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Il quarto col Lugano per Jelovac ha il profumo di derby

Il ventiseienne vodese del Rapperswil, ex difensore dell'Ambrì, si gode l'inizio di questi playoff. ‘Ma non so se si possa parlare di sorpresa‘

L'abbraccio a Forrer dopo il successo sul Bienne. 'Sapevamo di potercela fare, specie con questa formula' (Keystone)
12 aprile 2021
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L’invitato che non ti aspetti. È un po’ questo il sentimento di tutti, quando parlano del Rapperswil arrivato ai playoff tra la stupore generale. «Ma non so se si possa parlare di sorpresa – dice il difensore dei sangallesi Igor Jelovac -. Di sicuro siamo molto soddisfatti: sapevamo di poter eliminare il Bienne, grazie alla formula molto particolare» aggiunge, alludendo al 'best of 3'.

A far pendere la bilancia dalla parte di Jelovac e soci sono stati la disciplina, l’acume tattico e le grandi parate del portiere Melvin Nyffeler. «'Mel' riesce sempre ad aumentare il suo livello nella post-season – spiega il ventiseienne vodese –. La sua presenza è fondamentale anche all’interno dello spogliatoio: è un leader, e quando è necessario sa anche arrabbiarsi e a scuotere il gruppo, trovando le parole adatte. Come dopo il 2-1 di Loosli nella seconda gara col Bienne, venerdì, facendo cenno a tutti di stare calmi».

Un altro dei pezzi da novanta dei Lakers, ovviamente, è il ceco Roman Cervenka. «È un extraterrestre – dice, senza mezzi termine, Jelovac –. In qualsiasi situazione riesce a trovare una soluzione: è spettacolare, ma sa anche fare il lavoro difensivo, quello sporco, come si dice. È un tipo calmo, non parla molto, ma ogni tanto si riesce a scherzarci».

Dopo il Bienne, il prossimo scoglio è il Lugano. «L’appetito vien mangiando. Abbiamo la nostra da dire, in fondo con i bianconeri in regular season il bilancio è stato equilibrato. Chiaramente dovremo essere solidi e tirare la corda tutti nella stessa direzione. La prima partita, domani, sarà importante per capire un po’ dove siamo. Per me le sfide contro il Lugano hanno tuttora un sapore particolare: resta una sorta di derby, è sempre eccitante, ho cosi tanti ricordi...» aggiunge l’ex difensore dell'Ambrì, ammettendo di aver ricevuto diversi messaggi sul cellulare in questi giorni. «Sì, parecchi tifosi biancoblù mi chiedono di battere i cugini... (ride, ndr)».

A chi gli chiede, potendo scegliere, quale giocatore del Lugano toglierebbe, Jelovac risponde così: «Me ne vengono in mente due, ma siccome posso fare solo un nome dico Mark Arcobello. È un attaccante completo, sa fare di tutto, è capace di fare la differenza in qualsiasi istante».

Reduce dal suo primo campionato con la maglia del Rapperswil, in cui ha giocato costantemente nei primi due blocchi e pure nelle situazioni speciali, Jelovac è felicissimo della sua scelta fatta. «Dopo tanti anni ad Ambrì avevo bisogno di nuovi stimoli. Sono progredito come giocatore, ho ricevuto molta fiducia e tanta responsabilità dallo staff tecnico».

Uno staff tecnico la cui avventura è però agli sgoccioli, visto che l’allenatore Jeff Tomlinson, dopo sei stagioni esaltanti, tra cui quella della promozione, a fine stagione leverà le tende. «È una situazione strana, ma sono cose che fanno parte del business, come accade a volte con i compagni che se ne vanno. Con il coach ho sempre avuto un ottimo dialogo, d’altronde è stato lui a convincermi a firmare per il Rapperswil. E vorremmo andare il più lontano possibile specialmente per lui».

Malgrado la pandemia e gli spalti vuoti, la città sangallese in queste ore sogna in grande. «I tifosi ci sostengono, c’è molta passione. Ad esempio, quando il nostro autobus era partito in direzione di Ambrì per la sfida decisiva in chiave pre-playoff, i fan ci hanno attesi sul ponte che porta a Pfäffikon con tanto di torce e striscioni. E l'altra sera, contro il Bienne, erano in molti fuori lo stadio: contro il Lugano giocheremo anche per loro».