Grazie a Carr, ma non solo, i bianconeri mettono sotto il Servette. Samuel Guerra: ‘E ora il gioco di transizione è tutto un’altra cosa’
Lugano – È il suo posto naturale, lì da qualche parte nello slot. A fianco di Arcobello e Fazzini, in una linea che trascina il Lugano al suo terzo successo in quattro partite da quando sono riprese le ostilità dopo la pausa d’inizio novembre consacrata alla Nazionale. Nuovamente preferito allo slovacco Hudacek, una specie di vittima designata da quando Daniel Carr è tornato a fare ciò che sa fare, e bene, cioè segnare. E sono le primissime reti dopo una lunga convalescenza per i postumi di una complicata commozione cerebrale, per l’ala con l’inconsueto numero 7 dipinto sulla maglia (trattandosi pur sempre di un attaccante) che risolve da solo una partita con il Ginevra che il Lugano di qualche tempo fa avrebbe rischiato seriamente di perdere. Quando gli bastava un niente per rovinare anche le serate più promettenti.
Stavolta, invece, per Chris McSorley e i suoi ragazzi il martedì ha un epilogo con lieto fine. In una partita forse non delle più appassionanti, in cui però il Lugano si mette in testa di voler fare la partita e ci riesce. E non smette mai di crederci neanche quando capisce che non gli è tanto facile arrivare fino davanti a Gauthier Descloux, come in un secondo tempo in cui le conclusioni bianconere sulla porta ginevrina piovono tutte dalla distanza. E in cui (pur se fortunatamente solo per breve tempo) la Cornèr Arena trattiene il fiato, vedendo Luca Fazzini rimanere sul ghiaccio a lungo, nell’angolo alla destra della porta ginevrina: tempo un paio di cambi e il topscorer ticinese è di nuovo in pista. Sarà proprio lui, del resto, a riconquistare nel proprio terzo il puck che Daniel Carr sfrutterà per dare uno scossone alla serata, allo scoccare del minuto numero quarantotto di una serata senza lo straccio di una rete. Finché, appunto, il trentenne nato a Sherwood (in Canada, però) mette piede nel terzo del Servette, e dopo essersi guardato in giro decide d’arrangiarsi da solo, dapprima facendo sedere il povero Jacquemet che s’aspettava tutt’altro, poi mettendo il disco là dove Descloux non può arrivare. In quel momento, è il 47’01’’, lo stadio balza in piedi mentre Carr va a festeggiare sotto una curva in cui nel terzo tempo fa la sua apparizione nientemeno che Petteri Nummelin, leggenda del Lugano dei tempi che furono e che non ha certo bisogno di presentazioni: tornato in Ticino in visita dopo parecchi anni, doveva essere lui il protagonista assoluto della serata, invece va a finire che la star, quella vera, è appunto Daniel Carr. Il cui missile al volo, meno di cinque minuti dopo, in situazione di superiorità numerica, quando il finlandese del Servette Valtteri Filppula si trova sulla panchina dei cattivi per un aggancio, manda definitivamente al tappeto un Ginevra venuto in Ticino per avvicinarsi un altro po’ a un simbolico ottavo posto, e quando invece riparte si trova ancor più attardato. Intanto sugli spalti il pubblico applaude, mentre sul ghiaccio festeggia pure l’altro canadese Troy Josephs, autore del definitivo 3-0 a porta vuota che è il premio per una partita generosa, per non dire di più. Insomma, si può ben dire che ora Chris McSorley abbia l’imbarazzo della scelta: chi l’avrebbe mai detto, anche solo tre settimane fa?
Non solo un Daniel Carr che ha trascinato la squadra a suon di gol, ma anche una difesa impeccabile, con lo shutout del portiere Niklas Schlegel. «Direi che stasera ha girato bene tutta la squadra – dice il difensore Samuel Guerra, che però non elogia solo il reparto difensivo –. In settimana abbiamo aggiustato qualche meccanismo: oggi molti dischi profondi, che sono stati gestiti molto bene. Chiaramente quando hai la squadra al completo è sempre più facile giocare: si alza il ritmo e la competitività durante gli allenamenti. Ciò che dovremo assolutamente continuare a fare. Importante anche la fiducia nei propri mezzi, e come gestire bene le partite. Stasera c’era anche un gioco veloce di transizione: non lo facciamo ancora perfettamente, dobbiamo lavorarci tanto, ma è sicuramente meglio se lo paragoniamo a inizio stagione». Un altro aspetto molto importante è che anche in questa serata si è visto un boxplay perfetto: «Giusto. Un boxplay che da inizio stagione funziona molto bene: non conosco i numeri ma siamo tra i migliori della Lega. In una partita tirata come questa, dà tanta fiducia ed energia alla squadra. Poi ci si aspetta le reti anche dal powerplay e una oggi è puntualmente arrivata. Anche loro lo allenano ogni giorno e noi giocatori che siamo in pista nei boxplay sappiamo che in queste situazioni possiamo essere utilissimi e ogni volta diamo tutto per non subire reti».