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Hudacek show, ma decide Pesonen. ‘Fadani andava aiutato’

Il Lugano torna da Langnau con un punto, dopo una rimonta nell‘ultimo minuto e un prolungamento trascorso nel terzo bernese. Chiesa: ’Sono 2 punti persi’

Il tiro di Pesonen che tutto decide. ‘Quel 2-0 in avvio avremmo dovuto portarlo alla pausa’ (Keystone)
23 ottobre 2021
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Langnau – Di venerdì, alla Ilfis succede di tutto: con il Lugano che trova il doppio vantaggio in meno di cinque minuti, per poi ritrovarsi sotto di due reti a un minuto dalla fine, capace tuttavia di agguantare il prolungamento grazie alla doppietta di Hudacek, andando poi più volte vicino alla vittoria nell’appendice a 3 contro 3, prima di venir punito da Pesonen. In una serata condita da undici reti, ma anche qualche errore di troppo.

Per la trasferta a Langnau McSorley perde anche Riva e Fatton, mentre rientra Morini. In porta c’è Fadani, con in qualità di sua riserva il giovanissimo Gabriel Crivelli, classe 2003. Il Lugano parte a tutta e si porta sul 2-0 già dopo soli quattro minuti. Thürkauf realizza in powerplay sfruttando un disco messo in mezzo da Blaser, poi lancia Fazzini che al volo serve Josephs per il bellissimo secondo gol. Il Langnau si rifà sotto al 13’ grazie a Schmutz, più rapido di Hudacek a raccogliere il rebound sul tiro di Grenier in contropiede. Anche il pareggio, al 18’, arriva in contropiede, ma è un autogol dello sfortunato Müller, che devia un centro di Pesonen per Olofsson: la grande colpa dei bianconeri è farsi trovare scoperti dopo un ingaggio in attacco in inferiorità numerica, quella di Fadani invece è lasciar passare il tiro dalla distanza di Huguenin per il 3-2 al 19’47”.

Nel secondo tempo il Lugano tira di più (18 volte), ma inizialmente lo fa con poca pericolosità. A segnare è così Olofsson, al 29’, dopo un mancato di controllo di Fadani. Per riportarsi a -1 il Lugano deve aspettare una superiorità numerica e addirittura tre i pali: sui primi due tentativi di Fazzini il disco rimbalza fuori, mentre sul terzo, di Josephs, al 36’48”, si insacca alle spalle di Mayer. Il problema per i ticinesi è che anche Huguenin firma poi una doppietta, in superiorità, a due soli decimi dal quarantesimo.

Nel terzo tempo il Langnau deve impegnarsi soltanto per superare un’inferiorità numerica, mentre per il resto del tempo si accontenta di liberare il disco in liberazione vietata. L’hockey però è sport imprevedibile, e non meno imprevedibili sono le due prepotenti conclusioni di Hudacek che nell’ultimo minuto segna due volte (la prima in sei contro quattro, la seconda in sei contro cinque) e porta tutti al prolungamento. Dove il Lugano passa praticamente tre minuti nel terzo dei giallorossi (con Arcobello che fallisce una ghiottissima occasione), prima del gol partita di Pesonen su una ripartenza, al 62’56’’.

«Abbiamo creato molto nel secondo e nel terzo tempo, per cui trovo che questi siano più due punti persi – dice Alessandro Chiesa –. Abbiamo però anche commesso errori. Per esempio abbiamo aiutato troppo poco Fadani, che secondo me ha disputato un’ottima partita, lasciando troppo traffico davanti a lui».

Molto meglio la situazione nello slot avversario: «Noi non molliamo mai, fino alla fine: l’allenatore vuole che giochiamo aggressivi, cercando il gol anche in box-play e grazie a questa attitudine abbiamo ottenuto questo punto. Hudacek poi con quattro reti in due partite ha avuto un grande inizio e potrà darci una grande mano. Pure il gioco in superiorità numerica, grazie anche ai diversi ritorni, sta crescendo».

In una partita passata a rincorrersi a vicenda la differenza l’hanno fatta gli uomini di maggior classe dei padroni di casa, come Olofsson (un gol e tre assist) e Pesonen: «Sapevamo che loro hanno ottimi stranieri e un ottimo power-play. Ancor più con i diversi rientri, avremmo però dovuto portare il 2-0 alla prima pausa, invece abbiamo preso gol come il terzo da evitare. E sul quinto gol quel disco non doveva nemmeno arrivare sulla porta».