Il 24enne zurighese, quinto miglior marcatore a Chicago, parla della sua esperienza a fianco di Kane. 'Lui ha tutti gli occhi addosso, e io ho più spazio'
Non ci ha messo molto a mettersi a suo agio nel campionato più bello del mondo. Anche perché Pius Suter alle dimensioni ridotte delle piste nordamericane aveva avuto tempo di abituarsi da ragazzino, tra il 2013 e il 2015, quando decise di dare una prima occhiata oltre oceano nei campionati giovanili, in Ontario hockey league, con la maglia dei Guelph Storm. Tantomeno il ventiquattrenne talento di Wallisellen, mai draftato da nessuna parte in Nhl, ha faticato a trovare il modo di ambientarsi sul ghiaccio dello United Center, siccome quando segnano i Blackhawks gli altoparlanti sparano le note di Chelsea Dagger, canzone del gruppo scozzese The Fratellis che è la medesima scelta dagli Zsc Lions per celebrare i loro gol all'Hallenstadion. Quel brano, pubblicato nell'ormai lontano 2006, a Chicago è già risuonato ben otto volte per merito di Pius Suter, che in totale tra reti e assist di punti ne ha già collezionato tredici in 27 partite, ciò che fa di lui il quinto marcatore dei Falchi, sette in meno dell'ex bomber dell'Ambrì Dominik Kubalik ma già a distanze siderali da sua maestà Patrick Kane, che di punti ne ha praticamente accumulati il triplo (38). Del resto, dalla quarta partita in poi Suter gioca proprio con la trentaquattrenne stella nata a Buffalo, e che molti ricorderanno con i colori del Bienne durante il lockout Nhl del 2012, in una linea completata da Alex DeBrincat che è semplicemente la più efficace di tutte. «È una cosa pazzesca, ritrovarsi in linea uno come lui – dice Pius Suter –. È incredibilmente bravo quanto a tecnica di bastone, e si vede che gli avversari ne hanno particolare rispeto. Grazie a questo, gli occhi sono tutti su di lui, e io posso beneficiare di un po' di spazio in più».
Ciò non toglie che in questa prima parte di stagione il talento zurighese è semplicemente uno dei migliori 'rookie' di tutta la Lega. «Sapevo di poter segnare delle reti anche qui, ma non mi aspettavo certo di poter giocare un simile ruolo...».
In gol già alla sua sesta partita, autore pure di una tripletta (prima di lui, in Nhl gli unici svizzeri a riuscirvi sono stati Nino Niederreiter e TImo Meier), a Chicago Pius Suter ha avuto anche il vantaggio di ritrovare nello staff tecnico quel Marc Crawford che oggi fa l'assistente sulla panchina dei Blackhawks, nonostante abbia ormai 60 anni, ovvero quasi il doppio del trentaseienne headcoach Jeremy Colliton, e che un tempo – tra il 2012 e il 2016 – fu suo allenatore all'Hallenstadion. «Ha un sacco di conoscenze e di esperienza – aggiunge Suter –, e quando Marc ti spiega qualcosa, lo stai ad ascoltare».
Soprattutto in tempo di pandemia, le giornate di Pius Suter sono soprattutto consacrate all'hockey, in un periodo in cui i giocatori vengono testati tutti i giorni, anche due volte al giorno quando ci sono le partite. Dopo aver trascorso un meso in albergo, lo zurighese ora ha trovato casa al nord della città, sulle rive di uno degli innumerevoli laghi che circondano Chicago («È perfetto», aggiunge), e passa buona parte del tempo con il ventunenne attaccante bernese Philipp Kurashev, tornato negli States dopo la parentesi autunnale a Lugano, e che ha a sua volta collezionato 6 gol e 4 assist. «È un bravo ragazzo, lo conosco da tempo – conclude Suter –, e sono felice di poter condividere tutto questo con lui».