Formula 1

Ivan Capelli: ‘Non aspettatevi miracoli da Hamilton’

La notizia che il britannico 7 volte iridato lascerà fra un anno la Mercedes per approdare alla Ferrari (contratto pluriennale) ha sorpreso tutti quanti

In sintesi:
  • I tifosi del Cavallino iniziano a sognare, ma secondo Ivan Capelli – ex pilota della Ferrari – non basterà il nome di Hamilton per colmare l'enorme gap tecnico che separa la Rossa dalla Red Bull attuale dominatrice del Circus
  • Il percorso verso il titolo mondiale, del resto, fu lungo e difficile anche per Michael Schumacher, che approdò a Maranello dopo due titoli conquistati con la Benetton e per tornare a trionfare dovette aspettare ben cinque anni
1 febbraio 2024
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«In realtà ha stupito molto anche me», dice Ivan Capelli, uno che al volante della Rossa ha pure disputato un intero Campionato mondiale, nel 1992. «Con una stagione che ancora deve iniziare, sapere che due scuderie come la Mercedes e la Ferrari avranno fra un anno una line-up diversa è qualcosa che fa storcere il naso. In una situazione simile, infatti, sai di avere in casa un pilota che presto non sarà più con te, e ciò vale sia per Hamilton sia per Sainz, destinato a cedergli il volante a Maranello. Stare separato in casa per un anno non è facile per nessuno. Fra l’altro questa cosa alla Ferrari era già successa con Vettel, che iniziò la stagione – ai tempi di Binotto – già sapendo che il suo contratto non sarebbe stato rinnovato. E tutti sappiamo che non fu proprio una stagione esaltante, specie per quanto riguarda i rapporti umani. La gestione di simili situazioni diventa difficile, sia per il pilota sia per il team. Quindi prevedo che non sarà bello per nessuno, la prossima stagione, sia alla Ferrari sia alla Mercedes».

Diventa dunque possibile, secondo te, che il rapporto fra Hamilton e la Mercedes venga interrotto addirittura prima, cioè che le parti si separino già nelle prossime settimane, prima che inizi la nuova stagione?

No, questo lo escludo, Hamilton e Sainz continueranno a correre nella stagione entrante con le rispettive scuderie. Ma è certo che correre quando sai già di dover andar via toglie tutto l’entusiasmo e tutto il pathos che invece deve esserci per poter dare più del 100%, come succede in Formula 1. E devi darlo sotto ogni punto di vista, non soltanto nella guida, ma anche nella relazione con ogni settore della squadra, nei rapporti umani, nel dialogo con ogni parte in causa. E tutto è molto delicato, perché poi difficilmente una scuderia dà al pilota destinato ad andarsene tutte le informazioni che gli darebbe invece se rimanesse in squadra ancora per molte stagioni. Nessuno infatti è felice se un pilota si porta via conoscenze e valutazioni su ciò che stai facendo, sui dettagli a cui stai lavorando, perché c’è il rischio che un’altra squadra possa trarne dei vantaggi. Ripeto, non è certo il modo migliore per iniziare l’annata.

Il passaggio di Hamilton alla Ferrari quanto potrebbe modificare gli equilibri? Il divario fra la scuderia del Cavallino e la Red Bull è enorme, però un pilota di quel livello potrebbe ridurlo, al di là di come a Maranello lavoreranno a livello tecnico per assottigliare il gap…

Hamilton è un pilota molto esigente, perché dapprima con McLaren e Mercedes ha saputo vincere titoli mondiali in quantità. Lui sa come si fa a vincere, sa come e quando prepararsi per arrivare all’obiettivo, e dunque potrebbe apportare alla Ferrari questo tipo di mentalità. Poi, certo, non è un ragazzino: ha già 39 anni e quindi non avrà molti altri anni da passare alla Ferrari. Quanto riuscirà effettivamente a dare alla Rossa, dunque, è tutto da vedere, tutto da verificare. Con quali tempistiche, mi chiedo, riuscirà a far davvero cambiare la squadra?

A Farne le spese, a Maranello, sarà Carlos Sainz: ti dispiace? E che tipo di pilota è lo spagnolo? Fra l’altro, nell’ultima stagione, lui ha addirittura fatto meglio di Leclerc…

Carlos è un pilota che ovunque è sempre stato apprezzato, ma mai del tutto amato, anche dal popolo ferrarista. Tutti infatti sono convinti che a vincere al volante della Ferrari debba essere Leclerc, e non Sainz. Carlos è un pilota che ha lavorato tanto e ha portato equilibrio in casa Ferrari. Oltretutto, si è tolto qualche bella soddisfazione, perché effettivamente per buona parte dell’ultima stagione è stato davanti a Leclerc nel Mondiale, ottenendo risultati anche importanti. Penso al successo ottenuto a Singapore: una vittoria tutta sua. La partenza di Sainz da Maranello sarà sicuramente una perdita, perché pur essendo poco appariscente, è un pilota molto concreto.

È dunque possibile che una scuderia, accaparrandosi Sainz, finisca per trarne un grande guadagno in maniera del tutto inattesa…

Sì, perché è un pilota solido che porta metodologia nel lavoro e nell’analisi. E poi è molto posato anche nelle sue esternazioni, dunque è certamente un uomo-squadra. Senza dimenticare che, ormai, possiede anche l’esperienza che potrebbe fargli trovare un posto in un’altra grande squadra.

Hamilton non è certo il primo fuoriclasse che, dopo aver vinto titoli iridati altrove, approda poi alla Ferrari. L’unico però capace di rivincere il Mondiale anche a Maranello è stato Schumacher. Mansell, Prost, Vettel e Alonso, infatti, ci hanno provato più volte, ma sempre senza fortuna…

Esatto, anche perché un uomo solo non è in grado di cambiare un’intera squadra. A parte Schumi, gli altri piloti che hai citato sono venuti a Maranello da soli, mentre Michael si era portato dietro un team intero. Alle spalle, in pratica, continuò ad avere tutto lo staff della Benetton, che in massa si era spostato in Ferrari, pensiamo a Ross Brawn e Rory Byrne. E poi, con l’arrivo di Jean Todt, si creò quell’alchimia che permise alla Ferrari di cominciare a vincere. Ricordiamoci, però, che per farlo – e parlo del titolo piloti – impiegarono comunque ben cinque anni, mica un solo giorno, una cosa che spesso viene dimenticata. Dunque, l’arrivo di Hamilton è certamente un’operazione importante a livello mediatico, ma non è che l’inglese arrivi con la bacchetta magica.

Anche perché la Ferrari lo scorso anno nel campionato costruttori chiuse addirittura al terzo posto, e non al secondo: ci sarà dunque da lavorare parecchio…

In questo momento la Rossa ha grossi limiti, come del resto ne ha la Mercedes. Il gap nei confronti della Red Bull è enorme. Non a caso, Red Bull ha chiuso il Mondiale piloti al primo e al secondo posto, malgrado tutte le critiche ricevute da Perez, che qualcuno non ritiene un grande pilota. Questa scuderia è ancora il punto di riferimento, e credo che lo resterà ancora a lungo, anche se tutti, potenzialmente, dispongono delle risorse economiche e delle tecnologie necessarie per crescere al suo livello. Rispetto agli altri, però, la Red Bull ha un grosso vantaggio: un uomo con 35 anni di esperienza nella costruzione delle vetture, e cioè Adrian Newey, che oltre ad avere idee tecniche che fanno la differenza, è anche bravissimo a mettere sempre la persona giusta al posto giusto. Tutti sono in grado di avere idee, ma è soltanto lui che poi riesce anche a farle funzionare.

Hamilton non arriva a Maranello venendo dalla scuderia leader del Mondiale, quindi non si porterà nemmeno appresso chissà quali segreti a livello di innovazioni tecniche…

Esatto, la Mercedes negli ultimi due anni ha fallito proprio come la Ferrari, a livello di vettura. Ciò che Lewis porterà sarà dunque prezioso soprattutto a livello emotivo: la sua presenza saprà dare la scossa giusta all’interno della squadra. Inoltre, darà i giusti ritmi e la giusta metodologia. Però, ricordiamoci che non è un ingegnere, ma un pilota, e dunque bisognerà innanzitutto vedere chi sarà a fare la macchina.