Nel primo Gp stagionale, disputato in Bahrain, la Ferrari sbaglia le scelte tattiche
Tanto rumore per nulla. La Ferrari si perde dietro alla tattica e affonda nella prima corsa della stagione, dominata dalle Red Bull e da Max Verstappen. Allo spegnimento dei semafori il campione del mondo in carica è scattato in testa e non ha avuto una sola noia dagli avversari. Il suo vantaggio è cresciuto, decimo dopo decimo, fino a rendere chiaro a tutti che l’olandese lo avrebbero rivisto solo al traguardo. Nella parte centrale della corsa, per pochi giri, Verstappen ha ceduto il comando al compagno di scuderia Sergio Perez, ma solo perché il messicano era su una strategia differente. Non hai mai spinto davvero sull’acceleratore l’olandese perché non ne ha avuto bisogno. La Red Bull è imprendibile in ogni condizione, che sia a pieno carico o svuotata del carburante, che abbia gomme soffici o dure, non ha mai mostrato un’incertezza nella propria prestazione. A un certo punto Verstappen ha fatto notare via radio uno strano funzionamento della cambiata. Non denunciava un allarme, piuttosto manifestava una preferenza. Il suo team principal, Christian Horner, per la prima volta in diretta TV durante la corsa, ha commentato con un sorriso: «Max è un perfezionista». La monoposto dei tori rossi è l’ennesimo gioiello confezionato dalla mente di Adrian Newey, da trent’anni il miglior progettista di auto da corsa al mondo. Si dice che in Red Bull lavori part-time, che si faccia vedere in ufficio non più di due o tre volte la settimana. Figurarsi se si fosse anche impegnato.
Al sabato Leclerc avrebbe potuto lottare per la pole position, ma ha preferito rinunciare. Come si è affrettato a chiarire ai microfoni, avere un cambio di gomme morbide nuove a disposizione per la gara era troppo importante. Eppure un pilota che si sottrae dalla lotta è quasi un ossimoro. In corsa Leclerc ha misurato le prestazioni della sua auto con il bilancino, sempre attento a non stressare gli pneumatici con quel grado di temperatura in più che avrebbe potuto danneggiarli. Nemmeno ha resistito più di tanto quando è stato attaccato da Perez per la seconda posizione. Si è accontentato, Leclerc: avrebbe voluto scambiare la sua natura di racer con i punti della terza posizione. La Fortuna però non scende a patti e al quarantunesimo giro il motore Ferrari, atteso al varco dopo una stagione, quella scorsa, terribile in termini di affidabilità, lo ha appiedato. Al mattino sulla sua monoposto i meccanici avevano sostituito la centralina e le batterie, c’era già un allarme nei dati. Per la Ferrari la notte di Sakhir è diventata ancora più fonda quando Carlos Sainz ha ceduto a sua volta la terza piazza. Il team principal Fred Vasseur promette modifiche alla monoposto per fine aprile. I tifosi soffriranno quindi per altri due Gran Premi, perché i problemi di assetto al momento non sembrano risolvibili con il materiale a disposizione. Un anno fa sulla stessa pista a Maranello festeggiavano una doppietta. Sembrava l’inizio di una nuova era, invece era un fuoco fatuo.
Sul podio si è issato Fernando Alonso, autore di una gara magnifica. La sua Aston Martin è ancora deficitaria per la velocità di punta, ma ha una grande trazione e tratta bene le gomme. Lo spagnolo ha sorpassato in pista prima George Russell e Lewis Hamilton su Mercedes, e infine Sainz, quando di giri al termine ne mancavano undici. Il sorpasso più bello lo ha subito Hamilton, il sette volte campione del mondo, nemico giurato del pilota spagnolo. Alonso ha eseguito una manovra al tornantino di curva 10, che era difficile anche solo da immaginare in un punto in cui gli altri piloti pensano a tenere l’auto in pista. Il disegno della nuova "verdona" è stato partorito dagli ingegneri transfughi dalla Red Bull. Questa Aston Martin ha bisogno di un gran carico aerodinamico per girare bene ed è un aspetto che finirà per penalizzarla sui circuiti veloci. Intanto mette un pilota sul podio quasi due anni dopo la prima volta, con Sebastian Vettel secondo sul circuito azero di Baku.
Valtteri Bottas non ha tradito, ha portato la sua Alfa Romeo Sauber sana e salva al traguardo e ha messo in cascina i quattro punti dell’ottavo posto. A un certo punto della gara Bottas si è ritrovato invischiato nella lotta tra Alonso e Russell, perché al termine della girandola delle soste ai box il finlandese era finito davanti a entrambi. Bottas ha abbozzato la difesa ma alla fine ha ceduto il passo a due piloti molto più veloci di lui, il catenaccio non è una tattica nelle sue corde. Nel finale ha resistito alle intenzioni bellicose di un redivivo Pierre Gasly, in difficoltà per tutto il weekend sulla sua nuova Alpine che conosce poco e poi autore di una gara davvero buona. Male Guanyu Zhou, l’altro pilota dell’Alfa Romeo Sauber. In partenza ha scelto il lato sinistro del rettilineo, ma si è fatto risucchiare dal resto del gruppo nell’imbuto della prima curva. Grazie a una tattica diversa rispetto alle macchine che lo circondavano, Zhou è risalito fino al tredicesimo posto, lontano dalla zona punti. Al penultimo giro, la squadra ha deciso allora di sacrificarlo: lo ha richiamato ai box per mettergli gomme nuove, e Zhou è riuscito così a togliere il punto addizionale del giro più veloce a Gasly. È diventata una Formula per ragionieri, dove conta ogni punto fin dalla prima gara.
Appuntamento tra due settimane a Jeddah, la Monza d’Arabia. Una pista velocissima dove le Ferrari potranno riavvicinarsi alle Red Bull, pneumatici e motore permettendo. La nuova monoposto rossa è efficiente in rettilineo, mentre perde qualcosa in curva, in pratica ha ribaltato punti di forza e di debolezza della scorsa stagione nel giro di un inverno. Chissà com’è che a Maranello la coperta si rivela sempre troppo corta.