Allarme contagi nella Lega nordamericana che sfrutterà il mese di febbraio per recuperare le 50 partite rinviate a causa del coronavirus
Ora è ufficiale: il torneo di hockey su ghiaccio alle Olimpiadi di Pechino (9-20 febbraio) si terrà senza giocatori della National Hockey League. Nel 2018 la lega nordamericana impedì la partecipazione all’edizione di Pyeongchang per non interrompere il campionato. Stavolta, per contro, la presenza delle stelle Nhl era prevista (come era sempre accaduto tra il 1998 e il 2014), ma l’aumento dei contagi e l’avvento della variante Omicron ha cambiato le carte in tavola. Complessivamente, sono state già 50 le partite di Nhl rinviate a causa del coronavirus e il mese di febbraio verrà utilizzato per recuperarle.
«La nostra priorità è e deve rimanere quella di portare a termine nel migliore dei modi la nostra stagione regolare e i playoff – ha dichiarato il patron della massima lega di hockey nordamericana, Gary Bettman, la cui decisione è condivisa anche dal sindacato dei giocatori –. Per questa ragione utilizzeremo il periodo tra il 6 e il 22 febbraio dedicato inizialmente ai Giochi olimpici per riprogrammare le partite già rinviate e quelle che lo saranno».
Tutte le Nazionali devono quindi rivedere i propri piani e le proprie selezioni. Tra queste, naturalmente, anche la Svizzera di Patrick Fischer, costretta a rinunciare ai vari Roman Josi, capitano dei Nashville Predators, Timo Meier, Nino Niederreiter, Kevin Fiala, Pius Suter e Grégory Hofmann, che avrebbero avuto il compito di aiutare la selezione elvetica a far dimenticare la delusione delle Olimpiadi in Corea del Sud, dove i rossocrociati erano stati eliminati già agli ottavi di finale per mano delle Germania.