Una settimana dopo la doppietta di Austin, Maranello fa di nuovo festa, grazie a Sainz, che precede la McLaren di Norris. ‘Max è pericoloso!’
Neppure il tempo di partire, che sull’asfalto di Città del Messico sono già tutti fermi, con la safety car costretta a entrare in pista già nel primo giro, dopo che Yuki Tsunoda e la sua Red Bull cercano un sorpasso a dir poco azzardato ai danni della Williams di Alexander Albon, che si vede piombare addosso la vettura del giapponese, che finisce in testacoda fortunatamente senza conseguenze nella via di fuga. Mentre nelle retrovie il beniamino di casa Sergio Perez si vede infliggere cinque secondi di penalizzazione per aver “rubato” dello spazio in griglia al termine del giro di formazione.
Poi, finalmente, al settimo giro si ricomincia, con Verstappen che dopo aver bruciato al via il ‘poleman’ Carlos Sainz è abilissimo nel non farsi fregare dall’arrembante ferrarista, costretto a dover tenere a freno l’entusiasmo all’uscita di scena della safety car. L’appuntamento con il sorpasso è però solo rinviato, al nono giro, quando lo spagnolo si butta all’interno in frenata e sorprende il campione del mondo. Quest’ultimo, alla sorpresa aggiunge forse anche un po’ di risentimento, e alla decima tornata, quando Norris cerca a sua volta di attaccarlo, praticamente lo sbatte fuori pista, con il britannico della McLaren, antagonista dell’olandese nella lotta per il titolo, che non manca di far notare in radio il proprio disappunto («Questo ragazzo è pericoloso!»), nel mentre in cui la Ferrari di Leclerc ne approfitta per passare i due litiganti e piazzarsi dietro di Sainz, in seconda posizione.
I commissari daranno ragione a Norris, appioppando a Verstappen dieci secondi di penalizzazione per guida pericolosa, raddoppiando poi addirittura la sanzione in un secondo tempo, aggiungendone altrettanti dopo aver valutato che il pilota della Red Bull abbia tratto giovamento da quell’uscita di pista. Quei venti, interminabili secondi l’olandese li sconterà in occasione del ventisettesimo giro, rientrando in pista nientemeno che in penultima posizione, dietro alla monoposto del suo avvilito compagno, Perez. Approfittando di altri pitstop e, ovviamente, anche della superiorità della Red Bull, Verstappen al quarantunesimo giro è sesto, mentre in terza posizione Norris rosicchia decimi alla seconda delle Ferrari a colpi di giri (più) veloci. Dal muretto, via radio, gli ingegneri lo spronano, e Leclerc prova a rispondere presente, ma al sessantaduesimo giro combina la frittata perdendo per un attimo il controllo in entrata di rettilineo, rischiando seriamente di andare a sbattere, mentre la McLaren saluta e se ne va, andando a chiudere alle spalle di un Sainz che là davanti ha potuto vivere una domenica tutto sommato tranquilla.