A margine dell’ultimo Gp stagionale ad Abu Dhabi si è parlato molto del possibile avvicendamento tra il francese e Binotto. Ecco come stanno le cose
Nel contesto di un Mondiale da tempo assegnato, si arriva all’atto finale del campionato F1 più lungo di sempre e per molti aspetti anche tra i più divertenti. Certamente è possibile affermare sia stato quello del tributo di pubblico che ha raddrizzato i conti di tanti organizzatori nel periodo post-Covid.
Ieri le libere hanno regalato poche sorprese sostanziali, con Verstappen nuovamente davanti a tutti, buono Russell, valido Leclerc e gli altri a seguire. Bottas conferma la Sauber nuovamente ben messa e con un bilanciamento aerodinamico finalmente solido e performante.
In settimana l’annuncio del ritorno di Hulkenberg in F1 a scapito di Mick Schumacher che è stato pure lasciato dalla Ferrari Driver Academy. Non è certo una sorpresa visti gli strali reiterati di Günter Steiner verso il giovane rampollo e, nonostante una parte finale della stagione migliore, il figlio d’arte paga le molte uscite di pista, gli errori, i danni materiali milionari alle monoposto e una relazione interna mai davvero decollata.
In tema di Haas nel turbinio del momento Ferrari, Simone Resta torna a Maranello per gestire parte delle attività di ingegneria che già coordinava in precedenza e per preparare al meglio il team da possibili traumi.
In settimana si è molto parlato dell’arrivo di Fred Vasseur da Sauber a Ferrari, con conseguente defenestramento di Binotto da gennaio 2023. Con tanto di smentita ufficiale da Maranello.
Noi proviamo a descrivere il progetto con tutte le assunzioni del caso, ma anche con talune informazioni. Per comprendere il momento si deve tornare al Salone di Ginevra del 2018. Vasseur viene chiamato a un colloquio personale con Sergio Marchionne che nello stand Ferrari, nei retrouffici, gli chiede di prendere il posto di Arrivabene, si noti bene con Binotto alla Ges per la parte ingegneristica. Binotto era stato voluto solo e unicamente in questo ruolo e con questo mandato. Come spesso abbiamo scritto da queste colonne, essere Team Principal è altra cosa.
Vasseur si dice disposto, pur avendo da pochissimo preso in carica la Sauber, proprio in accordo anche con Marchionne. Rammentiamo poi che lì vi correva Charles Leclerc, a cui Vasseur farà da mentore, gestito da Nicolas Todt figlio di Jean in quel momento presidente della Fia. Orbene, Andrea Agnelli chiama Marchionne perorando la figura di Arrivabene (tant’è che oggi è in Juventus) e Marchionne glissa fino alla fine della stagione, morendo nel luglio del 2018.
Si crea il buco di gestione della Ferrari, lo shock per la scomparsa di Marchionne e così Binotto, preso come ingegnere, va a capo di tutta la Rossa di F1, ruolo che compendia doti diverse, molto diverse. A Maranello l’azienda prende Camilleri, che lascerà poca traccia rispetto al solco di Marchionne, e vive un momento di ricerca interiore, sino all’attuale amministratore delegato Vigna, che arriva da Stm, un’azienda di componenti e chip elettronici con una visione del brand dicotomica dai suoi precedessori.
Binotto, obtorto collo allarga le sue competenze, riuscendo in talune parti e meno in altre. Rammentiamo qui che la Ferrari è l’unico team di F1 a fare tutto da sé, visto che Mercedes-Benz gode di tutta una ricaduta dalla parte industriale, cui Maranello non può aspirare data la frattura con Stellantis di Tavares che toglie i motori della Rossa dalle Maserati.
Leclerc non si trova con Binotto e specie nel 2022 ci sono punti di divergenza nella modalità di conduzione delle gare, delle strategie, non da ultimo anche in Brasile. Resta legato a Vasseur, vero animale di F1, che ha portato al successo Rosberg, Hamilton e Kubica, giusto per intenderci. Sergente duro, ma capace. Poco incline al marketing, ma ossessivamente orientato al risultato.
Ecco come e perché John Elkann, cui va dato il merito di non avere mai reso pubbliche le sue lamentele e i suoi dubbi, ripesca Vasseur. Ma i media lo scrivono e qui nasce, crediamo, il senso della smentita. Noi pensiamo che Ferrari voglia cercare di tenere Binotto e portare in casa Vasseur, ridando al primo il ruolo che Marchionne aveva con fiuto compreso essere quello giusto e riservando al francese il ruolo per il quale è nato, Team Principal. Ottenendo anche di rendere felice Leclerc e non buttare via tutto lo sviluppo per il 2023 che ha un indirizzo chiaro.
Come capite un gioco di equilibrio e sarà interessante comprendere quale epilogo avrà: su tutto una certezza, con l’ingresso di Audi in Sauber, prima o poi Vasseur è in odore di uscita.