Per il presidente del Lugano Vicky Mantegazza quanto deciso da Consiglio federale mette seriamente a repentaglio la sopravvivenza del club
«Senza un vero aiuto finanziario a fondo perso da parte della Confederazione, la decisione di oggi del Consiglio federale mette seriamente a repentaglio la sopravvivenza dell’Hc Lugano e di tutto quanto rappresenta». È questa la conclusione del presidente del Lugano Vicky Mantegazza in merito alla decisione del Governo di andare avanti con lo sport professionistico a porte chiuse. Una decisione che, di fatto, riporta tutto e tutti, almeno nell'hockey, alla scorsa fine di febbraio, quando le ultime due partite della stagione regolare si erano giocate in stadi vuoti.
Ed è dunque con un «profondo rincrescimento e delusione», si legge nel comunicato del club bianconero, che la società prende atto della decisione del Consiglio federale. «Sono convinta che, anche durante la pandemia, lo sport debba continuare a essere praticato davanti a un certo numero di spettatori, chiaramente con le dovute attenzioni - sottolinea Vicky Mantegazza -. L’importanza economica e sociale dello sport va oltre il campionato dei professionisti perché riguarda i ragazzi dei settori giovanili, i tifosi, i quasi cento collaboratori a tempo pieno del club, gli sponsor, i partner e l’intera popolazione. C’è un’evidente contraddizione con quanto si vede giornalmente ad esempio in un centro commerciale. Ancora una volta le autorità politiche svizzere non hanno quindi riconosciuto il valore dello sport che nel suo insieme crea in Svizzera circa 100'000 posti di lavoro a tempo pieno. Siamo consapevoli dell’emergenza sanitaria ma la giornata odierna segna una sconfitta non solo per lo sport ma per l’intera società».
«La scorsa estate, sulla base delle decisioni del Consiglio Federale sull’organizzazione dei grandi eventi, abbiamo studiato e messo in pratica un piano di protezione per accogliere i tifosi alla Corner Arena in piena sicurezza che, alla prova dei fatti, è stato più volte lodato dalle autorità politiche e sanitarie - sottolinea dal canto suo il Ceo del Lugano Marco Werder -. Tanto è vero che non è stato accertato nessun caso di contagio all’interno di una pista di hockey. Abbiamo pianificato finanziariamente il campionato 2020/21, basandoci su una capienza ridotta di due terzi dei posti seduti in pista e accettato la prospettiva di un deficit a fine stagione di diversi milioni di franchi pur di garantire il futuro del club. Abbiamo compiuto e stiamo compiendo importanti sforzi per ridurre i costi, in modo particolare attraverso trattative concrete con i giocatori, lo staff e tutti i dipendenti per una diminuzione della massa salariale. Le misure odierne del Consiglio Federale riducono in modo importante l’effetto di questo enorme lavoro».