I bianconeri vanno a Rapperswil e a Ginevra a ’scegliersi‘ l'avversario, dopo un terzo tempo di fuoco giovedì. ‘Voglio quell'atteggiamento per 60 minuti’
Lugano – Nel venerdì che precede l'ultimissimo weekend di regular-season la Cornèr Arena è temporaneamente inagibile per lavori di manutenzione, così l'allenamento si svolge sul ghiaccio della Reseghina. Dove, nonostante la seduta sia facoltativa, sono molti i giocatori della rosa bianconera che si ritrovano in pista puntuali alle 11. Tra i presenti c'è anche Alessio Bertaggia, di rientro da infortunio (quindi è possibile un suo impiego nel finesettimana), unitamente al rinforzo statunitense Terrence Brennan, sul cui casco spicca il numero 43, e pure al finlandese Jani Lajunen. Il suo rientro, tuttavia, non è previsto per stasera a Rapperswil. «È tornato ad allenarsi, e sta molto meglio, ma non ci prenderemo alcun rischio, visto che siamo così vicini all'inizio dei playoff – spiega l’allenatore del Lugano Serge Pelletier –. Magari lunedì pomeriggio a Ginevra potrebbe provare, ma, ripeto, non abbiamo alcuna fretta».
A proposito di playoff: grazie al successo sul Langnau, giovedì, ora c'è la matematica certezza della qualificazione diretta, ma quanta fatica per conquistare quei tre punti... «Questo genere di partite che devi assolutamente vincere a tutti costi non sono sempre facili da approcciare. Però alla fine sono contento per il risultato: nel terzo e decisivo tempo s'è visto che c’era ancora tanta energia e molta voglia di vincere. Ed è lo stesso atteggiamento che voglio rivedere in pista stasera a Rapperswil, ma per tutti i sessanta minuti. L’obiettivo è arrivare in classifica al miglior piazzamento possibile. La lotta è molto serrata».
Giovedì si è rivisto in pista l’attaccante Loic Vedova, autore anche di una segnatura: per il valmaggese si è trattato soltanto della terza presenza in bianconero in una stagione praticamente tutta vissuta con addosso la maglia dei Ticino Rockets. «Ci tenevo che Loic potesse giocare con noi prima della fine del campionato, perché volevo sincerarmi del suo stato di forma. Mi ha fatto una buona impressione, e poi con l’uscita di scena di Dominic Lammer, per infortunio, ha avuto più ghiaccio del previsto, rispondendo molto bene alla sollecitazione. La sua è stata una buona prestazione».
Playoff, oltre a fatica e stress, quest'anno fa rima anche con 'bolla'. Doppia nella fattispecie, stando alle primissime disposizioni diramate nelle scorse settimane dalla Lega, con i giocatori che nella post season praticamente vivranno soltanto tra casa e pista. «Ormai dobbiamo accettare queste regole: da molti mesi viviamo in questo modo, molto isolati dal resto del mondo. Come Hockey club Lugano avevamo messo in atto un protocollo molto severo, che abbiamo rispettato alla lettera per tutta la stagione, ma da quando partiranno i playoff saremo così focalizzati sulle partite che ci attendono che, per forza, la nostra vita si svolgerà tutta nello spogliatoio, sul ghiaccio e a casa propria».
Nulla di veramente nuovo, insomma. «Non per noi. A partire dall’8 aprile torneremo in sostanza a fare quello che già avevamo vissuto qualche mese fa, quando il medico cantonale ci aveva concesso di allenarci nella cosiddetta “bolla” in occasione della prima quarantena, lo scorso ottobre (quando vennero scoperti i primi tre casi di positività al Coronavirus, quelli di Bertaggia, Zurkirchen e Traber, ndr). In sostanza, dovremo limitare allo stretto necessario il contatto con persone che non fanno parte di questo gruppo, quindi ci divideremo tra la Cornèr Arena e le mura di casa finché saremo 'vivi' nei playoff, sportivamente parlando, e l'obiettivo è che questo periodo possa essere il più lungo possibile».
Ma se, invece, nonostante tutte le misure, qualche giocatore dovesse risultare positivo? Finirebbe in quarantena soltanto lui, mentre il resto della squadra continuerebbe a giocare? «La Lega per il momento non ha ancora comunicati il piano definitivo, quindi non siamo ancora a conoscenza di tutti i dettagli. Ciò che posso dire è che se effettivamente ci fosse un unico caso, quel giocatore verrebbe isolato mentre la squadra potrebbe continuare a giocare. Se invece mi chiedete cosa capiterebbe nel caso in cui i contagi fossero più di uno non saprei cosa rispondere – conclude Serge Pelletier –. Per questo motivo aspettiamo di essere a conoscenza delle decisioni definitive da parte della Lega».