FORMULA 1

Per il Circus è scoccata l’ora di Le Castellet

Weekend francese sul circuito storico, il primo a veder sparire la ghiaia da bordo pista. Dove Leclerc cerca la ‘pole’, ma senza l’aiuto di Sainz al via

Venerdì da primattore per lo spagnolo del Cavallino
(Keystone)
22 luglio 2022
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La pista è di quelle che hanno fatto la storia della Formula 1, sino a quando alla fine degli anni Novanta si decise di prediligere Magny Cours. Allora Bernie Ecclestone se la comperò con l’idea di portarci test e prove per le case automobilistiche. Ciò che rende particolare il tracciato di Le Castellet sono i disegni colorati ai lati della pista, fatti di una miscela per asfalto di sistemi drenanti e abrasivi. Questo permetteva alle auto di uscire e non finire nella sabbia, rovinandosi, e generare così attese invece di rientrare rapidamente. Da questo punto di vista il Paul Ricard, così si chiamava, fu il primo tracciato al mondo a togliere appunto la ghiaia in uscita a favore della pavimentazione. Il nome deriva dal magnate dei liquori francese, in particolare produttore del noto Pastis che per i francesi è una bevanda culto. Quando poi Ecclestone decise di vendere la Fomrula 1, tra le varie attività riuscì a mettere a contratto che Le Castellet restasse una pista della massima formula, e così sarà ancora per qualche anno. In particolare, mitico è il Mistral, dal nome del vento che lì spira vicino al mare, con un rettifilo di due chilometri e nel quale il Drs la fa da padrone ovviamente. Bella anche la curva di Signes, tra i punti che sono restati intonsi del vecchio disegno.

Nelle libere del venerdì la Ferrari di Carlos Sainz è stata la migliore, e ha portato in pista il nuovo fondo modificato e vicino al regolamento, staccando Verstappen (terzo) di oltre mezzo secondo. La sostituzione della centralina costerà dieci posti in griglia, ma è praticamente certo che la Ferrari opterà nel frattempo per cambiare altre parti, dunque con alta probabilità vedremo lo spagnolo scattare all’ultimo posto domenica.

Secondo, Leclerc commosso con un casco molto particolare, in memoria del papà Hervé, che un tumore si portò via prima che potesse vedere l’amato figlio ascendere alla gloria della F1, e l’altra parte dedicata al suo grande amico Jules Bianchi, di cui ricorre l’anniversario della scomparsa proprio in questi giorni.

Verstappen oggi ha avuto problemi di stabilità con la sua monoposto, ma abbiamo oramai tutti appreso come e quanto le FP2 del venerdì siano sì indicative, ma non affidabili al 100% sul reale settaggio dei singoli team: meglio dedicarsi oggi alla visione delle qualifiche ufficiali. E sono qualifiche da seguire: Leclerc solo secondo nelle libere deve prendersi la ‘pole’, ma sapendo di non poter avere a fianco Sainz deve parimenti studiare bene una partenza che, invece, Verstappen ha spesso ben imbroccato in questa stagione.

Un po’ tutti i piloti si stanno lamentando delle proprie auto: Hamilton critica i pacchetti e giudica la sua Mercedes-Benz come la peggiore che abbia mai guidato; Perez afferma che sul veloce circuito transalpino non sente la sensibilità con la sua Red Bull delle inserzioni nel misto. Una pletora di mugugni che certamente deve farci riflettere, sul fatto che domani e dopo la Rossa debba allungare il suo percorso di avvicinamento all’olandese: tecnicamente il team può farlo, ma deve dare stabilità e affidabilità alla squadra tutta. Sempre un poco in rincorsa invece le Sauber, mentre non è brillante per ora Mick Schumacher, specie se contrapposto alla posizione del suo collega Magnussen.

Come sempre al giovedì ci sono le conferenze stampa dei team. Tra le più interessanti quella di Vettel, che – contrariamente alle voci – ha confermato di non volersi ritirare, ma semmai di voler proseguire con Aston Martin ancora un altro anno. Nostre informazioni ritengono questa opzione non semplice, per nulla, perché papà Stroll vuole far salire il team di un gradino deciso. Nell’attesa ha presentato il nuovo logo.