coincide un deficit di 18 punti (nonostante le quattro partite disputate in più) rispetto all’inverno precedente.
Una stagione negativa, dunque? Non su tutti i fronti, almeno secondo il presidente Davide Mottis: «Il bilancio sportivo ha visto un epilogo negativo, poiché non abbiamo raggiunto l’obiettivo di qualificarci per i pre-playoff, ma allo stesso tempo è un risultato agrodolce in quanto ci mancava solo un punto per raggiungere il penultimo posto occupato dal Winterthur e tre per raggiungere l’Evz Academy, ciò vuol dire che non eravamo per nulla distanti dal centrare la qualificazione. Poi non dobbiamo dimenticare che oltre agli obiettivi sportivi abbiamo anche il compito di formazione e sviluppo dei giocatori e ancora una volta possiamo dire che diversi dei nostri giocatori hanno fatto un passo in avanti e tanti di quelli arrivati dai nostri partner si stanno avvicinando al salto di categoria in ottica futura. Per cui il bilancio lascia sì dell’amaro in bocca, ma non è del tutto negativo. «Il grosso rammarico è la sconfitta all’overtime in casa a febbraio contro il Winterthur, in un’ottica matematica è quello il punto che ci manca, però durante tutto il periodo olimpico gli scontri diretti non sono stati giocati al meglio, quindi è lì che abbiamo perso la qualificazione, non certo sabato a Visp, dove i ragazzi hanno offerto una grande prestazione, rischiando di pareggiare la partita all’ultimo secondo».
A fronte di un leggero aumento delle reti segnate, sono esplose quelle subite, da 145 a 228. L’impressione è che vi sia stato meno equilibrio nel campionato: «Senza l’Ajoie c’era un avversario forte in meno, è anche vero che qualche volta abbiamo preso delle sonore batoste, ma tante altre volte alcuni dettagli hanno fatto sì che perdessimo per un gol di scarto, ma in proiezione futura rimaniamo positivi, in quanto il lavoro è stato buono. Abbiamo insomma dimostrato di poter battagliare, quasi sempre, con tutti».
Per questa stagione si era deciso di aumentare il numero di giocatori direttamente sotto contratto con i Rockets, fra cui uno straniero, il canadese François Beauchemin, top-scorer della squadra con 44 punti: «L’esperienza con Beauchemin è stata molto positiva, in primo luogo perché lui si è ambientato molto bene, in secondo luogo il suo apporto in spogliatoio e sul ghiaccio, in allenamento e in partita, è stato molto positivo e corroborato da un importante bottino di punti. Pure lui è molto contento e ha avuto la possibilità di giocare delle partite con l’Ajoie a conferma della nostra buona scelta e del suo buon lavoro. Nelle prossime settimane discuteremo con lui se proseguire o meno la collaborazione e se dovesse invece sottoscrivere un contratto con un club più quotato saremmo dispiaciuti, ma al contempo contenti per lui. Anche a livello di presenze fisse stiamo andando nella direzione giusta, con un blocco di tre linee circa, o sotto contratto con noi, o a nostra costante disposizione, che ha giocato più di trenta partite e svolto la maggior parte degli allenamenti a Biasca».
Buone notizie arrivano invece dal campionato U20 Elit, nel quale Lugano e Davos sono già qualificati per le semifinali, mentre all’Ambrì (alla prima qualificazione ai playoff dal 2016) manca una vittoria per eliminare il Bienne: «È una grande soddisfazione per l’hockey ticinese e grigionese, per noi la soddisfazione è legata al fatto che il buon lavoro che sta venendo svolto a livello U20 è sinonimo d’allargamento del nostro serbatoio, penso in particolare all’Ambrì che ha compiuto grossi miglioramenti dopo alcuni anni difficili. Abbiamo fiducia nel fatto che potremo accogliere più giocatori nei Rockets. In questo modo sarà più semplice per noi riuscire nella nostra missione formativa».
Bene anche che la media spettatori sia tornata sopra le 200 unità per la prima volta dalla stagione inaugurale: «A livello di pubblico abbiamo fatto un passo avanti, che non è però ancora sufficiente innanzitutto per quanto meriterebbero giocatori e staff tecnico, ci auguriamo che sempre più gente li ripaghi con la sua presenza. Chiaro che da questo punto di vista, qualificarci per i pre-playoff ci avrebbe dato una mano. In un qualche modo già da adesso inizia la campagna abbonamenti per la prossima stagione, ricordando che svolgiamo un lavoro importante per i giovani e per i nostri partner».
L’anno prossimo sarà quello della nuova lega, più indipendente: «Entrerà in funzione, dopo tante discussioni, la nuova Swiss League, anche se permangono delle incognite per esempio a livello di diritti televisivi, per i quali si parla di una commercializzazione centrale, mentre da un punto di vista operativo e sportivo non dovrebbe cambiare molto. Ci sarà probabilmente una squadra che verrà promossa in National League e una o due squadre che saliranno dalla MySports League. Mancherà poi l’Evz Academy che era un’avversaria con cui confrontarci alla pari, penso però che le squadre che saliranno si assesteranno nella parte medio-bassa della classifica. Per queste squadre non sarà semplice ripercorrere la strada di un Sierre che ha a disposizione molti mezzi».
E come si trascorrerà la pausa alla BiascArena? «A livello sportivo stiamo già iniziando l’analisi della stagione. Dalle prime indicazioni risulta che nemmeno quest’anno abbiamo trovato la stabilità auspicata, anche perché diversi nostri partner hanno dovuto fare i conti con diversi infortuni e assenze. Siamo comunque coscienti che c’è ancora tanto da migliorare. A livello societario invece riparte la sfida di reperire i mezzi umani e finanziari necessari per garantire la giusta competitività alla squadra. Ci aspettiamo poi che i nostri partner definiscano in maniera comune e concordata le strategie per continuare a funzionare correttamente, come successo nelle ultime stagioni. Come consiglio d’amministrazione già negli scorsi anni abbiamo fatto il meglio possibile per mettere i giovani nelle migliori condizioni possibili, cercando di non lasciarci influenzare troppo dalle discussioni e dalle idee dei club partner».