Il club bianconero continuerà a essere azionista di minoranza a concedere i suoi giovani ma senza ruoli nella gestione. Ambrì: 'Cercheremo delle soluzioni'
Non contento della gestione del farm-team dei Ticino Rockets, il Lugano ha annunciato la sua decisione di fare un passo indietro rimanendo azionista di minoranza (15 per cento) e continuando a fornire alla compagine di Swiss League quattro giovani e uno straniero, ma senza avere un ruolo attivo nella gestione della stessa. Il club bianconero chiederà inoltre al proprio rappresentante nel CdA dei Rockets di rassegnare le proprie dimissioni.
«Dopo attenta analisi della sua strategia per lo sviluppo del suo settore giovanile e dei suoi prospects – si legge nel lungo comunicato stampa – Il consiglio d’amministrazione Hcl ha comunicato in data odierna agli azionisti Hcap, Hc Biasca, Hc Davos e Gdt Bellinzona la decisione che, a partire dalla prossima stagione, il Lugano svolgerà il ruolo di azionista di minoranza» dei Ticino Rockets, analogamente al club grigionese. «L’Hcl contribuirà pertanto al prossimo campionato di Swiss League dei Ticino Rockets con il prestito di quattro prospects e un giocatore straniero, a condizione che vi sia un budget chiaro e plausibile e che le possibilità di allenarsi e competere per i suoi prospects siano tali da garantire la loro crescita sportiva. Il progetto Ticino Rockets, promosso dal Biasca e a cui hanno aderito Hcl, Hcap e Gdt, è stato caratterizzato dalla sua nascita dalla volontà comune di far crescere i giovani giocatori ticinesi in un farm-team di Swiss League. Dopo le prime tre stagioni, alla scadenza dei contratti parasociali, gli azionisti erano giunti la scorsa primavera ad un accordo provvisorio per un’ulteriore stagione, ripromettendosi di affrontare le questioni aperte entro il 31 dicembre 2019. Nel quadro dell’accordo l’Hcl, nonostante la sua posizione di azionista di minoranza (15%), si era impegnato a coprire l’eventuale perdita d’esercizio della società in modo paritario all’Hcap: coerentemente con questo impegno, l’Hcl si attendeva una gestione paritaria del farm-team che permettesse in modo particolare di curare e tutelare la crescita sportiva dei propri giocatori scelti per giocare con i Ticino Rockets. Di fronte ad una serie di proposte sugli sviluppi futuri formulate dall’Hcl già nel mese di novembre, l’Hcap ha comunicato nelle scorse settimane di non ravvisare alcuna necessità di cambiamento rispetto alla gestione attuale, confermando così la volontà di arrogarsi un ruolo di controllo sul farm-team che ne snatura l’identità.
Il Cda del Lugano non può tollerare questa attitudine che non è in linea con i princìpi all’origine del progetto di un farm-team condiviso e che rinvia alle calende greche ogni tentativo di riforma e pianificazione gestionale e sportiva. A fronte della conclamata volontà dell’Hcap di non voler condividere con l’Hcl la gestione del farm-team, il Lugano ha deciso di svolgere il ruolo di azionista di minoranza analogamente al Davos, impegnandosi a contribuire al prossimo campionato di Swiss League con il prestito di quattro 'prospect' e un giocatore straniero, a condizione che vi sia un budget chiaro e plausibile e che le possibilità di allenarsi e competere per i suoi prospects siano tali da garantire la loro crescita sportiva».
Ambrì Piotta, Davos e i Gdt Bellinzona, gli altri azionisti dei Ticino Rockets, «hanno preso atto con rammarico dell’odierno comunicato dell’HC Lugano in merito al proprio futuro coinvolgimento nel progetto in qualità di azionista al 15%», si legge in una nota stampa arrivata nel tardo pomeriggio. «Rispettando la decisione del CdA del Lugano, i tre azionisti citati si adopereranno da subito con spirito costruttivo per fare tutto il possibile affinché il progetto possa continuare, a beneficio dei giovani giocatori che desiderano un futuro da professionisti e a pari beneficio di tutti i club di Lega nazionale che vi partecipano. A questo scopo, nelle prossime settimane verranno intavolate ulteriori discussioni fra gli azionisti e con potenziali altri interessati per trovare soluzioni ragionevoli e condivise onde garantire continuità al progetto biaschese».